Approvato oggi a Bruxelles nella seduta del Parlamento il Regolamento di ripresa e resilienza.
«Una decisione storica per guidare la ripresa»
«L'Unione Europea non si ferma – rivendica con forza David Sassoli, presidente del Parlamento europeo - e il via libera oggi al Recovery resilience facility (Rrf) - il regolamento sugli obiettivi, il finanziamento e le regole di accesso ai fondi europei - è un'altra decisione storica per guidare la ripresa».
«Questa – continua - è l'Europa che corre nella direzione giusta, con soluzioni in forte discontinuità col passato e capace di sostenere i cittadini e la loro vita consentendo agli stati di avere risorse per programmare il loro futuro».
Pnrr nazionali in ritardo
Ora la parola passa agli Stati Membri per far partire il Next Generation Ue per realizzare importanti sinergie con la prossima Pac. I Pnrr (piani nazionali di ripresa e resilienza) devono essere pronti entro aprile Francesca Cionco del Segretariato della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha informato nel corso del nostro webinar «Verso un’agricoltura più giovane e smart» che finora solo 11 Paesi (su 27) hanno presentato informalmente i loro piani. Tra le componenti comuni vi è l’attenzione al trasporto sostenibile e alla digitalizzazione.
«Ci attendiamo – commenta ancora Sassoli - che i Parlamenti nazionali accelerino la ratifica dell'aumento delle risorse proprie dell'Unione, essenziale per emettere bond e finanziare la ripresa. Non c'è tempo da perdere e ogni ritardo sarebbe un danno enorme a cittadini e imprese».
Il fulcro finanziario del Next Generation Eu
Il via libera è arrivato dopo mesi di lunghi e complessi negoziati, ma il voto di oggi ha riscosso una larghissima maggioranza con 582 voti a favore, 40 contrari e 69 astenuti.
Lo sottolinea in un comunicato Paolo De Castro (Eurodeputato S&d). «Con una dotazione finanziaria – spiega l’eurodeputato e membro della Commissione bilancio - di oltre 672 miliardi di euro tra sovvenzioni a fondo perduto e prestiti, il dispositivo è il fulcro del piano Next Generation Eu».
L’inedita creazione di debito comune
«L'Europa – mette in luce l’eurodeputata S&D Elisabetta Gualmini, ha saputo dare una
risposta inedita a una crisi senza precedenti attraverso la creazione di debito comune e di strumenti straordinari come questo, che saranno finanziati nei prossimi anni da un paniere di risorse proprie europee».
«Adesso tocca al nostro paese e al Governo Draghi far arrivare in porto queste risorse preziose per la ripresa dallo shock economico e sociale provocato dalla pandemia».
Italia primo beneficiario
«L'Italia è il primo beneficiario di questo strumento per la ripresa e dunque dovrà essere capace di indirizzare queste spese verso le nuove generazioni e verso l'economia del futuro per renderla più equa e sostenibile, nel rispetto dei target previsti dal regolamento».
«Sono fiducioso – continua De Castro - che il lavoro che abbiamo fatto a Bruxelles in questi mesi e che ha portato a risultati importanti come una quota di pre-finanziamento al 13% e una procedura di fast-tracking sulla disciplina degli aiuti di stato, possa offrire al nostro Paese gli strumenti necessari per avviare un cammino di ripresa, nell'interesse delle prossime generazioni di cittadini europei».
«Spazio alle Regioni per la presentazione e selezione progetti»
«Il Parlamento europeo ha approvato dopo mesi di negoziati il più grande piano di aiuti
nella storia dell'unione europea. le regioni giocheranno un ruolo importante nell'attuazione del recovery plan».
Lo sostiene l’europarlamentare Herbert Dorfmann (Ppe), che ha proposto una formula che dia più peso alle regioni nella risoluzione del parlamento. «Per l'efficacia del nuovo meccanismo – spiega- è importante che le Regioni siano coinvolte adeguatamente nel processo di presentazione e selezione dei progetti. Le risorse vanno dispiegate rapidamente, al fine di cominciare a gestire il prima possibile le conseguenze della crisi. Il Sud Tirolo è pronto: la provincia ha presentato al governo 47 progetti, per un totale di 2,4 miliardi di euro di investimenti. Nei prossimi mesi vedremo se e in che misura questi progetti saranno finanziati con fondi europei».
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