Il futuro dell’economia, quindi anche dell’agricoltura, sarà caratterizzato dalla transizione ecologica e digitale. Eppure molti agricoltori e operatori agricoli disdegnano questa evoluzione, considerandola uno slogan. Una prospettiva irrealistica, un’infatuazione, una scelta di palazzo voluta dalle grandi potenze economiche mondiali contro i piccoli imprenditori.
Addirittura, alcuni agricoltori accusano la transizione ecologica di portare a una riduzione dei redditi e alla carestia.
Ma, allora, la transizione ecologica e digitale è una moda passeggera, uno slogan, oppure è un cambiamento strutturale e un futuro inevitabile? E poi, perché questa accelerazione in periodo Covid, quando abbiamo tanti problemi economici e sanitari?
La risposta va ricercata nei bisogni e nelle aspettative dei cittadini-consumatori. I cittadini esprimono le proprie preferenze nell’urna elettorale e nei social media, indirizzando le scelte politiche. I consumatori incidono, in maniera ancora più importante, sulle scelte di consumo e influenzano i prodotti offerti sul mercato e i metodi di produzione delle imprese. La direzione impressa dai cittadini-consumatori è chiara e netta.
Anche in piena emergenza Covid-19, hanno accresciuto l’interesse per la sostenibilità ambientale, il connubio cibo-salute, gli ecosistemi, i modelli sani di vita, la deurbanizzazione, le informazioni sui metodi di produzione e sull’origine dei prodotti.
Analogamente è enormemente cresciuto l’interesse per il digitale, che ha modificato la vita personale, collettiva e lavorativa, nonché le modalità di acquisto dei beni di consumo, attraverso strumenti digitali impensabili nel periodo pre-Covid.
Tante evidenze ci dimostrano che la transizione ecologica e digitale è un cambiamento strutturale e un orizzonte inevitabile.
Per questa ragione, l’Unione europea ha lanciato le strategie “Green Deal europeo”, “Farm to Fork” e Biodiversità, e recentemente una strategia digitale al 2030, che hanno una grande importanza per il settore agricolo, per due ragioni. Da esse ne derivano impegni ambientali, ma anche occasioni di business.
Ma soprattutto il mercato va in questa direzione. Già oggi le persone prestano una sempre maggiore attenzione ai requisiti ambientali, sanitari, sociali ed etici e, ora più che mai, ricercano valore negli alimenti.
Le persone vogliono sentirsi più “vicine” agli alimenti che consumano, vogliono che siano freschi e meno lavorati, che provengano da fonti sostenibili, alimenti salutistici, benessere animale, antibiotic free, prossimità e made in Italy. Infatti, le richieste di filiere più corte si sono intensificate durante la pandemia Covid-19.
Il futuro dell’agricoltura sarà caratterizzato dalla prevalenza dell’agroecologia e dell’agricoltura digitale, per l’ottenimento di prodotti trasferiti al consumatore in filiere agroalimentari perfettamente tracciate e ricche di informazioni.
In altre parole, anche l’agricoltura sarà contrassegnata dalla transizione ecologica e digitale, come tutta l’economia. Gli agricoltori e l’agroalimentare se non saranno sostenibili e digitali, saranno senza prospettive. Questo è il futuro, perché è ciò che vuole il cittadino-consumatore. Sono le scelte dei cittadini-consumatori che guidano l’economia.