Il pomodoro è soggetto a numerose fisiopatie.
I cambiamenti climatici hanno ulteriormente modificato il quadro fitosanitario della coltura, in particolar modo nel complesso panorama delle avversità di natura abiotica.
La diagnosi in campo delle fisiopatie può risultare molto complessa e richiede, oltre a buone conoscenze fitopatologiche, anche una perfetta conoscenza della fisiologia della pianta e delle interazioni pianta-ambiente di coltivazione.
Su coltivazioni di pomodoro in ambiente protetto è facile osservare caratteristici ingiallimenti che interessano la parte medio-distale delle piante (porzione apicale).
A questo sintomo, molto evidente, si associano particolari “tacche di crescita” sulle foglie. In genere, la fisiopatia si evidenzia in determinate condizioni climatiche che possono verificarsi in ambiente protetto durante la coltivazione.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Sintomi facilmente confondibili
Si tratta di un disordine fisiologico molto frequente in primavera. Si nota sulle foglioline giovani o su quelle a metà crescita con una clorosi di colore verde-pallido ripartita su tutta la superficie. Questo disturbo può essere confuso con una carenza di ferro o di manganese ma, in realtà, non si tratta di una vera mancanza di microelementi nel substrato di crescita/terreno ma di una problematica nell’assorbimento radicale e trasporto all’interno della pianta. Interventi curativi con ferro non modificano la situazione. La suscettibilità varietale può essere molto diversa.
Le cause possibili sono da ricercare in:
- piante troppo vigorose o troppo vegetative (es. squilibri nutrizionali, operazioni colturali sulla vegetazione);
- mancanza di traspirazione e di attività della pianta (es. modificazioni parametri ambientali);
- pH radicale superiore a 6.0;
- eccessi di acqua nel substrato (errori nella gestione irrigua);
- nel breve periodo, in genere, non si evidenziano danni, ma, se non vengono individuate correttamente le cause, si possono creare deprezzamenti quali-quantitativi sulla coltura.
Equilibrio vegeto-produttivo
L’obiettivo principale per qualsiasi coltivatore di pomodori in serra è quello di massimizzare la produttività e la longevità delle proprie piante al fine di produrre raccolti elevati il più a lungo possibile.
Una pianta di pomodoro ben gestita può produrre frutti fino a nove mesi, ma per massimizzare la produttività e la longevità è necessario mantenere un attento equilibrio tra crescita vegetativa e generativa durante tutta la stagione di crescita. Per raggiungere l’equilibrio delle colture è necessario un monitoraggio costante della crescita delle piante, osservando lo sviluppo di steli, foglie, fiori e frutti. Per evitare squilibri tra crescita generativa e crescita vegetativa è fondamentale osservare attentamente lo sviluppo delle colture e regolarle quando necessario. Il coltivatore e il tecnico devono acquisire familiarità con le caratteristiche vegetative o generative delle piante (e delle cultivar) e modificare l’ambiente, la nutrizione, l’irrigazione e la gestione per ottenere i risultati desiderati.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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I parametri ambientali in serra
Tutti i parametri ambientali (temperatura, umidità dell’aria-Deficit Pressione di Vapore-, ventilazione ecc.) sono fondamentali per lo sviluppo e lo stato sanitario delle piante. Eventuali squilibri possono riflettersi, direttamente o indirettamente (antagonismo/sinergismo fra i nutrienti), sui processi fisio-biochimici dei vegetali. Modificazioni del processo traspirativo della pianta (es. per ristagno di umidita nella serra, stress idro-termici ecc.) possono indurre scarso assorbimento radicale, con sviluppo di sintomatologie da “false carenze”. Ingiallimenti delle foglie dell’apice e “tacche di crescita”, in definitiva, rappresentano segni evidenti di squilibri fisiologici delle piante come risposta a condizioni agrocolturali e ambientali non ottimali.