Contro i marciumi dell’uva il calcio dà un aiuto in più

Marciume dei grappoli
La vendemmia bagnata dalle piogge innesca lo sviluppo di botrite e marciume acido, I risultati di progetto di ricerca mettono in evidenza l'utilità di alcuni sali, in particolare di calcio, nel tutelare la sanità delle uve

La muffa grigia, causata da Botrytis cinerea, e il marciume acido, causato da lieviti e batteri, rappresentano le malattie più dannose dell’uva da tavola e da vino. Il marciume acido è una malattia particolarmente dannosa in campo in prossimità della raccolta, ma può essere rinvenuta anche in post-raccolta sui grappoli tenuti a temperatura ambiente e, in minor misura, anche su quelli frigoconservati.

L’alterazione ha una eziologia complessa poiché sono coinvolti diversi lieviti (Kloeckera apiculata, Hanseniaspora uvarum, Metschnikowia pulcherrima, Saccharomycopsis vini, Candida spp.) e batteri acetigeni (Acetobacter spp.), mentre i moscerini contribuiscono alla diffusione dell’inoculo.

Il marciume acido è difficile da limitare, sia in campo sia in post-raccolta, poiché, a parte il rame che ha un effetto indiretto, non vi sono sostanze specifiche capaci di contrastare efficacemente batteri, lieviti e moscerini coinvolti nel determinismo della malattia.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Gli effetti dei composti

Il progetto Interreg. “Metodi innovativi di gestione dei frutti nella fase di post-raccolta” ha valutato, in campo e in laboratorio, l’efficacia di diverse sostanze attive naturali: microrganismi antagonisti, sostanze organiche naturali (chitosano e gomma xantano), sali di calcio (cloruro, chelati, carbonati e bicarbonati) e altri sali (sorbato di potassio, bicarbonato di ammonio ecc.) e loro combinazioni.

Le varie prove hanno messo in evidenza la buona efficacia dei carbonati e dei bicarbonati di sodio e di potassio, del cloruro di calcio e del chelato di calcio, con una riduzione dei marciumi compresi tra il 30 e il 90%. In particolare, in campo, in prossimità della raccolta, molto attivo contro il marciume acido è risultato il cloruro di calcio (concentrazione 0,5-2%), mentre contro la muffa grigia tutti i sali utilizzati, e in particolare il chelato di calcio, hanno manifestato una significativa attività di contenimento.

Marciume dei grappoli

Il calcio sembra svolgere un’attività inibitoria sulla poligalatturonasi di B. cinerea, con conseguenti difficoltà nella degradazione delle sostanze pectiche delle pareti cellulari. Non sarebbero da escludere eventuali modificazioni della microflora epifitica presente sulle bacche a vantaggio dei microrganismi antagonisti. Diverse sperimentazioni hanno messo in evidenza anche un’azione interna del calcio. L’elemento svolge un ruolo importante nella stabilizzazione delle pareti cellulari, accumulandosi nelle lamelle mediane e formando legami ionici intra e intermolecolari tra le pectine, conferendo così maggiore rigidità e stabilità alla parete stessa, rendendola più resistente agli enzimi idrolitici prodotti dai patogeni. Altri studi, inoltre, hanno dimostrato che il calcio determina un incremento dei fosfolipidi di membrana e preserva l’integrità delle membrane cellulari, stimolando, probabilmente, anche la sintesi di fitoalessine e/o di sostanze fenoliche.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Patologie e nutrizione

Sono sempre più numerose le ricerche che correlano lo stato nutrizionale delle piante con lo sviluppo di alcune malattie, sia di origine biotica che abiotica. La moderna fitoiatria deve considerare non solo le resistenze della pianta e la difesa chimica, ma anche tutte le possibili relazioni del complesso patobioma con le diverse pratiche agronomiche. Per questo, in futuro, saranno sempre più importanti gli studi sugli ormoni vegetali, i nutrienti e, non ultimo, i composti che influenzano lo stato ossidativo dei tessuti (radicali liberi), poiché, essi, appaiono sempre più implicati nei processi di eziopatogenesi delle malattie.

Il cloruro di calcio (0,5%-2%) ha dimostrato di poter efficacemente contribuire al miglioramento delle tradizionali linee di difesa, permettendo una riduzione dei trattamenti chimici e, di conseguenza, dei residui nelle uve.

Contro i marciumi dell’uva il calcio dà un aiuto in più - Ultima modifica: 2023-09-19T08:53:43+02:00 da Roberta Ponci

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