«Il prossimo Governo dovrà compiere un grande sforzo: avere lungimiranza nelle scelte e coraggio per quanto riguarda i temi legati alla transizione ecologica, che devono impattare positivamente sul settore agricolo considerato che produce cibo e ha a che fare indissolubilmente con l’ambiente». Così il presidente della Fondazione Enpaia Giorgio Piazza nel corso del Forum Enpaia 2022 “Economia e società. Gli scenari di oggi e di domani nell’epoca dell'incertezza” tenutosi presso Villa Aurelia a Roma. Molti gli argomenti trattati durante il convegno, dal ruolo delle Casse di previdenza agli scenari presenti e futuri del settore agroalimentare, fino alla transizione energetica e ai cambiamenti climatici.
Acqua, energia, burocrazia
Tre i temi non più procrastinabili affrontati da Piazza, in merito ai quali il presidente auspica interventi tempestivi del prossimo Governo. «Il primo è legato all’acqua. Considerando la grande difficoltà che si è presentata quest’anno con la siccità, il piano laghetti di Coldiretti e Anbi dovrà essere una delle priorità. C’è poi l’idea forte di chiedere alla politica di liberalizzare la produzione di energia fino a basse potenze -perché famiglie e imprese agricole non sono energivore- così da favore il minor consumo di gas. Infine è urgente una vera e propria sburocratizzazione per creare testi unici, che siano strumenti agili per permettere alle imprese di avere capacità di investimento e tempi certi.
Dobbiamo costruire nuovo modello agroalimentare per il futuro. Per farlo serve un salto culturale. Se il prossimo Governo riuscirà a decidere su questi temi in modo coraggioso credo che l’Italia potrà certamente conseguire risultati positivi».
Il ruolo centrale delle Casse di previdenza per il settore agricolo
«Quello che caratterizza Enpaia - puntualizza Piazza - è fare bene il proprio lavoro, quindi essere dalla parte dei previdenti, gestire bene il patrimonio per cercare attraverso gli investimenti di favorire lo sviluppo dell’economia reale, soprattutto quella legata all’agricoltura».
Gargano: «Energia, superare sbarramenti culturali e di mancata trasparenza»
Il direttore dell’Anbi Massimo Gargano fa il punto su un paradosso legato alla produzione dell’energia che penalizza il settore e non solo. «Oggi possiamo produrre l’energia ma siamo costretti a consumarla tutta dove abbiamo l’impianto idrovoro. Se l'impianto dista 10 metri dall'azienda siamo costretti a venderla, tranne quella che autoconsumiano, al soggetto che poi la distribuisce e riacquistarla a prezzo di mercato, assolutamente maggiorato. Questo non può funzionare».
«E’ una delle grandi questioni che poniamo all’attenzione dei decisori politici: dobbiamo superare sbarramenti culturali e di mancata trasparenza».
Giansanti: «La nuova Pac non si adatta all’attuale contesto»
«La nuova Politica agricola comune non si adatta all’attuale contesto, rischiando di compromettere il potenziale produttivo delle aziende agricole - afferma il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. Il modello è cambiato, i dobbiamo concentrarci sulle aziende che producono per il mercato».
«Crisi di mercato e cambiamento climatico devono farci riflettere. Inoltre siamo chiamati a produrre di più preservando le risorse naturali. Queste sfide - incalza Giansanti - necessitano di un ripensamento strategico frutto di una visione sostenibile e competitiva che, grazie all’innovazione tecnologica e digitale, favorisca lo sviluppo dell’intero comparto».
Gesmundo: «Una azienda su dieci sta chiudendo»
«Abbiamo 70mila aziende agricole in piena crisi - sottolinea Vincenzo Gesmundo, segretario generale Coldiretti -. Una azienda su dieci sta chiudendo. Il caro prezzi non consente marginalità».
«Dobbiamo raggiungere l’autosufficienza energetica delle imprese agricole, ma dobbiamo anche ricordare che la siccità è costata 9 miliardi di euro alle famiglie italiane, allargando il livello di povertà», prosegue Gesmundo.
L’errore di «miniaturizzare l’agricoltura europea»
«C'è poi la questione dei cibi sintetici. Un piccolo gruppo di ricchi investitori sta puntando miliardi di dollari nella comunicazione di una nuova dieta unica planetaria e questo è un tema su cui dobbiamo discutere, perché se passa il cibo sintetico non esisteranno più gli agricoltori», sottolinea il segretario Coldiretti.
Senza troppi giri di parole, Gesmundo incalza: «Timmermans sta miniaturizzando l'agricoltura europea, ha una visione globalista e non comprende che siamo entrati in una fase di deglobalizzazione, e in questo contesto il Nutriscore è vettore per tali pericolosi tentativi di cambiamento».
Fini: «Urgente piano per sostenibilità e competitività filiere agricole»
Secondo il presidente Cia Cristino Fini per il futuro del settore «è urgente un piano strategico che ponga al centro la sostenibilità e lo sviluppo competitivo delle filiere agricole». Serve un progetto, ha continuato Fini, che «dovrà partire dalle misure per fronteggiare le emergenze, quella energetica e climatica insieme alla crisi dei prezzi, e svilupparsi lungo un processo di recupero e rilancio delle aree interne con l’agricoltura protagonista».
«Per salvare l’agricoltura - ribadisce Fini - resta cruciale salvaguardare le tre dimensioni della sostenibilità: economica, sociale e ambientale. È questa la strada da percorrere per cogliere l’irrinunciabile sfida della transizione ecologica e sfruttare le sue importanti opportunità, a partire da quelle del Pnrr».
«Inoltre - conclude il presidente - non dimentichiamo lo sviluppo delle aree interne, che coprono complessivamente il 60% dell’intera superficie nazionale e sono legate a doppio filo con l’agricoltura italiana. Occorre una valorizzazione che passi per la transizione digitale e la meccanizzazione agricola; incentivi a reti e distretti a vocazione territoriale; potenziamento del turismo rurale; sostegno a forme di agricoltura sociale; crescita di filiere agro-energetiche locali. Allo stesso tempo, serve anche una riorganizzazione dei servizi alla persona, con più infrastrutture stradali, sanitarie e scolastiche, evitando il progressivo spopolamento e abbandono di aree fondamentali per il Paese».
Osservatorio Enpaia-Censis, l’agricoltura rafforza la sua reputazione sociale
Come evidenziato dall’Osservatorio Enpaia-Censis presentato in occasione del Forum Enpaia 2022, l’agricoltura e i suoi protagonisti hanno visto rinforzare la loro reputazione sociale, ossia, il grado di fiducia nei loro confronti, a testimonianza di un’azione efficace e apprezzata: il 96% degli italiani ritiene che l’agricoltura sia molto o abbastanza importante per il nostro futuro. Il 74%, inoltre, è convinto che gli agricoltori abbiano già dato un contributo importante nella lotta al riscaldamento globale, quota più alta di 16 punti percentuali rispetto al dato medio europeo.
Secondo l’indagine, gli imprenditori agricoli sono chiamati ad assolvere a molte funzioni sociali rilevanti: per il 54% degli italiani devono garantire la disponibilità di cibo sicuro, sano, sostenibile e di alta qualità; per il 29% la tutela del benessere degli animali allevati; per il 24% la promozione della vita nei luoghi rurali e nelle campagne; per il 19% un’offerta articolata di cibo di qualità; per il 16% la sua fornitura in modo stabile in ogni situazione.
Caro frutta e verdura, pericolosa contrazione del consumo
L’impatto dei costi più alti per il cibo tocca sia i prodotti agricoli subito utilizzabili sia quelli processati dell’industria alimentare. È inevitabile, allora, sottolinea l’Osservatorio Enpaia-Censis, una modificazione delle diete degli italiani. Ad esempio, le dinamiche dei prezzi di frutta e verdura stanno già imponendo una pericolosa contrazione del loro consumo: gli acquisti di frutta e verdura in quantità si sono ridotte in un anno dell’11%. In particolare, gli acquisti di zucchine (-16%), di pomodori (-12%), di patate (-9%), di carote (-7%) e di arance (-8%).(Campione utilizzato per l’indagine: 1000 cittadini).