Le nuove biotecnologie agrarie «possono contribuire in modo sicuro ed efficace a una produzione agricola sempre più sostenibile e nulla hanno a che vedere con gli organismi geneticamente modificati tradizionali».
Lo dice l’europarlamentare ed ex ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro in una nota a commento dello studio sulle nuove tecniche di modifica del genoma pubblicato oggi dalla Commissione europea.
«Un passo avanti per il Green Deal»
«I risultati - prosegue il coordinatore agricoltura del Gruppo S&D al Parlamento europeo - saranno sottoposti presto all'attenzione dei co-legislatori dell'Unione - Consiglio e Parlamento - con l'auspicio di arrivare presto al superamento della vecchia legislazione in materia».
Si tratta, conclude De Castro, di «un passo in avanti fondamentale per fornire ai nostri produttori quelle alternative alla chimica che abbiamo sempre sostenuto siano necessarie per raggiungere gli ambiziosi obiettivi del nuovo Green Deal europeo».
Prandini: «Più genetica green per difendere la nostra biodiversità e tipicità»
Più o meno sulla stessa linea il commento di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.
«Dopo il fallimento degli Ogm in agricoltura – sostiene - è importante avviare una riflessione sulla genetica green capace di sostenere la produzione nazionale, difendere il patrimonio di biodiversità presente in Italia dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista dopo l'emergenza covid».
«La Coldiretti - ricorda Prandini - ha siglato una convenzione con il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura) che ha sottoscritto importanti proposte di ricerca che puntano a tutelare la biodiversità dell'agricoltura italiana e, al contempo, migliorare l'efficienza del nostro modello produttivo attraverso, ad esempio, varietà con meno bisogno di agrofarmaci e risvolti positivi in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale per far diventare l'Italia capofila in Europa nelle strategie del New Green Deal, in un impegno di ricerca partecipata anche da ambientalisti e consumatori».
Giansanti: «Ora accelerare il passo»
Punta soprattutto sul ruolo delle istituzioni e della scienza Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. «La decisione della Commissione – commenta - è un riconoscimento di fondamentale importanza per coniugare sostenibilità
ambientale ed efficienza produttiva delle imprese agricole aperte alle innovazioni, ora avanti con istituzioni e scienza per avere regole chiare».
«Lo studio riconosce – continua - che le nuove tecniche possono dare un valido contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici, dando la possibilità alle imprese agricole di salvaguardare il potenziale produttivo con una minore pressione sulle risorse naturali».
Giansanti chiede quindi alle Istituzioni dell'Unione e ai governi nazionali di accelerare il passo, con il supporto del mondo scientifico, per giungere a una chiara ed efficace regolamentazione per l'uso delle più avanzate biotecnologie in ambito europeo.
Le critiche di Greenpeace
La maggiore critica oggi arriva invece da Greenpeace, secondo la quale la decisione Ue apre la porta a nuovi Ogm.
«Le nuove biotecnologie sono solo ogm – sentenzia l’organizzazione non governativa - con un altro nome e come tali devono essere trattati dalle normative europee».
Greenpeace chiede alla Commissione e ai governi nazionali di applicare la sentenza della Corte di giustizia europea del 2018, secondo cui i prodotti ottenuti con le nuove tecniche devono essere regolamentati dalla direttiva Ogm, e assicurarsi che siano soggetti alle stesse normative degli Ogm più vecchi.
Sulla stessa linea i Verdi europei. «Non abbiamo bisogno di una nuova legge - si legge in una nota - regole rigorose devono continuare ad applicarsi a tutti i tipi di ingegneria genetica».