Ecco come funziona la resistenza al dilavamento

Le piogge rimuovono le sostanze attive dalla superficie della pianta, diminuendone la concentrazione all’interno dei tessuti vegetali e riducendo l'efficacia dei trattamenti. Ecco alcuni suggerimenti utili per contrastare questo problema

I depositi dei prodotti fitosanitari sulle superfici delle piante sono costantemente esposti a fattori fisici, biologici e chimici che possono ridurre l’efficacia biologica delle sostanze attive. Per un efficace controllo dei patogeni delle piante i prodotti fitosanitari devono avere una “giusta” persistenza sui/nei tessuti vegetali e devono essere in grado di resistere agli eventi meteorologici come le piogge, la luce UV e la temperatura.

Le piogge rimuovono le sostanze attive dalla superficie della pianta, diminuendone la concentrazione all’interno dei tessuti vegetali e riducendone la biodisponibilità complessiva a dosi non letali per i patogeni. Pertanto, al fine di garantire l’efficacia dei trattamenti, questi devono essere ripetuti, aumentando così notevolmente i costi di produzione. Un’altra conseguenza negativa è il fatto che le sostanze rimosse raggiungeranno “organismi non bersaglio”, suolo e acqua, in particolare, con conseguenti inutili contaminazioni ambientali.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Alcuni parametri da conoscere

1. Solubilità in acqua: indica il grado di solubilità (in mg/l) di un certo composto e viene spesso utilizzata per evidenziare, in modo orientativo, la citotropia/sistemia di una sostanza (capacità di essere assorbita dai tessuti e traslocata nel sistema vascolare dei vegetali).

2. Coefficiente di ripartizione n-ottanolo/acqua (Kow): indica il livello di idrofobia e idrofilia di una sostanza chimica, e si esprime come logaritmo in base 10 del coefficiente di ripartizione n-ottanolo/acqua (Log Kow). I valori sono negativi per sostanze altamente idrofile; sono positivi e via via crescenti all’aumentare del carattere idrofobo. Le sostanze con carattere idrofobo hanno affinità con i lipidi. Tanto più alto è il Kow tanto più la sostanza tenderà a solubilizzarsi nelle parti non polari della pianta (es. cere epicuticolari); viceversa un basso Kow indica la dissoluzione del prodotto nelle parti più polari (es. vasi xilematici). Per una sistemìa ottimale, la sostanza attiva deve avere un Kow adatto intorno a 2 (log Kow). Secondo l’Epa americana i composti con Kow superiore a 3,5 devono essere considerati potenzialmente pericolosi per l’ambiente (es. folpet: Kow LogP= 3,11).

Alcuni utili suggerimenti

Diversi fattori influenzano la resistenza alla pioggia: l’intensità della stessa, la quantità, l’intervallo di tempo tra i trattamenti e le precipitazioni, la formulazione commerciale del prodotto, la sua solubilità in acqua, il tipo di coltura, il tempo di asciugatura post-applicazione, l’affinità del composto con la superficie della pianta e la capacità di penetrazione nei tessuti, le caratteristiche morfo-anatomiche e fisiologiche della pianta coltivata ecc.; inoltre, occorre considerare l’interazione di tutti questi fattori.

La perdita di efficacia, in generale, è maggiore quando le piogge si verificano entro 24 ore dall’irrorazione. Non tutti i prodotti vengono dilavati allo stesso modo: quelli formulati sotto forma di polveri vengono facilmente asportati; le polveri bagnabili (WP) e i granuli (G) sono meno resistenti alla pioggia rispetto ai fluidi (F) e alle sospensioni (SC); i concentrati emulsionabili (EC) rimangono sulla pianta più a lungo durante le piogge poiché sono formulati con un emulsionante per migliorare la miscela con l’acqua.

Una pioggia di 25 mm in un ora rimuoverà più prodotto rispetto a una piccola pioggerellina o nebulizzazione per diverse ore. La regola generale, spesso utilizzata in altri Paesi, è che 25 mm di pioggia rimuovono circa il 50% dei residui di fungicidi protettivi; oltre 50 mm rimuoveranno la maggior parte dei residui, tale da rendere necessaria una nuova applicazione.

I fungicidi sistemici funzionano meglio dei fungicidi di contatto durante i periodi piovosi. I prodotti sistemici penetrano nella cuticola fogliare entro 20-40 minuti dall’applicazione.

Tutti i prodotti necessitano di un certo tempo di asciugatura; la maggior parte degli insetticidi richiede da 2 a 6 ore per “fissarsi” sulla superficie della pianta e diventare resistenti alla pioggia. Sono necessarie fino a 24 ore per un’assunzione ottimale dei prodotti sistemici.

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Un aiuto dai coadiuvanti

I coadiuvanti-adesivanti (es. pinolene) migliorano l’adesione di una sostanza chimica sulla superficie fogliare e riducono i depositi suscettibili alla rimozione da parte della pioggia e di altri fattori ambientali. Di solito si tratta di materiali non evaporanti di natura viscosa, che permettono al prodotto di aderire meglio e per lungo periodo. Questi rientrano sostanzialmente in due categorie: quelli che polimerizzano sulle superfici fogliari, e permettono al prodotto fitosanitario di aderire meglio al substrato, e quelli che formano uno strato idrorepellente in modo da proteggere le sostanze dall’effetto dilavante delle piogge.

Il loro utilizzo deve sempre avvenire attenendosi scupolosamente alle etichette dei prodotti, considerando, in particolare, i dosaggi, le compatibilità e le precauzioni.

Ecco come funziona la resistenza al dilavamento - Ultima modifica: 2024-02-29T07:10:29+01:00 da K4