Carni Sostenibili (organizzazione italiana che riunisce le associazioni che rappresentano i produttori di carni e salumi) e European livestock (organizzazione che riunisce gli organismi europei della filiera zootecnica) hanno presentato in diretta dal Brussels Press Club “I 9 paradossi del Farm to Fork”: l’appello della filiera zootecnica europea per partecipare attivamente alla sfida della sostenibilità della Farm to Fork.
I nove paradossi
I nove paradossi sottolineati dalle due organizzazioni:
- Nutrizione «consumare proteine animali ha favorito lo sviluppo del cervello umano».
- Uso del suolo «gli animali non sottraggono cibo all’uomo. Al contrario trasformano residui colturali non edibili dall’uomo in proteine ad alto valore biologico».
- Ambiente «in generale, i trasporti hanno un impatto climalterante quattro volte più elevato degli allevamenti. Le sole auto inquinano il doppio degli allevamenti».
- Economia «ridurre il settore zootecnico non significa solo consumare meno carne, ma mettere in crisi anche le molteplici filiere ad esso collegate».
- Benessere animale «la legislazione europea sul benessere animale è una delle più avanzate e complete al mondo».
- Fertilizzanti «aumentare l'agricoltura biologica richiede i fertilizzanti organici».
- Occupazione «in media, ogni allevamento garantisce sette posti di lavoro».
- Patrimonio gastronomico «i sistemi alimentari regionali si scontrano con la globalizzazione dei cibi surrogati e ultra-trasformati che non hanno identità territoriale, culturale e di origine».
- Sicurezza alimentare «nel 2050 il 70% della popolazione mondiale vivrà in città e solo una piccola percentuale dovrà occuparsi della produzione agricola».
Il video (che si può guardare cliccando sull'immagine in alto) è stato lanciato contemporaneamente in sette paesi europei: Belgio, Italia, Francia, Spagna, Germania, Portogallo e Polonia. Un messaggio internazionale e pubblico destinato ai membri delle istituzioni dell’Ue che proprio in questi mesi stanno lavorando alla definizione del nuovo piano programmatico che orienterà le politiche agroalimentari dell’Unione per i prossimi decenni.
Le due organizzazioni sostengono che il piano strategico della Farm to Fork, che a giugno sarà votato in una sessione congiunta dalle Commissioni Agricoltura e Ambiente del Parlamento Europeo, è condivisibile nell’ambizioso obiettivo di creare un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell'ambiente, ma presenta alcune incongruenze che evidenziano come sarà difficile mantenere in equilibrio la sostenibilità ambientale con la sostenibilità alimentare.
Maggior coinvolgimento del settore zootecnico nel processo di transizione green
Il video-appello mette in risalto come, nonostante le buone intenzioni, la strategia Farm to Fork non consideri la situazione attuale e le sfide del settore zootecnico, che chiede di essere attivamente coinvolto nel grande processo di transizione green in corso.
Carni Sostenibili ribadisce che la filiera zootecnica «è, e vuole continuare ad essere parte attiva di questa transizione, senza sprecare i progressi raggiunti in termini di sostenibilità degli ultimi 30 anni. Sarebbe imperdonabile sprecare i vantaggi già ottenuti nel tentativo di trasformare radicalmente il sistema».
I passaggi fondamentali del video-appello
Ambiente, salute e economia. Ecco i passaggi fondamentali raccolti nel video-appello, da cui ripartire per ripensare il ruolo della zootecnia all’interno del sistema europeo: valore della carne come alimento per lo sviluppo dell’essere umano; uso del suolo costante per le attività di allevamento negli ultimi 60 anni a fronte di un incremento della popolazione europea di 125 milioni di individui; primato di sostenibilità della filiera zootecnica Europea, che con il 7,2% di emissioni di gas a effetto serra, e già oggi impatta per la metà rispetto alla media mondiale (14,5%); salvaguardia del territorio per evitare dissesti idrogeologici e perdita di biodiversità.
E ancora: la necessità di tutelare il settore per non essere nelle condizioni di dover importare da paesi extra europei, con evidenti contraccolpi all’economia e all’ambiente, considerando anche l’interconnessione della zootecnia con numerose filiere strategiche, alimentari e non (carne, latte, uova, pelletteria, cosmesi, biomedicale, fertilizzanti naturali, petfood, biogas e biocarburanti); garanzia sul benessere animale la cui normativa è tra le più all’avanguardia e complete al mondo; stretta relazione fra l’allevamento di bestiame e minor uso dei fertilizzanti chimici; salvaguardia dei posti di lavoro: ogni allevamento garantisce 7 posti di lavoro; la carne e i salumi come patrimonio gastronomico e culturale; sicurezza e disponibilità alimentare per la popolazione mondiale in continua crescita, che aumenterà di 2 miliardi nei prossimi 30 anni. Nel 2050 circa il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle aree urbane e solo una piccola percentuale del rimanente 30% si occuperà della produzione del cibo necessario per sfamare chi vive in città.
È facile quindi intuire, sottolinea Carni Sostenibili, i rischi a cui andrebbe incontro l’Europa se calassero le rese dell'attività zootecnica e di quella agricola ad essa collegata.
Tecnologie digitali per un’Europa autosufficiente
Le due organizzazioni rendono noto che una recente ricerca del dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti d'America (Usda) sugli impatti economici dell’attuale proposta “Farm to Fork” ha evidenziato che l’adozione di questa strategia da parte dell’Ue porterà a una riduzione del 12% della produzione agroalimentare comunitaria, un aumento del 2% nelle importazioni, una diminuzione del 20% delle esportazioni, alla perdita del potere di acquisto da parte dei consumatori europei, fino ad un calo significativo del Pil agricolo europeo.
Come affrontare dunque questo possibile scenario? Carni Sostenibili e European livestock spiegano che l'incremento delle tecnologie digitali in agricoltura consentirebbe di mantenere gli attuali volumi produttivi impiegando meno superfici di quelle utilizzate oggi. Questa soluzione, specificano le due organizzazioni, è ben approfondita in un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Sustainable.
«L'obiettivo auspicabile - dicono le organizzazioni- sarebbe un’Europa autosufficiente e in grado di condividere le proprie produzioni con i paesi in via di sviluppo, garantendo così cibo accessibile a tutti e ad un prezzo equo. Non è limitando la produzione che questo potrà avvenire».
Mancanza di studi in Europa su potenziali impatti economici negativi della Farm to Fork
Birthe Steenberg, segretario generale dell'Avec (Associazione Europea Carni Avicole), intervenuta a nome di European Livestock Voice, ha rimarcato l'attenzione sul fatto che: «attualmente in Europa non esiste uno studio pubblicato sui potenziali impatti economici negativi della Strategia Farm to Fork sull'agricoltura. Questa è una questione cruciale. Nel dialogo che stiamo avviando con le istituzioni europee, intendiamo sollecitarne la realizzazione. Inoltre, le risorse stanziate per il Green Deal europeo e, in particolare, per la strategia Farm to Fork sono colossali. È impensabile realizzare questa quantità di investimenti pubblici senza un'adeguata analisi costi/benefici. In realtà, la riduzione della produzione agricola dell'Ue si riverbera internamente con l'aumento dei prezzi ed esternamente con l'aumento delle persone che non potranno avere accesso al cibo (22 milioni secondo le stime dell'Usda».
Pulina: «La sfida è nella ricerca e nell’innovazione»
«Oggi il 40% dell’intero comparto agroalimentare europeo è composto dal settore dell’allevamento che vale circa 170 miliardi di euro e impiega direttamente più di 4 milioni di persone. Partendo da questo presupposto la strategia Farm to Fork può essere l’occasione per valorizzare i risultati raggiunti dal sistema agricolo e zootecnico europeo: la sfida è nella ricerca, nell’innovazione, nella tecnologia per garantire una produzione sufficiente a rispondere alla crescente domanda mondiale di cibo impiegando meno risorse». Lo afferma il presidente di Carni Sostenibili, professor Giuseppe Pulina, intervenuto alla presentazione alla stampa internazionale.
«Oggi chi lavora nella filiera della zootecnia - prosegue - ha il dovere di aiutare i decisori a non sprecare la grande occasione di orientare il sistema agroalimentare nei prossimi dieci anni».
Pulina ha poi ricordato che l'abbandono dell'allevamento porterà inevitabilmente al dissesto idrogeologico e alla caduta della biodiversità, considerato che i pascoli naturali sono l'area con la maggiore diversità agrologica.
Steenberg: «Sfatare i luoghi comuni sulla zootecnia»
«L’allevamento di animali è stato - ed è ancora - accusato di molti mali, ma è giusto sottolineare - ha affermato Steenberg - le numerose misure già in essere e i progressi sostanziali compiuti da tutti nel nostro settore. E si tratta di lavori in corso. I video che lanciamo oggi riflettono la realtà della zootecnia e mirano a sfatare alcuni luoghi comuni, molti dei quali purtroppo esistevano già prima della pianificazione della strategia Farm to Fork. È fondamentale far sentire la nostra voce, perché vogliamo essere parte dell'attuale processo che determinerà il futuro, e perché desideriamo renderci disponibili a condividere le nostre conoscenze ed esperienze con i responsabili politici, durante le discussioni in corso su Farm to Fork».
Qui: i 9 paradossi, sintesi del progetto e Fact sheet sul Farm to Fork
European Livestock Voice (www.meatthefacts.eu) è un gruppo multi-stakeholder di partner dell'UE che condividono l’obiettivo di sviluppare un dibattito equilibrato intorno a un settore che gioca un ruolo essenziale nella tutela del prezioso patrimonio e futuro dell'Europa. Le associazioni rappresentano settori che vanno dal benessere animale ai mangimi, dagli allevatori agli agricoltori; insieme per informare il pubblico sul valore sociale delle produzioni animali e sul loro contributo alle sfide globali, offrendo un'altra prospettiva nei dibattiti in corso.
Carni Sostenibili (www.carnisostenibili.it/en/) è un'associazione italiana senza scopo di lucro che rappresenta tutte le filiere della lavorazione e trasformazione delle carni (bovine, suine e avicole), con l’obiettivo di promuovere la produzione sostenibile e il consumo consapevole di carni e salumi. Fondata nel 2012 l'associazione ha realizzato una piattaforma di comunicazione digitale, supportata dalla pubblicazione di studi e ricerche, per promuovere una corretta informazione scientifica e la sua diffusione, in merito alla sostenibilità ambientale, economica e sociale dell'intera filiera della carne.