“La Riforma del Sistema delle Indicazioni geografiche, una prima analisi sulla proposta
presentata dalla Commissione Europea”: è l’iniziativa organizzata da Origin Italia – in
collaborazione con Afidop e Federdop e con il supporto di Fondazione Qualivita – che
ha visto la partecipazione di oltre quattrocento stakeholder del settore italiano delle produzioni Dop e Igp, con vari interventi tra cui quello del ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli e dell’europarlamentare Paolo De Castro, relatore della riforma.
Con il seminario Origin Italia dà continuità al percorso di elaborazione e discussione della proposta di Riforma Ig nel Paese proponendosi come soggetto aggregatore delle istanze del settore e promotore di ulteriori appuntamenti di confronto e di analisi nei prossimi mesi.
I punti fermi della riforma
«Tre punti fermi ci devono guidare in questo processo di riforma: il mantenimento del legame con il territorio, il rafforzamento del sistema di tutela e il potenziamento del ruolo dei Consorzi – ha detto Patuanelli – oggi la connessione con il territorio assume una nuova connotazione in termini di sostenibilità ambientale e sociale capace di rappresentare un elemento di competitività e distinzione per le produzioni certificate italiane. I Consorzi di tutela devono essere i protagonisti veri del nuovo sistema di qualità europeo per garantire tutela e promozione – ha aggiunto – ma acquisire anche nuove competenze riguardo al controllo dell’offerta e commercializzazione delle produzioni. Tutti gli attori della filiera e le istituzioni – ha concluso il ministro – devono fare sistema per portare in Europa la nostra visione strategica del futuro delle Ig: il gioco di squadra è decisivo per affrontare i temi e le riforme attualmente in discussione a livello europeo».
Nel corso del seminario, aperto dal presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi e che ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni di settore – tra cui Antonio Auricchio, presidente di Afidop e Fabrizio Filippi, presidente di Federdop –, sono stati illustrati gli elementi chiave della proposta di riforma, mettendone a fuoco i punti prioritari e delineando le posizioni del sistema italiano sui vari passaggi. In particolare gli interventi di Riccardo Deserti, presidente di oriGIn, Stefano Fanti, Vicepresidente Origin Italia e Leo Bertozzi, del Board oriGIn Eu, hanno sottolineato l'importanza di intervenire per rafforzare il valore strategico del sistema, gli strumenti di tutela e anche il ruolo dei gruppi come motore delle filiere Dop e Igp.
«Le Regioni devono avere un ruolo attivo e propositivo, a partire dalle istanze sollevate dai
protagonisti del sistema in occasioni come quella di oggi», ha affermato l'assessore all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna Alessio Mammi, che evidenzia come particolare attenzione debba essere posta sui temi della sostenibilità, della protezione e sul ruolo dei Consorzi, sottolineando anche che «il modello italiano delle Indicazioni geografiche deve essere in grado di affermarsi a livello europeo».
De Castro: «Proposta da migliorare»
In conclusione, l’intervento di Paolo De Castro, europarlamentare e relatore della riforma. «La proposta di riforma del sistema delle Indicazioni geografiche presentata dalla Commissione europea deve essere migliorata, superando le criticità già evidenziate e rafforzandone l'ambizione: rappresenta infatti una grande opportunità per consolidare la politica sulla qualità agroalimentare europea – ha detto De Castro –. Il sistema delle indicazioni geografiche è diventato negli anni una straordinaria forza economica con un indotto di oltre 75 miliardi di euro, di cui 17 realizzati in Italia, capace di coniugare sostenibilità ambientale e sociale. Il tutto, senza costare un euro al bilancio dell'Unione».
Inoltre, De Castro ha evidenziato l’importanza di proporre criteri di semplificazione, a partire dalle procedure di modifica dei disciplinari, e di sviluppo della sostenibilità come valore aggiunto in grado di rappresentare un’opportunità strategica e competitiva.
«Dobbiamo lavorare insieme per cogliere questa occasione straordinaria di sviluppo, e per farlo è importante focalizzarsi non solo sulla correzione delle criticità della proposta – ha concluso – ma anche fornire suggerimenti concreti per il rilancio della politica della qualità, consapevoli che gran parte delle responsabilità è nelle mani del sistema italiano delle Indicazioni geografiche e della sua capacità di fare squadra».
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