Disco verde da Bruxelles per il piano vaccinale anti brucellosi da somministrare alle bufale in Campania.
Lo ha annunciato l’Assessore all’Agricoltura Nicola Caputo per fornire tempestiva risposta agli allevatori del casertano che nelle scorse settimane hanno manifestato lungo l’autostrada e davanti alla sede dell’Asl di Caserta.
Attesa per l’ok al ripopolamento
Il piano di vaccinazione della Regione Campania previsto nell’ambito del programma obbligatorio di eradicazione delle malattie infettive della specie bovina e bufalina in Campania è il primo passo per bloccare la mattanza dei capi di allevamento che ha decimato migliaia di capi dal 2014 ad oggi. Ma per avere contezza sul piano di ripopolamento bisognerà attendere il 17 maggio prossimo, quando l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno licenzierà i dati sul quadro epidemiologico.
Restano alla finestra gli allevatori. Il Piano Vaccinale infatti è il primo risultato incassato dal Coordinamento Unitario in difesa del Patrimonio Bufalino e dall’Associazione tutela allevamento bufala mediterranea, che da mesi evidenziano i dati licenziati dall’Asl sulle analisi post mortem delle bufale, sottratte agli allevamenti e destinate al macello perchè in isolamento.
Tutelare allevatori e cittadini
«L’autorizzazione Ue, richiesta dalla Regione Campania per l'utilizzo del vaccino RB51 nelle modalità di somministrazione previste dal Piano, è la conferma ulteriore dell’importante lavoro svolto in questi mesi, in sinergia con gli stakeholder, con l’unico obiettivo di eradicare la malattia in regione Campania e tutelare la salute dei cittadini».
Lo ha annunciato l’assessore Caputo in una nota diffusa alla stampa per commentare il via libera della Commissione Europea. «Un passo avanti decisivo -precisa- che ora ci permette di proseguire il nostro percorso con maggiore decisione e trasparenza, supportando tutti gli allevatori».
« La Commissione UE ha preso atto delle modifiche al Programma di eradicazione già approvato, ritenendole ammissibili».
La pronuncia della Commissione Europea intanto modifica l’impalcatura normativa in vigore su tutto il territorio italiano. La Regione Campania si intesta il risultato ma conferma i punti strategici previsti dal Piano di Eradicazione, che prevede oltre alle vaccinazioni, l’autocontrollo trasparente e la tempistica diagnostica.
Il comitato regionale al lavoro
Come preannunciato, si è insediato il Comitato regionale per la trasparenza della filiera bufalina, costituito da tutte le rappresentanze di categoria, 10 rappresentanti degli allevatori, tecnici e Comando generale dei Carabinieri Forestali della Campania. Le riunioni e gli incontri avverranno con cadenza quindicinale, gli esiti saranno resi noti attraverso le rappresentanze presenti. Il Piano regionale diventa un laboratorio di confronto aperto ai contributi che arriveranno e che saranno condivisi anche con il Comitato tecnico.
«Procediamo in questa direzione - conclude l’assessore regionale Nicola Caputo - a partire dal prossimo 17 maggio, quando analizzeremo con l'Istituto zooprofilattico di Portici il quadro epidemiologico e, con i dirigenti del servizio sanitario veterinario regionale, le questioni attinenti al ripopolamento».
Nuove mobilitazioni in vista
Per gli allevatori rappresentanti dal coordinamento unitario, il disco verde sulla vaccinazione non basta. Si confermano nuove mobilitazioni, per rimettere in piedi il comparto e tutelare le aziende, così come ha confermato il portavoce del coordinamento Gianni Fabbris. «Adesso bisogna portare a casa gli altri risultati della mobilitazione che si dimostra sempre più come efficace - scrive».
«Serve la sperimentazione sui capi adulti, serve una strategia certa sull'individuazione dei casi positivi per scongiurare la tragedia dei massacri inutili di animali e aziende. Serve garantire l'autocontrollo senza i lacci e laccioli che il nuovo piano prevede; una strategia di rilancio del settore a iniziare dalla certezza degli indennizzi e del ripopolamento. In una parola serve integrare la prevenzione con l'eradicazione e lo sviluppo. Deve essere chiaro che per noi, la vaccinazione da sola non risolve i problemi- e conclude- serve un cambio di strategia che stiamo chiedendo e indicando da tempo e che, siamo convinti, è l'unica strada da seguire per raggiungere i risultati».