No alle vendite sottocosto, che svalutano l'olio extra vergine d'oliva e squalificano l'impegno dell'intera filiera. E' la proposta che Assitol, l'Associazione Italiana dell'Industria Olearia, ha presentato a Bruxelles, in occasione della riunione del Gruppo di Dialogo Civile sul settore olivicolo-oleario. Perche, affermano gli industriali dell'olio d'oliva, questa pratica commerciale "svilisce l'immagine del prodotto e discredita l'impegno dell'intera filiera".
Una pratica troppo diffusa
L'ipotesi dell'Associazione consiste nel divieto di effettuare vendite sottocosto, stabilendo severe sanzioni amministrative. "Attualmente - si legge in una nota - la normativa italiana autorizza la commercializzazione dell'extra vergine ad un prezzo inferiore rispetto al suo costo soltanto una volta l'anno. In realtà il ricorso al sottocosto è ormai praticato in modo indiscriminato e diffuso, senza alcun riguardo per la stagionalità e con ampia discrezionalità".
Il triste destino del prodotto civetta
«In questo modo, l'olio extra vergine, alimento prezioso per il suo gusto inimitabile e soprattutto per i suoi benefici per la salute - spiega Anna Cane, presidente del Gruppo olio d'oliva di Assitol - è diventato un prodotto-civetta, vale a dire messo sul mercato a poco prezzo per attirare i consumatori nei punti vendita».
L’emendamento dell’Onorevole Gallinella
L'ipotesi dell'Associazione è stata anche oggetto di un emendamento al ddl su etichettatura e la tracciabilità dei prodotti agricoli e agroalimentari, presentato nei giorni scorsi dal presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Filippo Gallinella