«Questo regolamento sugli usi sostenibili degli agrofarmaci, formulato in questo modo, non vedrà mai la luce».
Lo ha affermato Paolo De Castro nel corso della Giornata di studio che Edagricole ha organizzato assieme a Giornate Fitopatologiche e Aipp (Associazione italiana protezione piante) lo scorso 28 novembre all’Hotel Savoia di Bologna.
L’Europarlamentare ed ex Ministro delle Politiche agricole ha infatti spiegato che la Commissione agricoltura dell’Europarlamento è riuscita a strappare alla Commissione Ambiente la competenza esclusiva di alcuni articoli chiave (ne avevamo parlato qui). E un’ampia maggioranza dei componenti della Comagri concorda sulla necessità di mettere in luce le criticità di un impianto normativo che, nelle intenzioni del vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans, obbligherebbe l’Italia a ridurre del 62% l’utilizzo degli agrofarmaci entro il 2030 senza poter disporre di concrete alternative.
Volo Bologna-Bruxelles
Subito dopo la chiusura del suo intervento De Castro è corso a prendere l’aereo per Bruxelles. Nel pomeriggio dello stesso giorno era infatti previsto proprio il confronto con la Commissaria per la Salute e la Sicurezza alimentare Stella Kyriakides sul progetto di regolamento sull'utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari [2022/0196(COD)].
La posizione della Commissaria
Lo scambio di opinioni con la Commissaria ha chiuso la riunione della ComAGRI del 28 novembre. Kiriakides ha presentato le bozze della proposta sottolineando in particolare il suo scopo ultimo, vale a dire la protezione della salute umana e dell'ambiente. Ha poi ripetutamente sottolineato che il testo era emendabile, a condizione che questo obiettivo politico fosse preservato. A questo proposito, ha fatto riferimento al recente documento informale della Commissione (il cui status è stato contestato da molti deputati) sulla questione delle aree sensibili.
Le forti critiche dei Parlamentari
Il presidente Norbert Lins e tutti i deputati che hanno preso parte alla discussione hanno concordato sull’importanza di ridurre l'uso dei prodotti fitosanitari. La maggior parte di loro, tuttavia, ha espresso forti critiche nei confronti della proposta della Commissione. Le critiche vanno dall'inadeguatezza della valutazione d'impatto alla natura irrealistica delle misure proposte (soprattutto riguardo agli elevati obiettivi di riduzione dell'uso e al; divieto generale del ricorso a qualsiasi prodotto per la difesa nelle aree sensibili). È stata sottolineata anche la mancanza di alternative affidabili) e le difficoltà che gli agricoltori incontrerebbero nell’obiettivo di contribuire alla sicurezza alimentare del vecchio continente. Molti hanno anche deplorato che la proposta porterebbe a una riduzione delle rese e delle aree coltivate proprio quando la guerra in Ucraina costringe ad aumentare la produzione agricola. Con il rischio di aumentare le importazioni di prodotti al di sotto degli standard di qualità e di sicurezza europei.
La richiesta di ritiro
? La richiesta drastica di riduzione dei #fitofarmaci senza concrete alternative e l’impatto della #guerraucraina?? non è sufficiente per ritirare la proposta di regolamento❓@SKyriakidesEU @TheProgressives @eurodeputatipd @EU_Commission pic.twitter.com/QByS8nTTYd
— Paolo De Castro (@paolodecastro) November 29, 2022
Alcuni deputati hanno chiuso il loro intervento chiedendo il ritiro del testo della Commissione. Tra questi Paolo De Castro che in un intervento molto duro ha chiesto quali criteri hanno orientato la Commissione nel definire il valore del -50% di riduzione in tutta Europa, se è stata prodotta una valutazione di impatto della proposta di regolamento dopo il conflitto in Ucraina e se sono state adottate misure per fornire ai produttori valide alternative agli agrofarmaci come le Tea (tecnologie di evoluzione assistita).
Verdi a favore
Solo pochi deputati, soprattutto del gruppo Verde, hanno sostenuto gli obiettivi e la proposta della Commissione, in linea con la strategia Farm2Fork.
Si ringrazia Francesca Cionco (Administrator presso il Segretariato della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo) per il prezioso supporto
Complimenti per la Giornata, per le relazioni e ai relatori. Ho trovato alcun interventi molto utili e aggiornati. In sintesi: ribadisco e concordo che le alternative agli insetticidi possono definirsi tali solo se forniscono gli stessi risultati, altrimenti sono solo una sorta di palliativi. Le alternative biologiche o biotecnologiche, almeno per gli insetti, sono in sostanza specie/specifiche (cioè prive di spettro), necessitano di sincronismi obbligati, di applicazioni e disposizioni (timing e placement di remota memoria) molto precise, ecc. che ne condizionano l’efficacia, sebbene ne innalzino in ogni caso l’impronta culturale. L’integrazione fra difesa chimica e biologica (“Tandem use” tra le differenti opzioni disponibili) è ciò che si è sempre voluto fin dall’inizio dell’IPM (anni 60-70) con largo anticipo sulla Transizione ecologica di recente intuizione. In sostanza un ulteriore taglio di insetticidi (già ridotti di percentuali extralarge anche se dotati di un profilo di eco-compatibilità accettabilissimo) non ha alcun senso se imposto, ma deve far parte di un equilibrato e continuo aggiornamento che non può che proseguire per gradi, secondo me.
Sulla sostenibilità (sensu lato) non ho molto da dire se non che i parametri su cui si fonda (ambientali, sociali, economici ed etici) spesso confliggono e dovrebbero comunque adattarsi agli obiettivi e ai cambiamenti desiderati, mentre per la biodiversità ricordo che alla diversificazione delle specie vegetali corrisponde, di solito, anche una variazione di quelle degli insetti, compresi quelli dannosi. La questione si potrebbe complicare….