La nuova rivoluzione verde dell’Unione europea non mette al centro l’agricoltura, ma l’ambiente. Il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ha infatti presentato ieri a Strasburgo, al Parlamento Ue, un piano di investimenti da 100 miliardi di euro per il Green Deal europeo.
L’obiettivo dell’impatto neutrale sul clima
L’europrlamento è chiamato a votare la risoluzione entro oggi. «L'Unione europea – sostiene il Commissario - è impegnata a diventare il primo blocco mondiale a impatto neutrale sul clima entro il 2050».
«Il piano – continua Dombrovskis - impegnerà investimenti pubblici e aiuterà a sbloccare fondi privati attraverso adeguati strumenti finanziari attivati dall’Unione».
Il piano sarà accompagnato da un meccanismo di equa transizione che dovrebbe fornire sostegno finanziario e operativo per aiutare produttori e lavoratori e generare i necessari investimenti in quelle aree che dovranno subire una profonda trasformazione sociale ed economica.
L’autunno caldo dell’agricoltura europea
La Politica agricola comunitaria gioca ovviamente una parte decisiva nell’attuazione di questo ambizioso progetto. In un’Europa già scossa da violente contestazioni da parte degli agricoltori in Francia, Olanda, Germania (ma non Italia) per il peso eccessivo dei lacciuoli burocratici che stringono il settore, l’applicazione del Green deal rischia di aumentare enormemente il peso dell’ecocondizionalità nella concessione degli aiuti sia nel primo che nel secondo pilastro Pac.
Il soft power di Bruxelles
Bruxelles però non vuole rinunciare al suo “soft power”, nell’illusione che le scelte di quello che è ( o era?) uno dei mercati trainanti del commercio agroalimentare mondiale possano influenzare le scelte agroecologiche anche del resto del mondo. «L'unione europea – ribadisce per questo Dombrovskis - prevede di destinare un quarto del proprio bilancio alla lotta ai cambiamenti climatici»