I forti caldi estivi mettono a dura prova l’equilibrio idrico e l’apparato vascolare delle piante appartenenti alla famiglia delle drupacee. Questo accade soprattutto quando queste devono ancora affrontare lo sforzo produttivo con frutti in maturazione come per le varietà a raccolta estiva tardiva.
In questi casi, soprattutto se la disponibilità idrica dell’acqua di irrigazione non è ottimale (frequenza e durata del turno irriguo, pressione delle condotte adeguata, buon funzionamento dell’impianto di irrigazione), le piante che presentano problemi parassitari o fisiopatologici delle radici o dell’apparato vascolare possono manifestare sintomi. Tali sintomi sono spesso aspecifici, e vanno dall’avvizzimento di tutta o parte della chioma al “colpo apoplettico”, con morte improvvisa dell’intera pianta.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati o accedi all’edicola digitale
Se il legno è imbrunito
Il taglio e l’osservazione della sezione delle branche i cui rami manifestano avvizzimenti potranno dare una prima indicazione delle cause.
Imbrunimenti del legno sono tipici delle malattie tracheomicotiche come quelle causate da Verticillium dahliae o altri funghi patogeni opportunisti che possono vivere da endofiti come le specie appartenenti al complesso delle Botryospheriaceae.
Gli imbrunimenti causati da V. dahliae tipicamente interessano le cerchie legnose più esterne. Quelli indotti dalle botriosfere, invece, solitamente sono a settori cuneiformi e spesso agli imbrunimenti del legno sono associate emissioni gommose. Poiché questi funghi penetrano dalle radici e tendono a risalire lungo i vasi legnosi, gli imbrunimenti saranno più evidenti ed estesi nel tronco.
Le piante colpite non possono essere risanate. Pertanto la migliore misura di contenimento in campo della malattia sarà l’estirpazione e l’accurata rimozione delle radici, lasciando la buca aperta per almeno tutto l’estate con l’eventuale aggiunta di calce spenta.
Se le piante dovranno essere rimpiazzate, potrebbe essere preferibile utilizzare piantine allevate in vaso, con pane di terra e inoculate in fase di trapianto con prodotti a base di funghi come quelli del genere Trichoderma che colonizzano le radici ed esercitano verso i potenziali patogeni del terreno azione antagonista diretta, per parassitismo ed antibiosi.
Se l’alterazione è nel floema
Se il legno delle piante sofferenti non presenta alterazioni cromatiche occorrerà scalzare il colletto e le radici principali. La causa del disseccamento potrebbe essere l’alterazione parassitaria del floema causata da funghi come Armillaria mellea o Rosellinia necatrix. Questi funghi si nutrono della corteccia e del cambio, senza interessare i tessuti legnosi. La presenza di un feltro micelico e di “odore di fungo” sui tessuti infetti è sintomatica. Distinguere i due funghi, tuttavia, non è facile se non si è esperti (e se non si dispone di un microscopio) a meno che alla base della pianta non ci siano i “chiodini”, corpi fruttiferi eduli di A. mellea. Anche in questo caso sarà consigliabile estirpare accuratamente le piante. Inoltre, è bene evitare lavorazioni profonde nel frutteto che possono contribuire a diffondere gli elementi di resistenza dei due funghi nel terreno.
Più difficile riconoscere la fitoftora
Un fungo spesso causa di sofferenza generalizzata delle drupacee, ma di più difficile identificazione, è la fitoftora (Phytophthora spp.). La fitoftora attacca e necrotizza il capillizio e le radichette più attive nell’assorbimento dell’acqua e dei nutrienti del terreno. La malattia è più frequente nei terreni pesanti e non adeguatamente drenanti. Somministrazioni di fosetil di alluminio o metalaxil-M possono contrastare l’infezione. In parallelo, è altrettanto importante evitare ristagni di acqua nel terreno con sistemazione e lavorazioni adeguate.
In questo periodo le piante di drupacee infette da fitoplasmi (European stone fruit yellows = ESFY), il cui agente patogeno (Candidatus Phytoplasma prunorum) è trasmesso dalla cicalina Cacopsylla pruni, possono manifestare arrossamento precoce e caduta anticipata delle foglie che le rendono facilmente identificabili nel frutteto. Anche per questa malattia non ci sono cure e l’unica misura razionale è l’estirpazione e la distruzione delle piante sintomatiche.