Uva da tavola Igp di Canicattì e Mazzarrone, la Sicilia dichiara lo stato di crisi eccezionale

uva da tavola
Settore in ginocchio a causa di clima avverso e prezzi bassi. La Regione punta a stimolare il rinnovamento varietale

Su proposta dell’assessorato all’Agricoltura Luca Sammartino la giunta della Regione Siciliana ha deliberato lo stato di “crisi eccezionale” per il settore dell'uva da tavola Igp di Canicattì (Agrigento) e Mazzarrone (Catania).

L’aumento della spesa energetica che ha inciso sia sulla produzione che sulla distribuzione, è stato l’ultimo degli eventi negativi che ha influito sul disastroso andamento della campagna 2022. Per avere un’idea della sofferenza del comparto basta citare due dati: il costo di produzione pari 0,60 €/kg e il prezzo medio di vendita che in piena campagna si è attestato tra 0,20 e 0,30 /kg. Il risultato è stata una perdita complessiva di circa 200 milioni di euro. A questo si è aggiunto il recente aumento dei tassi d'interesse che ha colpito ulteriormente le aziende del settore che sono particolarmente esposte con il sistema bancario perché anticipano rilevanti somme necessarie alla coltivazione.

Clima avverso e qualità scarsa

Per Salvatore Lo Dico, presidente del Consorzio di tutela dell’uva da tavola di Canicattì, nel 2022 si è verificata quello che gli economisti definiscono la “tempesta perfetta”. «Il cocktail fatto di condizioni climatiche avverse, conflitto russo-ucraino, crisi economica con conseguente inflazione, aumento dei prezzi e ridotto potere d’acquisto delle famiglie nel 2022, ci ha praticamente messo ko», afferma Lo Dico.

Per l’uva Italia, vanto e simbolo del comprensorio di Canicattì, c’è stato anche un problema di qualità. «Il caldo torrido continuo che ha caratterizzato i mesi di luglio e agosto ha influenzato negativamente la qualità dell’uva Italia – spiega Lo Dico –. I consumatori abituati alla dolcezza e alla croccantezza tipiche degli acini della nostra uva sono rimasti delusi e quest’estate hanno preferito acquistare altra frutta». Per non parlare poi della campagna tardiva. Il susseguirsi del fenomeno delle nebbie ha provocato lo sviluppo di muffe che non ha consentito ai grappoli di rimanere sulla pianta fino al periodo natalizio.

Insomma una debaclè su tutti i fronti. A Mazzarrone, dove insiste un’altra Igp dell’uva da tavola, non è andata meglio. «Anche da noi tra eccessi termici e bombe d’acqua, non c’è stato verso di mantenere a lungo i grappoli sulle piante» lamenta il presidente del Consorzio di tutela dell’uva da tavola di Mazzarrone Igp Giovanni Raniolo.

Crisi uva da tavola, misure a favore dei produttori di Puglia e Sicilia

Una crisi che parte da lontano

A dire il vero, però, i problemi del comparto uva da tavola in Sicilia sono più gravi di quanto possa apparire. Quella del 2022, infatti, è stata solo l’ultima di una serie di annate critiche. L’ultima annata buona che i produttori ricordino è quella del 2017. Poi un periodo funestato prima dal cracking, poi dalla crisi commerciale (quella del 2019), poi ancora dalla pandemia, per finire nel 2021 con le avversità climatiche. Il 2022 è storia recente con le incertezze legate alla guerra, alla crisi economica e alla contrazione dei consumi.

Ecco spiegato il motivo degli abbandoni. «Sono stati estirpati i vigneti più vecchi e quelli situati nelle zone meno vocate, ma bisogna interrogarsi se non sia arrivato il momento di mettere in campo un serio rinnovamento varietale» afferma Rosario Marchese Ragona, produttore di uva Italia e presidente regionale di Confagricoltura. Il riferimento è alle varietà apirene verso cui i consumatori si mostrano sempre più interessati, privilegiando l’assenza di semi al sapore e alla consistenza gradevole.

Scongiurare l'abbandono della coltivazione

Tra i produttori qualcuno ha deciso già di abbandonare la coltivazione dell’uva da tavola per proiettarsi verso la produzione di albicocche precoci o pesche medio-tardive, o ancora mandorlo (tornando alle origini agricole di questo territorio). «Ma potrà farlo solo se dispone di terreni poco sfruttati e alleggeriti dalla stanchezza grazie alle colture erbacee e alle corrette rotazioni. Per altri, privi dei terreni di “sostituzione”, si tratterà di un abbandono totale delle colture da reddito per tornare ai più magri guadagni dei seminativi», osserva Marchese Ragona. Qualcuno teme che su queste terre possa cadere l’occhio interessato dei colossi stranieri dell’energia solare.

Per scongiurare l’abbandono e l’impoverimento di interi comprensori, la platea dei produttori ha chiesto aiuti “speciali”. In questo contesto si inserisce la delibera della giunta di governo regionale con cui è stato dichiarato lo stato di crisi “eccezionale”. Delibera da interpretare come atto propedeutico per il varo di azioni mai esplorate fin d’ora (almeno per il comparto uva da tavola).

Un bando Csr per il rinnovamento varietale

Potrebbe così prendere forma un bando del Csr destinato esclusivamente ai produttori di uva da tavola e finalizzato a superare il fenomeno dell'inerzia varietale, che ha contraddistinto la produzione italiana nel ventennio 1980/2000 e che è ritenuta la principale causa della perdita di competitività sui mercati globali. Per troppo tempo, infatti, la coltivazione della cultivar Italia ha interessato oltre l'80% della superficie nazionale, mentre la diffusione delle varietà apirene è stata molto lenta. Da qui la necessità individuata dal governo regionale di un programma di riconversione varietale che serva ad ampliare il calendario di commercializzazione, piuttosto che concentrarlo in pochi mesi come accade se si continua solo con la coltivazione dell'uva Italia.

«Non ci sono precedenti – ammette Ragona – ma interventi analoghi, anche se in un contesto di grave fitopatia come il virus Tristeza, sono stati varati per l’agrumicoltura. Anche in quel caso si era in presenza di uno stato di crisi eccezionale». Sta di fatto, comunque, che la Giunta di governo ha dato un mandato preciso al Dipartimento regionale dell’agricoltura: realizzare un programma di qualificazione e orientamento al mercato dell'uva da tavola in Sicilia attraverso gli strumenti di politica agricola comune (piano strategico della Pac da elaborare di concerto con i produttori). Adesso la palla passa ai burocrati.

Uva da tavola Igp di Canicattì e Mazzarrone, la Sicilia dichiara lo stato di crisi eccezionale - Ultima modifica: 2023-04-25T10:47:43+02:00 da Simone Martarello

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