Siccità in Trentino ad inizio primavera.
Sembra un ossimoro è invece è lo scenario che accoglie la platea dei 300 ospiti al convegno “Transizione ecologica: sfide, obiettivi e soluzioni” organizzato da Coldiretti Trento presso la storica Cantina Rotari a Mezzocorona e moderato da Terra e Vita.
«Il tema cruciale in questo momento –ammette Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento - è quello della mancanza di acqua, scenario inedito per il Trentino, che quest’anno renderà più difficile essere solidali con i territori vicini che ci chiedono aiuto».
«Servono interventi straordinari e immediati: un grande piano Marshall per efficientare le reti idriche nazionali».
Anteprima Terra e Vita 12
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Le forzature di Bruxelles
«Il comparto primario trentino – ribadisce Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti Trento – dimostra di essere non il problema, ma la soluzione». «Tutto il sistema irriguo trentino è infatti ormai a goccia, con un forte abbattimento dei prelievi, ma il mondo agricolo è di fronte a una serie di sfide, dalla sostenibilità, ai costi delle materie prime, alle normative comunitarie che impongono una transizione ecologica a tappe forzate che ne mette a rischio redditività e sopravvivenza».
Il Green Deal Europeo punta infatti a raggiungere la neutralità climatica, un obiettivo che per l’agricoltura è anticipato al 2035. E la strategia Farm to Fork impone altri obiettivi ambiziosi già per il 2030.
Gli impatti del Green Deal
Gli obiettivi del Green Deal entro il 2030:
> -50% fitofarmaci; -50% antimicrobici negli allevamenti;-20% fertilizzanti
Gli impatti sull’agricoltura europea:
> -15% di produzione secondo Jrc; -10/20% secondo Wageningen; -12% secondo Usda
> +20/43% dei prezzi agricoli per Jrc; +26/42 secondo Wageningen; +17% per Usda
«Per realizzare questi obiettivi –spiega Paolo De Castro, EuroParlamento – la Commissione propone, attraverso interventi normativi di fine legislatura, alcune forzature come il dimezzamento dell’uso di agrofarmaci e addirittura il loro azzeramento nelle aree sensibili (Reg. sugli usi sostenibili); la forte riduzione della plastica e del vetro (Reg. imballaggi); la penalizzazione degli allevamenti, equiparati ai sistemi industriali più impattanti (Dir. sull’emissione dei gas clima alteranti)».
«All’orizzonte – continua – si intravedono poi nuovi vincoli all’interno del quadro della certificazione della rimozione del carbonio, (Crcf); della disciplina del ripristino della natura e del sistema alimentare sostenibile (Fsfs)».
Responsabilità a cui il mondo agricolo non si sottrae. «La Commissione deve però assicurare gli strumenti per realizzare questi impegnativi target: se si vogliono ridurre gli agrofarmaci, occorre accelerare ad esempio sul fronte delle Tea (tecnologie di evoluzione assistita), che sono ben altra cosa rispetto agli ogm».
«Su questo fronte – ammonisce Mario Pezzotti, direttore del Centro ricerca della Fondazione Mach – il nostro Paese può fare molto consentendo la sperimentazione in campo delle Tea».
«I nostri laboratori sono ormai pieni di varietà di vite “editate” resistenti, ma nelle condizioni di serra non possono fiorire e non è possibile procedere con le sperimentazioni».
«Il regolamento imballaggi - interviene Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot – con lo stop alla plastica sotto il limite di 1,5 kg, penalizza alcune produzioni di pregio come quella dei piccoli frutti e vanifica virtuosi percorsi di sostenibilità».
«L’impegno per la tutela dell’ambiente – commenta Lorenzo Bazzana di Coldiretti – non può vanificare quello per la sicurezza alimentare: il consumo di ortofrutta nell’Ue è già sotto il livello limite indicato dall’Oms. L’aumento dei costi determinato da una sostenibilità a tappe forzate rischia di far diventare l’ortofrutta un consumo d’elite, un’ipotesi a cui dobbiamo opporci».
L’insostenibilità del cibo sintetico
«Tutti questi interventi – è l’analisi di Gianluca Lelli, capo dell’area economica di Coldiretti – colpiscono l’agricoltura ben al di là dei suoi presunti demeriti». «Anzi – continua – l’Europa è l’area più sostenibile per l’uso di pesticidi, per l’emissione dei gas serra».
Scarica l'analisi di Gianluca Lelli su dati del Centro studi Divulga
Il rischio (e il sospetto) è che l’accanimento contro il sistema primario finisca per favorire sistemi di produzione di cibo alternativi, oggetto di forti investimenti da parte di potenti gruppi finanziari internazionali. Nel corso dell’evento trentino un video di Coldiretti ha fatto luce sui sistemi di produzione di carne e latte sintetici che si stanno sviluppando attorno ai grossi sistemi portuali del Nord Europa.
In una grossa struttura di Copenaghen, oggetto di una videoinchiesta di Coldiretti, si produce latte partendo da cellule staminali prelevate da feti bovini. «Il recente schema di disegno di legge del Governo – ricorda Lelli – contro il cibo sintetico consente di salvare l’agricoltura made in Italy e risponde alle richieste di mezzo milione di italiani che hanno firmato la petizione promossa da Coldiretti». Un successo sottolineato dall’applauso della platea di Cantina Rotari per ringraziare la premier Giorgia Meloni e il ministro Francesco Lollobrigida per l’intervento legislativo.
Slegare la produzione zootecnica dall’agricoltura e dal territorio non corrisponde infatti a un modello virtuoso di sostenibilità.
«Puntiamo invece a premiare – testimonia l’Europarlamentare Herbert Dorfmann – il ruolo dell’agricoltura nell’attivare processi virtuosi di economia circolare, anche attraverso la produzione di bioenergie da fonti rinnovabili».
Il clima straordinariamente mite dello scorso inverno non ci ha fatto accorgere della forte crisi energetica che il nostro Paese sta attraversando.
«Una situazione – stigmatizza Davide Tabarelli di Nomisma energia – che non può essere risolta (solo) dall’agricoltura e dalle bioenergie». Il Pnrr può essere però l’occasione per valorizzare il loro ruolo, soprattutto se vengono rimossi ostacoli come il vincolo dell’autoproduzione per l’agrivoltaico.
Coesione territoriale
E riguardo alla possibile competizione tra usi alimentari ed energetici, il Trentino attraverso le parole di Romano Masè, dirigente della Provincia autonoma, testimonia la capacità di pianificare un corretto utilizzo delle risorse idriche e territoriali disponibili.
«Da situazioni di emergenza – conclude l’assessora Giulia Zanotelli – si esce con la condivisione». «Non solo degli obiettivi ma anche degli oneri: pensiamo ad esempio a misure estreme come la sospensione del fascicolo aziendale per le aziende refrattarie all’adozione di piani di lotta obbligatori come quelli contro i vettori della flavescenza dorata o degli scopazzi del melo».
Le virtù green dell’Ue
- Utilizzo di agrofarmaci: Europa 1,6 kg/ha; Far East 12,6; Usa e Canada 2,5; Sud America 5,8
- Circa 1/3 dei pesticidi autorizzati in Brasile e 1/4 di quelli in Vietnam sono vietati nell’Ue
- L’Italia ha diminuito negli ultimi 25 anni del 33% il ricorso ai pesticidi, unico paese al mondo. Nello stesso periodo l’impiego medio nell’Ue è pari a +17%; +57% nel mondo con punte del +290% in Brasile e +539% in Argentina
- Emissioni agricole: -18,5% in Europa negli ultimi 30 anni; Brasile +47%; Cina +9,7% Usa +4,2%
- Usa, Brasile e Cina determinano da soli il 27% delle emissioni globali di gas serra
- L’Italia ha diminuito in 20 anni del 26% le emissioni del comparto agricolo.
Fonte: elaborazioni Centro Studi Divulga
Il cibo locale nelle dinamiche mondiali
Il Trentino è un esempio vincente di “glocalismo”.
Ha saputo infatti trasformare quello che poteva essere un limite (la produzione di montagna) in un vantaggio, diventando protagonista nel mercato internazionale di vino, mele e con esempi virtuosi anche nella produzione zootecnica.
Lo mette in luce Enzo Bottos, direttore di Coldiretti Trento. Punti di forza che rimangono tali anche con il mutamento del quadro economico e normativo?
«Il successo di Melinda – evidenzia il presidente Ernesto Seppi – è legato alle scelte imprenditoriali e alla forte coesione dei soci».
«La sfida della sostenibilità è stata interpretata con successo, con il ricorso alle celle ipogee per la conservazione dei frutti che consentono di risparmiare energia e territorio». «E anche per la sfida degli imballaggi ecosostenibili una risposta arriva dalle bioplastiche che stiamo sviluppando partendo dagli scarti della mela».
«Per cogliere dalle situazioni di crisi le occasioni di rilancio– concorda Luca Rigotti, presidente del Gruppo Mezzacorona – occorrebbe evitare di legarci con vincoli burocratici e normativi».
«Il climate change sta determinando, ad esempio, un incremento del tenore zuccherino delle uve proprio mentre il mercato mondiale si orienta verso le produzioni low o zero alcohol. Quella dei vini dealcolati sarebbe quindi una chance da cavalcare e non penalizzare».
«Lo stretto rapporto tra zootecnica di fondovalle e di malga – testimonia Giacomo Broch, Federazione allevatori di Trento – è uno degli ingredienti che ha consentito al Trentino di evitare lo spopolamento delle aree interne grazie ad un sistema diffuso di aziende di piccole dimensioni». «Un modello che ora non può essere messo in discussione da colpi di mano come quello relativo alla direttiva emissioni».