Caro fertilizzanti, incentivare la produzione nazionale

benessere animale
Nell'editoriale di Terra e Vita n. 5/2022 le soluzioni proposte da Giuseppe Elias per cercare di mitigare gli effetti dell'aumento dei prezzi dei concimi

Anche il settore agricolo sta facendo i conti con aumenti folli delle materie prime necessarie per dare il via alla nuova campagna di semina. Energia e carburanti, ma soprattutto i fertilizzanti. Si parla di prezzi due o tre volte più alti rispetto alla scorsa stagione. L’urea 46% è passata da 340 €/t a 900-1000 €/t. E anche se si fosse disposti a spendere simili cifre, i fornitori non sembrano in grado di soddisfare tutte le richieste per carenza di prodotto.

Siamo di fronte a una “tempesta perfetta”, generata da una serie di eventi legati alla pandemia, come l’aumento improvviso del costo dell’energia e il rallentamento dei trasporti internazionali dovuto alla chiusura a singhiozzo dei porti.

Inoltre, molte aziende produttrici di fertilizzanti, soprattutto europee, hanno limitato e in alcuni casi bloccato le produzioni per timore di trovarsi nel pieno di una bolla speculativa sul valore dell’energia e il timore di essere costrette a mettere in magazzino prodotti dal costo di produzione molto alto e di fatto fuori mercato nel caso di un’improvviso calo dei costi energetici.

Editoriale di Terra e Vita 5/2022

Abbonati e accedi all’edicola digitale

Tutto ciò ha fatto sì che ora ci sia una gravissima carenza di questi fondamentali mezzi tecnici per tutte le produzioni agricole, ma soprattutto per commodity come cerali, oleaginose e riso, necessarie per produrre latte e carne, che a loro volta servono per alimentare l’industria agroalimentare delle grandi Dop italiane. Si dovrebbe quindi evitare in ogni modo che gli agricoltori limitino o addirittura sospendano le concimazioni a causa dei costi insostenibili. Si avrebbe una grave riduzione della qualità dei raccolti che a cascata si ripercuoterebbe sulle produzioni nazionali d’eccellenza.

La contingenza dovrebbe essere affrontata con misure straordinarie, come un ristoro economico agli agricoltori, per mitigare almeno in parte, questi enormi aumenti di costi legati alla fertilizzazione. Si potrebbe operare attraverso la Pac identificando capillarmente le superfici e le colture per un calcolo equilibrato del ristoro, dato che l’impatto economico della concimazione è molto diverso tra le varie colture.

Ma servirebbero anche interventi strutturali, ad esempio per creare una produzione nazionale di fertilizzanti capace di coprire almeno in parte le necessità dell’agricoltura italiana. Sistema che per esistere dovrebbe essere messo nelle condizioni di competere con i produttori esteri. Servirebbe quindi un ragionamento sul costo dell’energia elettrica, la più importante voce di costo per la produzione di fertilizzanti.

Ma servirebbe anche una politica radicalmente diversa sull’utilizzo in agricoltura dei rifiuti compostabili e biodigeribili in un’ottica di economia circolare. Questo potrebbe dare una grande mano anche alla riduzione l’uso dei fertilizzanti chimici oltre ad aumentare la quota di sostanza organica nei suoli agricoli, fondamentale per avere terreni sani e produttivi.

Questa situazione sta mettendo in luce quanto il nostro sistema agroindustriale sia delicato e sensibile alle perturbazioni globali che si verificano sempre più spesso. Sarà necessario rivedere le politiche agricole rendendo la nostra agricoltura più efficiente e competitiva. Per farlo serviranno tanta scienza e tecnologia condite di sano buon senso. Solo così noi agricoltori potremo continuare a dare quell’apporto fondamentale per la produzione di tutte le eccellenze agroalimentari italiane.


di Giuseppe Elias
imprenditore agricolo
e membro del comitato tecnico scientifico di Edagricole

Caro fertilizzanti, incentivare la produzione nazionale - Ultima modifica: 2022-02-10T08:29:18+01:00 da K4

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome