Cala il livello di allerta per la carenza idrica del bacino del Po ma il fiume resta sorvegliato
speciale perché le previsioni sulle precipitazioni delle prossime due-tre settimane indicano una probabile e ulteriore carenza.
È la sintesi dell'Autorità distrettuale del fiume Po al termine della riunione dell'Osservatorio sulla siccità cui hanno partecipato tutti gli enti del governo delle acque. Summit che da straordinario passa ad appuntamento fisso, proprio per monitorare costantemente l'evolversi della situazione, con prossima convocazione fra un mese, l'8 aprile.
Necessario un livello alto del Lago Maggiore
Il Distretto del Po richiede inoltre di mantenere più alto (1,35 metri) il livello del Lago Maggiore al fine di conservare la risorsa idrica per la stagione più siccitosa.
Per il Po «ad oggi - spiega il segretario generale dell'autorità di bacino Meuccio Berselli - la criticità può classificarsi di livello basso.
Siamo partiti da una situazione di lunga assenza di piogge per arrivare oggi a una buona presenza di acqua di superficie e discreta ricarica delle falde grazie alle ultime precipitazioni e alla neve, il livello dei laghi alpini è nell'insieme ancora buono».
Un appuntamento fisso
«Le previsioni meteo però non regalano presenza di ulteriori perturbazioni da qua a 20 giorni - continua Berselli - per questo rendere l'Osservatorio sulla carenza idrica un appuntamento fisso e non straordinario è inevitabile e noi desideriamo andare in questa direzione per offrire uno strumento in più ai territori sottesi».
Temperature elevate e precipitazioni concentrate
Anche se la criticità è bassa, l'Autorità sottolinea che la portata media attuale del Po è comunque inferiore rispetto a quelle del periodo, mentre la temperatura è al contrario
superiore rispetto alla media del periodo.
Le ultime piogge, tra l'altro, hanno palesato come in poche ore uno scenario di carenza idrica "a macchia di leopardo" possa trasformarsi, temporaneamente, «in necessaria e immediata gestione idraulica di abbondanti quantitativi di acqua caduta in poche ore».
Coldiretti: "Servono nuovi invasi per combattere la siccità"
“I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti. Non cambia di molto la quantità di acqua che cade, ma il modo. Piogge più sporadiche e più copiose ci obbligano a essere pronti a raccogliere l’acqua quando arriva per usarla quando serve”. Commenta così Coldiretti Emilia Romagna l’esito della riunione dell’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, voluta dopo l’allarme siccità delle scorse settimane.
“I conti non tornano più quando confrontiamo la quantità di pioggia caduta con quella di pioggia catturata” ha proseguito Coldiretti Emilia Romagna. Questo perché l’aumento medio delle temperature è accompagnato dall’eccezionalità degli eventi atmosferici che è ormai diventata la norma e si manifesta il rincorrersi di siccità e gelate, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal maltempo al sole. Il risultato – conclude la Coldiretti – è il ripetersi di eventi estremi che provocano danni all’agricoltura che nel solo 2019 ha subito perdite per 1,5 miliardi di euro.
Dal momento che non è più possibile parlare di “situazione eccezionale” ma di un nuovo assetto climatico del nostro territorio, quello che è importante è farsi trovare pronti, realizzando nuovi invasi che siano in grado di catturare e trattenere l’acqua quando arriva, in modo da poterla distribuire quando si presenta la necessità".