«Sono trascorsi due anni dall’eccezionale ondata di maltempo che, tra il 26 Ottobre ed il 5 Novembre 2018, provocò 37 vittime e 5 miliardi di danni lungo la Penisola, la metà dei quali provocati a Nordest dalla tempesta Vaia». Lo ricorda Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle Acque irrigue, introducendo il report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche.
Nord nella normalità
L’attuale situazione meteo rientra nei limiti della normalità, con i grandi laghi del Nord ampiamente sopra la media stagionale, a eccezione di quello Maggiore, che comunque è al 91,3% del riempimento.
Positivo è anche l’andamento complessivo dei fiumi veneti, seppur Piave e Bacchiglione registrino livelli inferiori allo scorso anno.
Difficoltà per il Po
Situazione interlocutoria per i corsi d’acqua piemontesi con Dora Baltea, Tanaro, Stura di Lanzo e Pesio, che segnano portate inferiori al 2019; analogo è l’andamento del fiume Po che, nel suo tratto in Emilia Romagna (ma anche in Lombardia) rimane sotto la media del periodo, così come gli altri corsi d’acqua della regione (Savio, Reno, Secchia, Trebbia e Taro).
Oggi il fiume Po – fa sapere Coldiretti Emilia Romagna – alla stazione di Boretto (Re) fa rilevare un livello idrometrico di -0,92 metri, con una perdita di 1,48 metri rispetto all’1,40 di un anno fa nello stesso periodo. Secondo Coldiretti E.R., il Po ha perso 2, 63 metri in una settimana. Allarmante è anche la tendenza dell’ultima settimana, laddove il 29 ottobre nella stessa stazione il livello era di 2,55 metri.
«Per essere di sollievo la pioggia – avverte Coldiretti– deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni».
Nel Lazio, migliore dello scorso anno è l’altezza idrometrica del fiume Tevere, ma non altrettanto può dirsi di Garigliano e Sacco; l’invaso dell’Elvella contiene 1.940.000 metri cubi d’acqua, leggermente più che nel 2019.
In Campania valori idrometrici in discesa
I principali fiumi della Campania (Sele, Volturno, Liri-Garigliano) registrano valori idrometrici in discesa; il bacino di Piano della Rocca su fiume Alento è attestato a 6,5 milioni di metri cubi d’acqua (26% della sua capacità), mentre l’invaso di Conza della Campania, sull’Ofanto, pur in lieve crescita, presenta un deficit consistente rispetto ad un anno fa: oltre 4,7 milioni di metri cubi.
In assenza di significative precipitazioni, continua inesorabile il calo delle riserve idriche negli invasi della Basilicata (ora trattengono poco meno di 150 milioni di metri cubi con un deficit di circa 33 milioni sul 2019), ma soprattutto in Puglia, le cui disponibilità sono scese a meno di 50 milioni di metri cubi con un deficit di oltre 75 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Sardegna nella normalità
A conferma dell’andamento “a macchia di leopardo” degli eventi meteo anche nel Sud Italia arrivano i dati della Calabria, dove l’invaso di Sant’Anna sul fiume Tacina segna la migliore performance del recente quadriennio (4,79 milioni di metri cubi).
Infine, rientrano nella media le attuali disponibilità idriche in Sardegna, dove l’invaso del Liscia, dopo aver toccato il colmo a primavera garantendo un apporto irriguo ottimale all’alta Gallura, è ancora al 72% della capacità complessiva (104 milioni di metri cubi).
«A tal proposito - sottolinea Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – tale risorsa è fondamentale per l’agricoltura e la pastorizia locale e proprio per questo, grazie ad un finanziamento di 20 milioni di euro dal Ministero Infrastrutture e Trasporti, sono iniziati i lavori di efficientamento del canale adduttore, mirati a ridurre le perdite in un territorio soggetto a gravi carenze idriche».