Di formazione scientifica, un ingegnere del software, curioso e affascinato dalla novità, Mattia De Rosa da cinque anni lavora nel mondo dei dati Microsoft.
In qualità di direttore della Divisione Cloud & Enterprise di Microsoft da due anni si occupa delle attività rivolte alla promozione e alla vendita di tutti i servizi cloud di Microsoft e di tutto quello che riguarda il mondo dei dati, Iot (Internet of things), infrastrutture, intelligenza artificiale, ecc. L’impegno è quello di supportare Microsoft nell’ambito di alcuni specifici mercati sui quali lavora al fine di aiutare i clienti a utilizzare le piattaforme cloud nel modo più proficuo possibile.
Quando è stato il suo primo incontro con l’agricoltura?
Il mio primo approccio al mondo agricolo è avvenuto cinque anni fa, quando mi sono reso conto, con stupore, della forte innovazione che già caratterizzava questo settore. L'esempio lampante – spiega De Rosa - è stato il caso di una startup che ha deciso di impiegare nella propria azienda tecnologie per monitorare lo stato di salute delle api all'interno degli alveari al fine di migliorare la produzione di miele. È stato in quel momento che mi sono reso conto di quanto la tecnologia e l'informatica, le stesse che vedevo quotidianamente e banalmente in altri settori, stessero caratterizzando anche il settore dell'agricoltura. Prima l’apicoltore passeggiava e controllava di persona gli alveari, oggi siede alla sua scrivania e riceve allert da tablet e smartphone nel momento in cui si verifica un problema o una anomalia. Una vera e propria rivoluzione insomma.
Il dialogo con l'agricoltore
Microsoft comunica in modo diretto con l'agricoltore oppure si interfaccia con aziende o enti professionali?
Tecnicamente in Microsoft non abbiamo una divisione che si occupa in maniera specifica di agricoltura ma ci dedichiamo al mercato manifatturiero. È all'interno di questo che troviamo chi lavora la materia prima agricola per produrre beni di consumo alimentare. Il dialogo con l'agricoltore – racconta De Rosa - è di tipo indiretto, mediato da aziende o enti che si dedicano esclusivamente al settore. In particolare, le nostre collaborazioni si instaurano nell’ambito della ricerca, dove proponiamo l’utilizzo delle nostre tecnologie e offriamo il massimo supporto.
Microsoft serve sia grandi clienti sia le Pmi (piccole e medie imprese) e di conseguenza io e i miei colleghi dobbiamo avere le competenze adeguate per soddisfare le richieste di un mercato particolarmente ampio. La modalità con la quale promuoviamo la nostra tecnologia è quindi molto varia, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: garantire la massima efficacia in ogni specifico settore di applicazione.
Progetti in corso
Qualche esempio di collaborazione work in progress?
Tra le molte collaborazioni in corso in ambito agricolo – risponde De Rosa - c'è anche quella avviata tre anni fa con la Fondazione Bruno Kessler di Trento: stiamo lavorando insieme a progetti che prevedono l'impiego intelligenza artificiale. In particolare, nell’ambito del progetto Microsoft “AI For Hearth” (intelligenza artificiale per la terra) dedicato alla sostenibilità ambientale e alla conservazione della biodiversità, la Fondazione Bruno Kessler ha sviluppato “Heat Wave” (onde di calore), un sistema in grado di prevedere a livello microscopico e a livello locale l’impatto che si avrà in campo in virtù dei cambiamenti climatici. Andando a misurare le condizioni atmosferiche e registrando immagini da satellite a esempio diventa possibile fare delle previsioni locali in modo da offrire a chi sta coltivando strumenti utili per mettere in atto delle azioni di recovery.
Un esempio questo che integra i dati raccolti da diverse fonti come mappe satellitari, storico dati sull’andamento delle temperature, dati locali, ecc. al fine di fare delle previsioni su piccola scala. Il tutto grazie alle tecnologie dell’Internet delle cose che misurano diversi parametri.
Parlando sempre di sostenibilità – aggiunge De Rosa -, Microsoft ha ideato anche “FarmBeats”, un progetto di ricerca agricola che consente di applicare il digital farming anche in aree remote grazie all'uso di apparecchiature economiche per il monitoraggio. L'obiettivo: aumentare l'efficienza produttiva ricorrendo a soluzioni tecnologiche innovative ma low cost. Il progetto prevede una connettività Internet supportata dall'impiego di energia solare, il rilevamento di alcuni dati, come temperatura e umidità del suolo, e l'elaborazione di questi con modelli di calcolo basati su cloud.
I dati provenienti da sensori e droni a basso costo che prevedono algoritmi di apprendimento automatico si uniscono così alla conoscenza e all'intuizione degli agricoltori per ottenere la massima efficienza.
Il ruolo di Microsoft all’interno di questo flusso – precisa De Rosa - è la creazione di piattaforme e di strumenti che gli agricoltori possano applicare per la raccolta e l’elaborazione dei dati.
Consumatori sempre più esigenti
Secondo lei il legame tra Microsoft e agroalimentare nasce per soddisfare le nuove esigenze della moderna società sempre più attenta a quello che mette nel piatto?
La necessità di incrementare la produzione di alimento per soddisfare la maggiore richiesta da parte di una popolazione in continua crescita porta le aziende che producono innovazione e tecnologia a mettersi in gioco, ricercando soluzioni che possano rendere questa impresa più sostenibile. Anche Microsoft si sta impegnando per fare questo – puntualizza De Rosa -. Produciamo strumenti che sono alla portata di tutti: sia per gli specialisti sia per chi non ha competenze specifiche. Dematerializzare le infrastrutture su internet e renderle fruibili a livello mondiale è uno dei nostri obiettivi.
Invenzioni che migliorano le performance aziendali
Agricoltura e tecnologia. Un ossimoro?
Non sono convinto che agricoltura e tecnologia siano un ossimoro. Secondo il mio personale punto di vista – spiega De Rosa -, l’aratro è l’essenza della tecnologia, un sistema che l’uomo si è inventato per migliorare la performance della propria attività. Gli strumenti Iot sono l'aratro degli anni 2000.
Prospettive future
Quale futuro per l'agricoltura italiana nel breve periodo?
Sono convinto che il contributo da parte della tecnologia sarà sempre più incisivo e l'efficienza sempre più alta. Pensando esclusivamente al nostro Paese, credo che esso rappresenti un giardino del Mondo: la nostra realtà non è adatta a coltivare e produrre alimento per sfamare l'intera popolazione mondiale, il nostro core business è invece la tipicità e l'unicità delle nostre produzioni. Abbiamo una grossa fortuna, ovvero quella di poter produrre l’alta qualità e l'eccellenza dell'agrifood, e penso che la tecnologia ci possa aiutare a stare al passo coi tempi e a rispondere alle sempre più specifiche esigenze della moderna società. Sta a noi saper sfruttare al massimo il potenziale che l'informatica ci sta offrendo per poter garantire il valore aggiunto alle nostre produzioni e preservare questo plus nel tempo.
Infine credo che sia indispensabile una adeguata formazione per chi fa uso di tecnologia e innovazione. Aumentare le competenze personali è fondamentale. La tecnologia ha quindi un potenziale elevatissimo e noi dobbiamo saper sfruttarlo e promuoverlo al meglio.