Guerra e pandemia non fermano la globalizzazione dei mercati e nemmeno l’import di commodity agricole.
Esce infatti il rapporto Anacer (Associazione nazionale cerealisti) sulla bilancia commerciale cerealicola dell’intero 2022 ed emergono forti aumenti degli arrivi in quasi tutte le referenze (tranne quelle colpite dall’effetto clima, come il grano duro).
«Sulla base delle rilevazioni Istat – si legge nel rapporto Anacer - le importazioni in Italia nel settore dei cereali, semi oleosi e farine proteiche nell'intero anno 2022 sono aumentate sia nelle quantità di 1,54 milioni di tonnellate (+7,5%), sia nei valori di 2,9 miliardi di euro (+41,5%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente».
Boom degli arrivi di mais, in flessione il duro
In particolare l’analisi certifica che le importazioni in Italia di cereali in granella aumentano di 1,37 milioni di tonnellate (+10,3%), pari ad un controvalore di 1.796,1 milioni di euro (+54% rispetto al 2021).
- L'incremento quantitativo è dovuto principalmente al mais (+1,6 milioni di t, pari a +975,6 milioni di euro);
- pure in aumento il grano tenero (+106.000 t) e l'orzo (+44.200 t);
- in diminuzione del 20% gli arrivi di grano duro (-462.000 tonnellate, per un controvalore di +182,5 milioni di euro rispetto all'anno precedente);
- le importazioni di riso chiudono l'anno con un incremento di 189.000 t (+82% considerando nel complesso risone, riso semigreggio, lavorato e rotture);
- per quanto riguarda le farine proteiche e vegetali si registra un incremento nelle quantità di 120.000 tonnellate (+5%) per un valore di 283,2 milioni di euro (+33,4%);
- per i semi e frutti oleosi il saldo quantitativo negativo di 236.000 tonnellate, corrisponde ad un controvalore in aumento di 270,8 milioni di euro (+18,5%).
Granella di duro e pasta italiana
riequilibrano in parte la bilancia commerciale
Anche le esportazioni dall'Italia dei principali prodotti del settore nell'intero anno 2022 sono risultate in aumento nelle quantità di 324.500 t (+7,1%) e nei valori di 1.459,9 milioni di euro (+34,5%) rispetto allo stesso periodo 2021.
- L'incremento è dovuto ai cereali in granella (+130.000 t, di cui +167.000 t di grano duro e -41.000 t di grano tenero) ed alle paste alimentari (+131.000 t, pari ad un valore di circa 800 milioni di euro);
- risultano in aumento anche le vendite all'estero di farina di grano tenero (+38.000 t),
- di mangimi a base di cereali (+27.000 t);
- di riso (+13.700 t considerato nel complesso tra risone, semigreggio e lavorato).
- chiudono l'anno 2022 in negativo le esportazioni di semola di grano duro (-8,3%) e dei prodotti trasformati/sostitutivi (-0,5%).
Perdita secca di 1,4 miliardi di euro
I movimenti valutari relativi all'import/export del settore cerealicolo hanno comportato nell'intero anno 2022 un esborso di valuta pari a 9.861,3 milioni di euro (6.969,7 nel 2021) ed introiti per 5.691,4 milioni di euro (4.231,5 nel 2021). Pertanto il saldo valutario netto e' pari a -4.169,9 milioni di euro, contro -2.738,2 milioni di euro nel 2021".