Una foto ad altissima risoluzione della situazione economica delle aziende agricole che permette a chi deve dire l’ultima parola sulla concessione di un prestito di avere tutti gli elementi per prendere la decisione più corretta con un margine d’errore quasi nullo. Un sistema di valutazione che offre agli agricoltori robuste garanzie di poter estinguere il debito senza affanni e di conseguenza diventa una garanzia anche per le banche creditrici. A idearlo e svilupparlo sono stati Fabio Babetto e Simone Colli, dell’Ufficio agrario di Banco Desio. Ecco come è nato e come funziona.
La domanda iniziale
L’esperienza del Gruppo Banco Desio al fianco del comparto primario è relativamente recente e si è sviluppata in un periodo di cambiamenti congiunturali e normativi decisamente complessi. Dalla fine del 2015 l’Ufficio agrario dell’istituto di credito brianzolo ha progettato e realizzato un modello di valutazione delle aziende agricole che ha poi progressivamente potenziato in tre successive implementazioni.
«La domanda di partenza a cui volevamo dare adeguata risposta e che ha dato il via al progetto è stata: come facciamo a rappresentare a chi delibera i numeri importanti e reali del mondo agrario in assenza di un bilancio o di un documento che li possa assemblare, riepilogare e certificarne la corretta provenienza?» spiegano Babetto e Colli. È nato così un primo embrione di schema di percorso per un approdo a un bilancio di flussi condiviso con l’imprenditore. Il paziente e appassionato lavoro quotidiano che è seguito a quell’intuizione, ha permesso, potenziando il modello, di provare a trovare altre risposte a domande sempre più puntuali da parte dei colleghi della banca, che, intanto, iniziavano a essere coinvolti in massicce tornate di formazione sia sul tema agrario, sia ancor di più sulle modalità di fruizione della procedura nel frattempo accompagnata da una robusta dotazione pratica e normativa.
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Parametri coerenti
Il modello progressivamente affinato si è consolidato in scia a una serie di scelte molto forti prima di tutto mirate a una validità riscontrata e riscontrabile in documenti ufficiali e in siti pubblici di ogni dato raccolto e rielaborato.
L’approdo, poi, a uno stato patrimoniale a e a un conto economico di sostanziali flussi ha imposto una serie di parametri coerenti, a cominciare dalla rinuncia a ogni tipo di conto o scrittura di accantonamento e/o rettifica. Nel modello di Banco Desio i cespiti sono riepilogati al valore attuale e annualmente aggiornati. Le voci di conto economico, partendo da quanto espresso in punto costi e ricavi dalla dichiarazione Iva, sono implementate rintracciando puntualmente ambiti non soggetti a Iva, come fitti passivi, costi assicurativi e ciò che, in generale, non passa dalla dichiarazione Iva pur concorrendo alla determinazione della redditività aziendale.
Plv e Pac, scelte precise
La costante ricerca della realizzazione di un bilancio di flussi che sia in grado di fotografare in modo corretto la realtà aziendale agraria ha imposto scelte chiare anche su altri temi, iniziando dal concetto di Produzione lorda vendibile.
Sembrerebbe scontato utilizzare i dati ricostruiti nel calcolo della Plv per quello che sono, ovvero, per quanto importanti, solo potenziali e prospettici. In realtà, nei vari sentieri percorsi alla ricerca di soluzioni solide e ponderate non è stato proprio così, tanto più incrociando non pochi modelli in cui il rischio concreto era l’approdo all’equazione: Plv=fatturato, con tutte le ricadute negative che questa comporta per chi la applica. La meticolosità con cui il modello del Gruppo Banco Desio ricostruisce la Plv è pari alla forza con cui nei corsi formativi ai colleghi l’Ufficio agrario ne specifica la reale valenza e il modo in cui va utilizzata in sede di analisi e istruttoria.
Allo stesso modo Babetto e Colli si sono comportati con la Pac, inserita nei ricavi annuali di conto economico in quanto introito per ora ripetitivo e certificato. Ma, al tempo stesso, tra gli indici di valutazione che accompagnano il bilancio a cui si approda a fine procedura, ce n’è anche uno che valuta l’incidenza della Pac sul reddito aziendale con tutte le considerazioni del caso che chi delibera può maturare.
Il debito sostenibile
«Non c’è prezzo di mercato alla produzione, alto o basso che sia, che possa garantire continuità a un’azienda agricola esageratamente indebitata» è il mantra che l’Ufficio agrario del Gruppo Banco Desio ha ripetuto con costanza nelle sedute formative. Da questo assunto si dipana poi l’analisi che punta principalmente alla verifica della sostenibilità dell’indebitamento e alla sua distinzione tra quello (fisiologico) da investimenti e quello corrente da monitorare molto più strettamente in un mondo in cui ormai terzisti e fornitori delle aziende agricole, ben conoscendo flussi ciclici e tempi di incasso, tendono a far credito prolungato.
E poi, nella logica di un bilancio di flussi, la scelta di defalcare dalla marginalità operativa gli effettivi interi costi finanziari annuali (non solo gli interessi ma anche la quota capitale) che l’azienda agricola sostiene. Una forzatura, si potrebbe ipotizzare, ma non più di tanto se la ratio è quella di approdare a valori concreti di reddito e patrimonio nella solida logica contadina del “Quanto mi entra, quanto mi esce e quanto mi resta (se mi resta!)”. Nella stessa logica, gli indici che si occupano di valutare l’indebitamento non possono ridursi a una fredda percentuale secca, ma devono includere la ponderazione dei valori assoluti a cui si riferiscono.
Un documento che vale
La condivisione con l’imprenditore agricolo e la riclassificazione del bilancio di flussi completano l’iter e consentono anche quella storicizzazione di dati fondamentale pure in chiave prospettica. Il prodotto finale, poi, non è solo funzionale all’istruttoria da parte della banca, ma diventa uno strumento molto utile che resta nelle mani dell’imprenditore a titolo del tutto gratuito.
«Ci ha fatto piacere sapere che con questo strumento alcune aziende agricole sono diventate molto più leggibili anche agli occhi della Gdo e sono riuscite a spuntare contratti per collocare i propri prodotti – sottolineano gli inventori del modello – una conferma del fatto che, ancor di più oggi, l’esenzione dall’obbligo di redazione del bilancio per le aziende agricole più che un vantaggio si rivela via via un handicap, soprattutto nel comparto “agri” più che nel comparto “agro”, e, per questo, molte si sono o si stanno attrezzando in tal senso».
Ma all’Ufficio agrario del Gruppo Banco Desio il cantiere è sempre aperto. Si lavora per migliorare ancora il modello di valutazione e per provare a intercettare un’era di forti cambiamenti che, con fatica, potrebbe finalmente portare l’analisi delle aziende agricole fuori dal pluridecennale alveo di agevolazioni e garanzie come unico strumento per servire (e continuare a non leggere e ad approfondire) un mondo, quello agrario, troppo a lungo relegato a rango di ambito specialistico e, in realtà, spesso poco conosciuto.