Filiere per le colture strategiche, oltre ai fondi Pac c’è di più

filiere
A disposizione 45 milioni l’anno per incentivare la produzione di frumento duro, tenero, orzo, mais, legumi e soia. Importi, scadenze, requisiti e limiti

Gli agricoltori pongono grande attenzione alla Pac, e giustamente, visto che il plafond per l’Italia è di quasi 7,4 miliardi di euro, ma anche la politica agricola nazionale prevede alcuni aiuti al settore primario per contribuire al raggiungimento di alcuni obiettivi specifici per il nostro Paese. Tra questi ci sono i “fondi filiere”, che hanno l’obiettivo di stimolare la produzione e favorire i contratti di filiera in alcuni settori.

tab. 1 Fondi nazionali per le filiere agricole
Fondi Settori Presentazione domande Sottoscrizione contratto
Fondo grano duro Grano duro Entro i termini della presentazione della Domanda Unica Pac
(30 giugno 2023)
entro il 31 dicembre dell’anno precedente alla scadenza della domanda di contributo (31 dicembre 2022)
Fondo competitività di filiere Mais, soia, legumi 10 ottobre 2023 -
1° dicembre 2023
entro il termine di scadenza della domanda di contributo (1° dicembre 2023)
Fondo sovranità alimentare Grano tenero, mais, soia, legumi, orzo 28 novembre 2023 - 11 dicembre 2023 entro il 28 novembre 2023

Tre fondi nazionali per le filiere

Nel 2023, sono tre i “fondi filiere” attivi (tab. 1):

- Fondo grano duro (Decreto ministeriale 20 maggio 2020, modificato dal Decreto ministeriale 12 settembre 2022);

- Fondo competitività delle filiere (Decreto ministeriale 3 aprile 2020 e s.m.i. n. 3432 e Decreto ministeriale 2 febbraio 2022 n. 48421);

- Fondo per la sovranità alimentare (Decreto ministeriale 9 agosto 2023 n. 0417171).

Il Fondo grano duro è attivo dal 2017 e dispone di una dotazione variabile tra 10 e 14 milioni di euro annui (tab. 2). Il Fondo competitività delle filiere è attivo da 2020 per diversi settori agricoli; nel 2023 riguarda in particolare il mais e le proteine vegetali, con una dotazione di 10 milioni di euro. Il Fondo per la sovranità alimentare è stato emanato recentemente e sarà attivo per 4 annualità, dal 2023 al 2026 con una dotazione annua di 25 milioni.

Per i tre fondi variano gli importi concessi, ma anche le condizioni di ammissibilità (tab. 3). Per tutti l’aiuto è in regime di “de minimis” (cioè si possono ottenere al massimo 25.000 euro in tre anni) per non più di 50 ettari annui, ed è richiesta la sottoscrizione di un contratto di filiera di durata almeno triennale.

L’accesso ad alcuni di questi fondi, per l’annualità 2023, prevede una domanda di aiuto la cui scadenza è nel mese di dicembre 2023, precisamente (tab. 1):

- 1° dicembre 2023 per il Fondo competitività delle filiere;

- 11 dicembre 2023 per il Fondo sovranità alimentare.

Articolo pubblicato sulla rubrica Primo piano di Terra e Vita

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tab. 2 Fondi nazionali per le filiere agricole vegetali: stanziamenti
Anno Fondo grano duro (mln di euro) Fondo competitività delle filiere
(mln di euro)
Fondo sovranità alimentare
(mln di euro)
2017 10 - -
2018 10 - -
2019 10 - -
2020 10 14 -
2021 10 18 -
2022 10 10 -
2023 14 10 25
2024 12 - 25
2025 10 - 25
2026 - - 25

 

Fondo grano duro

Il “fondo grano duro” intende stimolare l’organizzazione della filiera grano-pasta nazionale tramite un incentivo massimo di 100 €/ha per gli agricoltori che stipulano contratti di filiera di durata almeno triennale.

L’aiuto è richiedibile dalle imprese agricole che abbiano già sottoscritto contratti di filiera di durata almeno triennale, entro il 31 dicembre dell’anno precedente alla scadenza della domanda di contributo. Per la campagna 2023, il contratto di filiera doveva essere sottoscritto entro il 31 dicembre 2022.

L’aiuto, spettante a ciascuna impresa agricola, è commisurato alla superficie agricola coltivata a grano duro, nel limite di 50 ettari.

Fermo restando il limite massimo di 100 euro a ettaro, l’importo unitario dell’aiuto è determinato in base al rapporto tra l’ammontare dei fondi stanziati e la superficie totale coltivata a grano duro per la quale è stata presentata domanda di aiuto. In altre parole, se le richieste sono superiori alla disponibilità di 10 milioni di euro, l’importo erogato sarà ridotto proporzionalmente.

Contratto di filiera triennale

Un requisito fondamentale per l’accesso al contributo è la sottoscrizione di un contratto di filiera di durata almeno triennale tra i soggetti della filiera cerealicola, finalizzato a favorire la collaborazione e l’integrazione tra i produttori e le imprese di trasformazione del grano duro, il miglioramento della qualità del prodotto e la programmazione degli approvvigionamenti, sottoscritto dai produttori di grano duro, singoli o associati, e altri soggetti delle fasi di trasformazione e commercializzazione.

L’aiuto del “fondo grano duro” si applica esclusivamente alla produzione di grano duro per la trasformazione industriale e non alla produzione di grano “da seme”.

Obbligo di sementi certificate

Per accedere al fondo grano duro, gli agricoltori dovranno utilizzare sementi certificate. Una circolare Agea dovrà definire gli aspetti relativi all’utilizzazione di sementi certificate. Le disposizioni Agea prevedono i quantitativi minimi di sementi certificate, pari ad almeno 150 kg/ha, eccetto la varietà Senatore Cappelli per la quale il quantitativo minimo è pari a 130 kg/ha.

Fondo competitività filiere

Il Decreto ministeriale n. 48421 del 2 febbraio 2022 ha istituito il “Fondo per la competitività delle filiere agricole” per lo sviluppo delle filiere del mais e delle proteine vegetali (legumi e soia), tramite l’incentivo a contratti triennali finalizzati a migliorare l’integrazione tra produttori e imprese di trasformazione. Gli aiuti sono concessi nel limite di spesa di 10 milioni di euro per l’anno 2023 (5 milioni per il mais e altrettanti per legumi e soia).

Per la campagna 2023 è concesso un aiuto massimo di 100 €/ha coltivato a mais e/o proteine vegetali (legumi e soia) con contratto di coltivazione. L’ammissibilità delle superfici a mais, legumi e soia condotte e coltivate dal richiedente in campo successivamente al 15 maggio, viene verificata recuperando tali utilizzi dal fascicolo aziendale. I legumi che possono beneficiare del contributo sono: pisello da granella, fagiolo, lenticchia, cece, fava e favino da granella.

L’aiuto del “fondo competitività filiere” si applica esclusivamente alla produzione di mais, soia e legumi per la trasformazione e non alla produzione “da seme”, insilato, foraggio o produzione energetica. Non è richiesto l’utilizzo di sementi certificate.

Con le Istruzioni operative n. 91 del 3 ottobre 2023, Agea ha emanato le disposizioni per la presentazione della domanda, che può essere presentata a partire fino al 1° dicembre 2023, tramite un modulo precompilato contenente le informazioni necessarie, acquisite dal fascicolo aziendale, cioè le superfici aziendali da utilizzare per le misure di aiuto e il piano di coltivazione. Il richiedente potrà accettare o modificare la relativa superficie richiesta ad aiuto.

Mais e proteine vegetali

Il Decreto ministeriale n. 48421 del 2 febbraio 2022 prevede la concessione dell’aiuto con la finalità di:

- favorire la competitività del settore agricolo e agroalimentare;

- favorire lo sviluppo e gli investimenti delle filiere;

- valorizzare i contratti di filiera nel comparto maidicolo e delle proteine vegetali (legumi e soia);

- migliorare la capacità di autoapprovvigionamento, così da garantire scorte che consentano di affrontare situazioni di crisi.

Il contributo è concesso alle imprese agricole che abbiano sottoscritto (entro il termine di scadenza della domanda di contributo, cioè entro il 1° dicembre 2023), direttamente o attraverso cooperative, consorzi e organizzazioni di produttori riconosciute di cui sono socie, contratti di filiera di durata almeno triennale.

Fondo sovranità alimentare

Il decreto ministeriale 9 agosto 2023,“Criteri e modalità di attuazione del Fondo per la sovranità alimentare”, stabilisce un aiuto per i cinque settori; mais, proteine vegetali (legumi e soia), frumento tenero, orzo, carni bovine Sqnz.

L’obiettivo è di rafforzare la produzione di cibo italiano di qualità e la tutela delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari nazionali tramite il sostegno alle suddette filiere.

Il Fondo prevede una dotazione di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024, 2025 e 2026, per un totale di 100 milioni di euro. Il sostegno consiste in un aiuto per ettaro incrementale rispetto alla media delle superfici di ogni agricoltore.

tab. 3 Fondi nazionali per le filiere agricole vegetali: importi massimi
Anno Fondo Grano Duro Fondo competitività
delle filiere
Fondo Sovranità Alimentare
2017 Grano duro 100 €/ha - -
2018 Grano duro 200 €/ha - -
2019 Grano duro 100 €/ha - -
2020 Grano duro 100 €/ha Mais 100 €/ha
Soia e legumi 100 €/ha
-
2021 -
2022 -
2023 Per l’ettaro incrementale:
Mais 400 €/ha;
Soia e legumi 250 €/ha;
Grano tenero 300 €/ha;
Orzo 200 €/ha.
2024 -
2025 -
2026 - -

Le filiere interessate

Il riparto delle risorse disponibili tra le filiere per ciascun anno è così fissato (tab. 3):

a) filiera del mais: 8 milioni di euro;

b) filiera delle proteine vegetali (legumi e soia): 5 milioni di euro;

c) filiera del frumento tenero: 4 milioni di euro;

d) filiera dell’orzo: 3 milioni di euro;

e) filiera carni bovine collegate alla linea “vacca-vitello” e delle carni bovine Sqnz: 5 milioni di euro.

Eventuali somme residue di una filiera possono essere utilizzate per soddisfare le richieste eccedenti delle altre.

I legumi interessati sono: pisello, fagiolo, lenticchia, cece, fava e favino.

Il massimale degli aiuti concedibili per ettaro incrementale è fissato in (tab. 3):

- mais: 400 €;

- proteine vegetali (legumi e soia): 250 €;

- frumento tenero: 300 €;

- orzo: 200 €.

filiereL’ettaro incrementale

Nel caso delle coltivazioni relative a mais, proteine vegetali, frumento tenero e orzo, la superficie che beneficia dell’aiuto è l’ettaro incrementale. Ovvero l’impegno di coltivazione annuale desunto dal contratto deve essere incrementale rispetto alla media delle superfici dichiarate per la coltura oggetto dell’aiuto risultante dai piani di coltivazione grafici utilizzati per la domanda unica presentata negli ultimi tre anni antecedenti. In altre parole, le superfici medie “storiche” non beneficeranno dell’aiuto.

Per il 2023, la media delle superfici dichiarate per la coltura oggetto dell’aiuto risultante dai piani di coltivazione sono relative agli anni 2020, 2021 e 2022.

Sono esclusi dal calcolo della media gli anni in cui il soggetto beneficiario non ha seminato la coltura oggetto dell’aiuto.

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Contratto di filiera triennale

Il requisito fondamentale per l’accesso al contributo è la sottoscrizione di un contratto di filiera almeno triennale.

Il contratto di filiera è un contratto privatistico tra i soggetti delle suddette filiere, finalizzato a favorire la collaborazione e l’integrazione tra i produttori e le imprese di trasformazione, nonché i soggetti attivi nel settore del commercio, il miglioramento della qualità del prodotto e la programmazione degli approvvigionamenti, sottoscritto dai produttori singoli o associati e altri soggetti delle fasi di trasformazione e commercializzazione.

Ci sono diverse modalità di sottoscrizione dei/i contratto/i triennale/i di filiera:

1. imprenditore agricolo e imprese di trasformazione;

2. cooperative, consorzi agrari e organizzazioni di produttori e imprese di trasformazione;

3. imprenditore agricolo, singolo o associato e centro di stoccaggio e/o altri soggetti della fase di commercializzazione.

Il contratto può essere sottoscritto direttamente o attraverso cooperative, consorzi e Organizzazioni di produttori riconosciute di cui sono socie, contratti di filiera di durata almeno triennale con imprese di trasformazione e commercializzazione.

Il contratto di filiera o l’impegno/contratto di coltivazione sottoscritto dal richiedente l’aiuto deve indicare almeno la superficie oggetto del contratto, comunque non eccedente la superficie inserita nel Piano di coltivazione della Domanda di aiuto del richiedente. L’aiuto a ettaro spettante a ciascun soggetto beneficiario è commisurato alla superficie agricola nel limite di 50 ettari.

I centri di stoccaggio che eseguono pulitura, essicazione della granella di granoturco e del seme di soia e la successiva commercializzazione si riconoscono come imprese di prima trasformazione. Il contratto di filiera deve essere sottoscritto da tutti i soggetti interessati e deve essere di durata almeno triennale. Non sono ammesse a contributo le colture destinate a insilato, alla produzione di seme, foraggio e produzione energetica. Per il frumento tenero è necessario l’utilizzo di sementi certificate, mentre non sono obbligatorie per orzo, soia e legumi.

Limitazioni all’aiuto

L’aiuto è concesso al soggetto beneficiario nel limite dell’importo massimo previsto per gli aiuti de minimis, quindi fino a 25.000 euro nel triennio. Fermo restando il massimale degli aiuti determinati, in caso di incapienza delle risorse stanziate, l’importo unitario dell’aiuto è determinato in base al rapporto tra l’ammontare dei fondi stanziati e la superficie totale richiesta o il numero di capi bovini allevati.

Se l’agricoltore ha ricevuto un altro sostegno rientrante nel de minimis, può cumulare il sostegno fino alla soglia di 25.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari.

Filiere per le colture strategiche, oltre ai fondi Pac c’è di più - Ultima modifica: 2023-11-23T07:56:32+01:00 da K4

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