È cinese il nuovo direttore generale della Fao ed è stato eletto a larga maggioranza dall'Assemblea dell’Organizzazione dell’Onu per l'alimentazione, l'agricoltura e le azioni di contrasto alla fame nel mondo.
Il cinese Qu Dongyu è prevalso già al primo turno di votazione battendo i candidati schierati da Francia e Georgia.
Elezione al primo turno
Il candidato del paese del Dragone ha ricevuto un totale di 108 voti su 191 votanti, costituendo una maggioranza qualificata nel primo turno.
Le elezioni si sono svolte durante la 41a sessione della Conferenza della FAO del 22-29
giugno 2019, il più alto organo di governo dell'Organizzazione. Secondo l'agenzia Agi Qu era tra i favoriti dal momento che vantava il probabile sostegno dei Paesi del cosiddetto G77, tra questi diversi Paesi latinoamericani come il Brasile, di cui il gigante asiatico tradizionalmente fa parte.
La Cina conosce bene anche la complessità della questione, soprattutto ora che è coinvolta in una guerra commerciale con gli Stati Uniti, che l'ha costretta a rifornirsi di cereali e soia in altri mercati, motivo per cui considera l'alimentazione una priorità nella sua agenda.
Biologo con esperienze nel digitale e microcredito
Qu Dong Yu, nato nel 1963, è attualmente Vice Ministro dell'agricoltura e degli affari rurali della Cina. Biologo di formazione, ha lavorato per trent'anni nel settore agricolo e alimentare, nello sviluppo di tecnologie digitali per l'agricoltura e le aree rurali, dove ha anche introdotto il microcredito. La Cina aspira «sempre più a posizioni di responsabilità all'interno dell'Onu - ha spiegato Richard Gowan, analista di CrisisGroup, un centro di analisi degli affari internazionali non governativi-». Secondo i rumours riportati da Agi, nei mesi scorsi, Pechino avrebbe intensificato gli sforzi diplomatici mettendo spesso mano al portafogli soprattutto per aggiudicarsi il sostegno degli Stati africani (leggi oltre). Sarà il nono direttore generale della FAO da quando l'organizzazione è stata fondata il 16 ottobre 1945. Il mandato del nuovo direttore generale, che succederà al brasiliano José Graziano da Silva, inizierà il 1 ° agosto 2019 e terminerà il 31 luglio 2023.
Dietro le quinte dell'elezione
Come sempre le elezioni ad importanti istituzioni internazionali scatena la caccia alle azioni di lobby, lecite o meno, che si sarebbero svolte dietro le quinte. Secondo quanto riporta Agi, Pechino aveva ottenuto una prima vittoria con il ritiro a marzo del candidato camerunense, Medi Moungui. Secondo un ignoto diplomatico citato dall'Agenzia, la Cina avrebbe pagato un debito di circa 70 milioni di dollari (62 milioni di euro) in cambio. Pressioni intense sarebbero state fatte anche nei confronti di Paesi sudamericani: il Brasile e l'Uruguay, secondo fonti diplomatiche citate da Le Monde, sono stati minacciati «con il bando delle loro esportazioni agricole verso la Cina se questi due paesi non avessero dato il loro voto».