Parte con il piede giusto la versione digitale dell’Eima di Bologna, ovvero Eima Digital Preview (Edp), che è stata il tema centrale dell’assemblea generale di FederUnacoma, l'associazione italiana dei costruttori di macchine agricole, svoltasi recentemente a Bologna.
In soli tre giorni dall’apertura delle iscrizioni (15 settembre, ndr), più di mille operatori da tutto il mondo si sono prenotati sulla piattaforma e più di 400 aziende espositrici, sulle 1.600 prenotate, hanno già completato l'allestimento delle proprie room virtuali. «L’Eima rappresenta il primo appuntamento di settore dopo il lockdown della primavera scorsa, un evento che - ha spiegato il direttore generale di FederUnacoma, Simona Rapastella - ha il compito di rivitalizzare il mercato, di mettere nuovamente a contatto la domanda di tecnologie per l’agricoltura con quelle prodotte dalle industrie costruttrici».
«Come per l’Eima reale – ha detto Rapastella durante l’incontro con i giornalisti – anche Edp certificherà i dati, ma siamo davvero cauti sull’effettivo risultato che potremo avere. È un anno zero per tutti, infatti, e dobbiamo stare con i piedi per terra».
«Abbiamo saputo cogliere l'idea e cavalcarla in modo caparbio e proattivo – ha aggiunto Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma – con questa formula ibrida che porteremo avanti anche nei prossimi anni, integrandola con la fiera fisica per allargarne le potenzialità. Ma nessuna fiera potrà essere solo virtuale o solo reale».
«Grazie all’Edp - ha spiegato Rapastella - le industrie espositrici hanno la possibilità non solo di intercettare la domanda di tecnologie agricole proveniente da ogni parte del mondo, ma di selezionare e razionalizzare i contatti d’affari, preparando così in modo ottimale l’evento fisico di febbraio. Un evento che si svolgerà secondo le date previste dal calendario e che potrà offrire agli operatori standard di sicurezza che si pongono come i più elevati nell'intero panorama fieristico internazionale». Tanto che probabilmente all’interno del tavolo tecnico di lavoro istituito con Bologna Fiere verrà inserito un epidemiologo, in modo da trasmettere tramite l’avallo scientifico ulteriore rassicurazione psicologica.
«Le fiere sono importanti soprattutto per le medio-piccole aziende – ha concluso Malavolti – e in questi ultimi mesi gli associati FederUnacoma hanno detto sì all’Eima perché in questo modo, pur essendo uno sforzo importante, aiutiamo tutto il sistema. Noi siamo un sistema economico, non un gruppo di imprenditori sciolti, e l’Eima è la nostra casa comune».
MERCATO IN RIPRESA
Pur registrando un dato ufficiale a fine agosto ancora negativo nelle immatricolazioni di trattori in Italia (-15%), la sensazione è che come vendite e fatturati si sia tornati ai livelli del 2019. «Si stanno vendendo trattori più potenti e attrezzature più grandi – ha spiegato Malavolti – grazie all’agricoltura 4.0, ai contoterzisti ecc., per cui il mercato non sta andando male. A oggi le previsioni sono di chiudere il 2020 a quota 16.500/17.000 trattori immatricolati (-11/-8%), ma come valore il calo dovrebbe limitarsi al 2-3%».
Nelle ultime settimane il trend sta addirittura migliorando e, guardando anche all’indagine del Cema (l'associazione europea dei costruttori di macchine agricole) Barometer, il 70% degli imprenditori prevede nel prossimo futuro un fatturato pari o superiore a prima. «Per questo credo che il 2021 sarà un discreto anno – continua Malavolti –. A questo proposito, abbiamo chiesto allo Stato di aiutarci in modo pesante, in particolare con fondi pluriennali (bandi Isi, Inail…) in grado di svecchiare il parco macchine circolante che definire obsoleto è un eufemismo. Sostituire macchine vecchie con macchine nuove è ormai imprescindibile per una questione di sicurezza. Inoltre, come FederUnacoma abbiamo presentato al Governo un progetto, in particolare sulla digitalizzazione e sulle nuove motorizzazioni, con richiesta di destinare al settore della meccanica agricola una parte dei fondi stanziati nell’ambito del Recovery Fund. Il progetto è stato molto apprezzato dalla ministra Bellanova, per cui mi auguro che rientri nei progetti finanziati dall’Europa».