Per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030, l’Unione europea ha adottato le strategie Farm to fork e Biodiversity. Queste linee programmatiche impongono all’agricoltura diversi traguardi tra i quali la riduzione del 50% dell’uso di prodotti fitosanitari entro il 2030. Per quanto riguarda il primo aspetto, sulla base della proposta di Regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, la percentuale di riduzione per l’Italia è addirittura del 62%. Una percentuale tra le più alte a livello europeo e che non tiene conto della diminuzione già avvenuta nel corso degli ultimi vent’anni (- 32% dal 2002). Un obiettivo che si scontra con diversi problemi: l’iter di registrazione di nuovi prodotti estremamente lento e le avversità in continua evoluzione da affrontare con un numero limitato di prodotti impegnati a superare un vaglio sempre più selettivo dal punto di vista delle caratteristiche tossicologiche.
In questo contesto è fondamentale il lavoro di ricercatori e produttori di mezzi tecnici per trovare soluzioni alternative efficaci per colmare un vuoto di prodotti che molto presto si verrà a creare. Sono stati questi i temi della seconda edizione della Biocontrol Conference che si è tenuta a Bari ieri e oggi. Alla due giorni organizzata da Aipp, Arptra e Fruit Comunication hanno partecipato molti relatori tra ricercatori, tecnici e aziende partner dell’evento.
Più integrazione e meno burocrazia
In apertura dei lavori, il presidente Arptra Gianluca Chieppa ha precisato «che la chimica non è da demonizzare, ma è necessaria una chimica meno impattante. Fondamentale puntare a una gestione integrata delle colture, dal punto di vista fitosanitario ma anche da quello agronomico: si parte sempre da buone pratiche agronomiche per poi integrare la gestione sostenibile della difesa, le moderne tecniche genetiche e altre innovazioni tecnologiche per le operazioni colturali».
Herman Van Mellaert, presidente Ibma Global, ha focalizzato l’attenzione su uno dei limiti del settore del biocontrollo e dei prodotti per la difesa delle piante in generale: la burocrazia. «Il settore del biocontrollo è in linea con le richieste delle strategie F2F e BD ed è pronto per la transizione ma l’Unione europea non è allineata ai suoi stessi obiettivi. Ci sono a oggi 140 prodotti in attesa di autorizzazione e 120 già sviluppati ma non ancora avviati all’iter. Prodotti candidati nel 2022 dovranno passare per diversi vagli per essere forse ammessi non prima del 2030. In Usa, Canada e Brasile i controlli per l’autorizzazione richiedono solo due anni. Questo crea ovviamente una forte disparità tra i mercati internazionali. L’impegno di Ibma è di contribuire a fare un cambio di passo in particolare definendo meglio il settore del biocontrollo, formare gli agricoltori e i tecnici sull’uso dei mezzi di biocontrollo e spingere per una fast track, una corsia preferenziale, per questa categoria di prodotti».
Dello stesso avviso è Pamela Marrone di Marrone Bio Innovation (Davis, California), azienda leader nel mercato del biocontrollo americano: «Il processo regolatorio deve obbligatoriamente essere velocizzato. Auspico che presto possano essere istituite procedure diverse per i prodotti di biocontrollo, che ancora seguono le stesse vie dei prodotti chimici tradizionali. Un lavoro fondamentale quello della Ibma per colmare un gap di prodotti che presto si verrà a creare».
Sono state molte le soluzioni proposte nel corso della due giorni, una occasione di confronto fondamentale per capire meglio le prospettive e gli eventuali limiti. Alcune altre criticità emerse nel corso dell’evento sono la mancanza di un supporto tecnico nell’utilizzo di questi prodotti e una scarsa conoscenza delle modalità di applicazione per massimizzarne l’efficacia. Utili in questo senso le relazioni e i dati portati all’attenzione dei partecipanti e che saranno disponibili sul sito della Biocontrol Conference.
Le soluzioni dalle aziende
- Portento di Idai Nature;
- L’impiego di A. vladimiri e C. montrouzieri contro P. ficus secondo Serbios;
- Prevam Plus di Ascenza;
- Eugenio di Xeda Italia;
- L’impiego di B. bassiana ceppo ATCC74040 di CBC Europe BIOGARD;
- Neudosan® e Tri-soil® di Certis Europe;
- Clavitus, Arbiogy, Bemotius e Romeo di Syngenta Italia;
- Plantivax SL di Upl Italia;
- Remedier di Gowan Italia;
- Subelus di Corteva Agriscience;
- Citripar, Cryptobug, Aphytis, Spical Ulti-Mite, Pegafit di Koppert Italia;
- Oicos e Shark di Sipcam Italia;
- Limocide di Manica.