Si è insediata ed è già al lavoro la neoministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova. Già dopo il giuramento di ieri ha incontrato il Capo di Gabinetto del ministero delle Politiche agricole, i vari uffici, e sta cominciando ad approfondire i dossier. Sempre ieri ha visto i direttori generali del ministero nella Sala Paola Clemente, dedicata alla bracciante di Andria morta sul lavoro e a cui è stata dedicata la legge per il contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura. Un atto fortemente simbolico, fanno sapere dal suo entourage, a cui la ministra tiene molto. Inoltre, Bellanova cercherà di mettersi in contatto con l'ex ministro Gian Marco Centinaio.
Agricoltura sia attrattiva per i giovani
«Dobbiamo approcciare questo settore come un settore della modernità, che deve essere attrattivo per i giovani e contribuire alla salute dei cittadini attraverso una buona alimentazione – ha detto Bellanova ospite di "Speciale Gr1, diario della crisi" su Rai Radio1, in merito alla priorità del suo governo – quindi dobbiamo lavorare molto sull'etichettatura, sulla valorizzazione del made in Italy e moltissimo su un elemento che è quello di combattere il lavoro nero e valorizzare le imprese che concorrono scommettendo e investendo sulla qualità».
Caporalato, aiutare le imprese a uscire da quel meccanismo
«La legge contro il caporalato è una buona legge sulla quale dobbiamo continuare a scommettere e a investire – ha aggiunto la neoministra – è stato attivato molto l'aspetto repressivo e bisogna far funzionare di quella legge la prima parte sulla prevenzione, avendo un'alleanza forte tra il mondo del lavoro e dell'impresa. L'impresa che utilizza il caporale - ha precisato - va aiutata ad uscire da quel meccanismo e l'impresa che continua a utilizzare il caporale fa concorrenza sleale a quelle che investono sulla legalità e sulla qualità. Su questo avvierò subito un confronto con tutte le parti per vedere come implementare gli aspetti della prevenzione, compresa quella parte che deve sempre più tendere a liberare i lavoratori dalla schiavitù del caporalato e l'impresa dalla necessità di fare ricorso al caporale perché non trova un altro modo di reperire in modo legale la manodopera per i propri lavori».
Xylella, combatterla con scienza e tecnica
«L'urgenza che noi abbiamo è quella di intervenire per riqualificare quel territorio e di spendere le risorse che sono state destinate. La Xylella la dobbiamo combattere con gli strumenti che la scienza e la tecnica ci mettono a disposizione - ha sottolineato Bellanova commentando la sentenza della Corte Ue sul fatto che l'Italia non ha applicato le misure obbligatorie per impedire il diffondersi del batterio - la condanna che ha subito l'Italia si riferisce a una fase in cui si pensava di poter fare a meno della scienza e di risolvere diversamente la questione. Siamo stati soccombenti su procedure vecchie quando gli alberi erano messi sotto sequestro dalla magistratura».