Agroetica di Beatrice Toni
Il futuro passerà per innovazione e sostenibilità. Il futuro sarà tecnologia. Il futuro premierà le migliori aziende.
Ma a Expo, in una cascina della cintura agricola di Milano (v. articolo a pag.17), arriva l’ex sindaco Letizia Moratti, cofondatrice della fondazione San Patrignano, a dire che il valore del futuro starà anche nell’etica. Se davvero vorremo nutrire il pianeta.
Equità, correttezza, trasparenza. Etica produttiva e commerciale. Certo, ne ha bisogno il Sud del mondo, ma pare scarseggi anche nelle terre padane (se mai c’è stata). Etica dei prezzi, questa volta quelli del grano duro. Una commodity emblema del made in Italy di cui si narra una singolare nonché recente storia. Ha affrontato il salto di campagna con un forte rimbalzo delle quotazioni verso l’alto sulla piazza di Foggia: erano basse le scorte dei molini, la qualità più alta del previsto e il clima minacciava parte del raccolto canadese.
Dunque, annusata l’aria, produttori subito in stand-by in attesa della lievitazione dei prezzi anche al Centro-Nord; illusi di guadagnare qualcosa almeno dal frumento duro. Ma la Borsa è salita solo un po’, comunque meno del previsto, e alla seduta successiva è addirittura ridiscesa, non di poco. Gli esperti ora lo chiamano rimbalzo ribassista. Qualcun altro, invece, è pronto a scommettere che lo scivolone del prezzo porterà incertezza e convincerà i produttori a vendere anche a quotazioni più basse a vantaggio di chi ha in mano contratti di vendita all’industria calibrati al ribasso (v. ultimo numero di questa rivista). Chiacchiere naturalmente, tra un convegno, una manifestazione in campo e tre telefonate. È certo che i cerealicoltori non hanno festeggiato. Ma i commentatori dicono che è colpa loro: troppo divisi, indifesi, ricattabili. E a breve leggermente denutriti. Questa è l’etica del futuro.
A Nord del mondo.
Non solo chips di Mario Vigo
Imprenditore agricolo, presidente Innovagri
Stiamo vivendo un Expo direi unico in quanto dedicato a un tema strategico:
“Nutrire il pianeta”.
Credo sia giusto interrogarsi su cosa possa rappresentare un’Esposizione Universale dedicata al cibo,che vuole dire soprattutto Agricoltura:
Un punto di arrivo o partenza?
A mio avviso direi partenza, ed è su questo che ci siamo confrontati su cosa sia l’Etica, per far sì che questa occasione si tramuti in qualche cosa di positivo.
Chiedersi come si formano i prezzi, per dare reddito a chi lavora la terra, credo sia etico, e soprattutto avere regole certe e non speculazioni sul cibo e sulle produzioni.
Cito le parole del presidente Hollande «lancio un appello alla grande distribuzione perché offra ai consumatori la qualità e agli agricoltori un prezzo remunerativo».
Domandarsi se sia giusto non produrre e “rinverdire” i terreni italiani ed europei sapendo che quasi 1 miliardo di persone muore di fame, ritengo sia altrettanto etico.
Come produrre e alimentarsi di più e meglio nel futuro per dare più sicurezza alimentare ai consumatori penso sia etico.
A quasi metà dell’Expo suggerisco queste considerazioni con la speranza che le istituzioni possano organizzare un serio confronto fra tutti i Paesi partecipanti all’Esposizione universale.
Nel frattempo se volessimo dare un po’ di anima a questa manifestazione: un pò meno cucina e patatine, un po’ più idee e progetti.