L’INTERVENTO

    «L’agricoltura mediterranea è al centro della nuova Pac»

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    A partire dal primo
    gennaio 2014 la politica
    agricola comune
    avrà un nuovo orientamento.
    Questa riforma introduce
    un nuovo approccio. Abbiamo
    lavorato intensamente
    per trovare un accordo su
    obiettivi comuni (sicurezza
    alimentare in termini di quantità,
    qualità, diversità; migliore
    gestione delle risorse naturali
    grazie all’agricoltura;
    mantenimento di un tessuto
    rurale dinamico), per trovare
    strumenti comuni di gestione
    dei mercati agricoli e di gestione
    delle crisi su scala europea
    nonché priorità comuni
    per lo sviluppo delle zone
    rurali europee. Tuttavia, in
    considerazione delle diverse
    realtà che caratterizzano
    un’Unione europea di 28 Stati
    membri, abbiamo proposto
    che, nell’attuazione della politica,
    gli Stati membri e le
    regioni possano tener conto
    delle specificità locali in modo
    da conseguire i suddetti
    obiettivi senza che le decisioni
    degli uni interferiscano
    con lo sviluppo degli altri.

    La diversità dell’agricoltura,
    in particolare dell’agricoltura
    mediterranea, è al centro
    della nuova Pac, nella quale
    troveranno spazio tutte le regioni
    e tutti i tipi di azienda,
    di piccole, medie o grandi
    dimensioni. Questa importante
    politica europea promuoverà
    un’alimentazione di qualità
    e la diversità dei prodotti,
    fornendo un sostegno più adeguato
    a ogni tipo di struttura
    agricola, senza basarsi su un
    modello unico predefinito.
    Le piccole e medie aziende
    sono per la prima volta parte
    integrante della Pac con strumenti
    a loro dedicati; gli Stati
    membri potranno in particolare
    accordare loro pagamenti
    diretti più consistenti grazie
    a un «premio per i primi
    ettari».

    In generale, gli agricoltori
    saranno incentivati a organizzarsi
    e a registrare i loro prodotti
    di qualità, per tutelarli
    meglio ma anche per promuoverli
    più efficacemente presso
    i consumatori. In quest’ambito
    l’Italia è all’avanguardia
    sulla maggior parte
    degli altri paesi europei ma
    nutre ambizioni ancora maggiori,
    come dimostra la portata
    del movimento Slow Food.
    Questo modello, basato
    su prodotti con denominazione
    di origine e incentrato sulla
    qualità, è riconosciuto e
    persino approfondito. Ad
    esempio, alcune organizzazioni
    di produttori potranno
    gestire i volumi di produzione
    in modo da preservare la
    qualità dei prodotti: si realizza
    così la richiesta che da
    molti anni avanzano alcune
    organizzazioni e i consorzi di
    tutela delle Dop italiane. Il
    potere degli agricoltori all’interno
    della filiera alimentare
    ne risulterà rafforzato.

    Verranno peraltro messe
    in atto misure volte a promuovere
    l’ingresso dei giovani
    nel settore agricolo, perché
    non c’è futuro per le
    aziende, grandi o piccole, se
    nessuno le rileva. La nuova
    Pac lancia un messaggio forte
    ai giovani: non solo saranno
    mantenuti gli aiuti agli
    investimenti a favore dei programmi
    di sviluppo rurale,
    ma i pagamenti diretti saranno
    incrementati del 25% nei
    primi cinque anni. Il mestiere
    dell’agricoltore ha un futuro!
    Nei prossimi sette anni
    l’Europa investirà mezzi considerevoli
    per dinamizzare la
    crescita e l’occupazione nelle
    zone rurali.

    Inoltre, la ridistribuzione
    dei pagamenti diretti sarà più
    equa, il che dovrebbe contribuire
    a mantenere la diversità
    delle aziende agricole.
    Questo è stato uno dei temi
    più discussi durante il processo
    di riforma, in particolare
    in Italia. Abbiamo fatto importanti
    passi avanti per garantire
    una distribuzione più equa dei fondi della Pac, senza
    rischiare di destabilizzare
    l’uno o l’altro settore agricolo
    e con la volontà di trovare
    il giusto equilibrio.

    È stato fissato un chiaro
    obiettivo di «convergenza»:
    entro il 2019 ogni agricoltore
    dovrà ricevere almeno il
    60% della media degli aiuti
    diretti nella regione amministrativa
    o agronomica in cui
    si trova. Ridurre le disparità
    permetterà di valorizzare meglio
    l’intero potenziale agricolo
    italiano e di porre fine a
    un sistema di riferimenti storici
    che favorisce le aziende
    in funzione della competitività
    storica.

    Le aziende che beneficeranno
    di questa redistribuzione
    disporranno di nuovi mezzi
    per modernizzarsi, investire
    e aumentare la competitività.
    Al contempo è però importante
    sottolineare che, introducendo
    una soglia massima
    di perdite del 30%, abbiamo
    garantito che nessuno perda
    più di quanto riesca a sopportare.

    Oltre a tale soglia, numerosi
    strumenti complementari
    permetteranno a ciascuno Stato
    membro di adattare la Pac
    alla propria realtà agricola.
    Gli aiuti potranno essere regionalizzati
    a livello di un
    territorio rilevante dal punto
    di vista agricolo. Sarà possibile
    distinguere le zone irrigate
    da quelle non irrigate, le
    colture permanenti da quelle
    annuali eccetera. Al posto di
    un aiuto unico deciso a Bruxelles,
    questa riforma dà agli
    Stati membri la possibilità di
    adattare la Pac alla loro diversità
    agricola.

    La riforma permette infine
    di fare un ulteriore passo
    avanti verso un’agricoltura
    sostenibile. Il 30% dei pagamenti
    diretti sarà riservato a
    pagamenti «verdi» allo scopo
    di garantire, da un lato,
    che ciascuna azienda europea
    contribuisca alla tutela
    dell’ambiente e, dall’altro,
    che i programmi agroambientali
    che esistono da molti anni
    siano ancora più ambiziosi.

    C’è chi avrebbe voluto
    spingersi oltre nella valorizzazione
    sostenibile delle risorse
    naturali, della tradizione
    e del potenziale agricolo
    locale. Ritengo che abbiamo
    compiuto progressi fondamentali
    in questa direzione e
    che il nuovo orientamento
    apra prospettive a lungo termine
    affinché la Pac sia in
    grado di adattarsi meglio all’evoluzione
    delle aspettative
    della società europea in materia
    di agricoltura e di alimentazione. 

    * Commissario europeo
    per l’Agricoltura
    e lo sviluppo rurale

    «L’agricoltura mediterranea è al centro della nuova Pac»
    - Ultima modifica: 2013-07-17T14:41:44+02:00
    da Redazione Terra e Vita
    «L’agricoltura mediterranea è al centro della nuova Pac» - Ultima modifica: 2013-07-17T14:41:44+02:00 da Redazione Terra e Vita

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