Campagne in balia di gruppi della criminalità, agromafie che fanno il paio con le ecomafie. In Puglia si moltiplicano i fenomeni criminali con furti di prodotti agricoli e chilometri di fili di rame, sabotaggi ai danni sia di aziende agricole, ad esempio con il taglio di ceppi di uva e tiranti di tendoni, sia di cantine, con lo sversamento al suolo di ettolitri di vino, smaltimento di rifiuti di ogni genere nei campi, poi bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile. È quanto è tornata a denunciare Coldiretti Puglia al ministro all’Agricoltura Teresa Bellanova in un incontro organizzato a San Severo (Fg) dal sindaco Francesco Miglio.
Moffa: «La criminalità organizzata vuole controllare il territorio»
«La malavita, mettendo le mani sull’agroalimentare in territori dove l’agricoltura è il settore economico centrale, si infiltra in modo capillare nella società civile. Così condiziona la vita quotidiana delle persone e afferma il proprio controllo sul territorio, come quello foggiano» ha affermato Salvatore Moffa, componente del Consiglio regionale di Coldiretti Puglia e presidente di Coldiretti di San Severo e Torremaggiore.
«Sotto attacco proprietà fondiaria, infrastrutture e produzioni»
«Il fronte dell’illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all’attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole e agroalimentari – ha aggiunto Moffa –. I reati contro il patrimonio rappresentano la “porta di ingresso principale” della malavita organizzata e spicciola nella vita dell’imprenditore e nella regolare conduzione aziendale. Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate e chilometri e chilometri di fili di rame letteralmente volatilizzati lasciano le imprese senza energia elettrica. Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione le agromafie impongono i prezzi dei prodotti agricoli e la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti da altre attività criminose. Le agromafie non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. I poteri criminali si “annidano” nel percorso che uva da vino, olio, frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione».
Bellanova: «Le istituzioni devono garantire sicurezza»
«A San Severo – ha dichiarato Bellanova – ho incontrato alcune delle aziende del Foggiano vittime di atti criminali. Come istituzioni abbiamo il dovere di dimostrare vicinanza, solidarietà e sostegno, e soprattutto di garantire loro sicurezza. Ho ascoltato le parole commosse di chi ha sofferto l’umiliazione di vedere distrutto il proprio lavoro, la propria fatica. Il Foggiano è un territorio difficile, che vede la presenza di criminali violenti. Ma è anche il territorio di chi ama la legalità e la convivenza. E allora quei criminali dobbiamo guardarli in faccia e dirgli che non abbiamo paura. E agli imprenditori voglio dire che noi ci siamo, il nostro impegno è massimo, ma vi chiedo di trovare il coraggio di denunciare. È difficile, perché si tratta di mettere a rischio il lavoro di una vita. Ma noi siamo con voi. Non saremo complici, non ci gireremo dall’altra parte. Insieme a voi dobbiamo fare una battaglia per la legalità, sconfiggere i criminali, sconfiggere il caporalato, e rilanciare l’agricoltura, soprattutto in quei territori che vivono maggiori difficoltà».