Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'opinione di un lettore veneziano, Alberto Braghetta, sull'articolo di terraevita.edagricole.it:
"L'emergenza coronavirus non ferma chi multa per dei 'rifiuti' di potatura".
Spett. Redazione
ho letto l'articolo (leggi qui) apparso nella newsletter di Terra e Vita n. 675 di mercoledì 8 aprile che trattava dei residui della trinciatura delle potature di un'azienda agricola di Lonato (Bs).
È un caso non raro che le aziende agricole siano oggetto di particolari attenzioni da parte delle amministrazioni comunali. A me stesso è capitato qualcosa di simile anni fa quando la polizia locale di un comune della provincia di Venezia mi aveva intimato di ripulire un terreno destinato a set aside prima della fine di giugno motivando la loro domanda per motivi di igiene pubblica.
Sappiamo che in Italia tutti sanno fare bene agricoltura solo perché hanno avuto un avo che faceva il contadino ma pochi in realtà sono i veri coltivatori, sembra quasi che l'agricoltore produca volontariamente inquinamento dimenticando che ciascuno di noi ama profondamente la propria terra e, di conseguenza, l'intero ambiente.
Poi si scopre che quelli che ritengono che sprechiamo acqua per le nostre colture poi lavano la macchina ogni settimana con acqua potabile.
Sempre con riferimento al citato articolo e più precisamente osservando la foto allegata (vedi foto) mi sono chiesto a che cosa serva l'attraversamento pedonale che appare con tanto di linee zebrate. Non ci sono marciapiedi a lato della strada perciò nessuno attraverserà mai. Forse bastava un dosso rallentatore.
Alberto Braghetta