Il gruppo Cgbi, espressione delle storiche associazioni bieticole Anb e Cnb, rinnova i vertici e ridefinisce le proprie linee strategiche incentrate sulla rivoluzione verde e l’economia circolare, sulla produzione di energia pulita da sottoprodotti di origine agricola e reflui zootecnici, mettendo sul tavolo oltre 130 milioni di euro di investimenti programmati e la costruzione di 25 impianti di biometano agricolo in cinque anni.
Gabriele Lanfredi, già vicepresidente Cgbi, succede a Gian Giacomo Bonaldi alla guida del secondo gruppo in Italia per numero di impianti biogas e potenza installata: 20 partecipati – fra cui l’ultimo acquisito che è il biogas Geam a Ruda (Udine) – 26 in gestione diretta e più di 200 in assistenza e consulenza. Sarà affiancato dal vicepresidente Guglielmo Garagnani, numero uno dell’associazione nazionale bieticoltori nonché presidente di Confagricoltura Bologna. Il passaggio di consegne è avvenuto stamane, a Ravenna, all’assemblea dei soci.
«Cgbi diventa protagonista della rivoluzione verde, il partner ideale delle aziende agricole e zootecniche con cui portare a compimento il percorso verso la transizione ecologica. Siamo pronti alle sfide del Pnrr – hanno dichiarato i nuovi vertici, Gabriele Lanfredi e Guglielmo Garagnani – con progetti mirati alla produzione di energia pulita da fonti rinnovabili che si articoleranno lungo quattro direttrici: accelerare la riconversione degli impianti biogas agricoli esistenti verso la produzione di biometano; realizzare nuovi impianti biometano puntando sul progetto Agri.Bio.Metano che di fatto promuove società agricole consortili nelle quali i soci conferiscono l’intero fabbisogno necessario all’alimentazione dell’impianto; favorire la costruzione di biogas di piccola scala – progetto 300kW –. Infine, contribuire alla crescita del fotovoltaico in agricoltura, aggregando le aziende per accrescere la forza contrattuale e ottenere le migliori condizioni del mercato nelle diverse fasi realizzative fino alla messa in esercizio».
Aziende zootecniche al centro del progetto Verdemetano
Le aziende zootecniche assumeranno un ruolo centrale che le vedrà in prima linea nella rivoluzione green mediante la valorizzazione degli effluenti da allevamento nel trattamento di digestione anaerobica. Non solo, il contributo dell’allevatore alla riduzione delle emissioni in atmosfera si configura anche nell’implementazione dei più moderni sistemi di distribuzione e interramento del digestato in grado di ridurre drasticamente l’uso dei concimi chimici e aumentare la sostanza organica nel suolo. I nuovi impianti di biometano agricolo, grazie agli interventi previsti nel Pnrr, possono realizzarsi sotto forma di poli consortili per il trattamento centralizzato di digestati ed effluenti zootecnici.
La gestione dei nitrati si trasforma quindi in elemento di grande innovazione all’interno dei processi produttivi, fattore chiave per un’agricoltura sostenibile, perfettamente integrata nella filiera agro energetica e in linea con gli obiettivi del Green Deal.
Tra le novità al centro del convegno, la stretta sinergia tra Cgbi e Cib (Consorzio italiano Biogas), che ha portato di recente alla costituzione di Verdemetano, la prima cooperativa di produttori di biometano ottenuto da sottoprodotti agricoli, effluenti zootecnici e colture sostenibili.
«La nascita di Verdemetano vuole confermare il ruolo del modello cooperativo per rafforzare lo sviluppo del settore dell’agroenergia – ha spiegato Piero Gattoni al vertice di Verdemetano e presidente del Cib – mettendo al centro principi e valori della cooperazione: una efficiente aggregazione di risorse consente infatti di avviare una progettualità di lungo termine e piani di investimento strutturati ed efficaci. La forma cooperativa offre alle singole aziende gli strumenti utili per gestire in maniera puntuale la commercializzazione del prodotto: un biocarburante avanzato, 100% agricolo, rinnovabile, tracciabile e certificato».