Emergenza Psa a Roma, al via gli abbattimenti selettivi di cinghiali

Altri due casi sospetti nella capitale. Il presidente della Regione Lazio Zingaretti ha firmato l’ordinanza che istituisce una zona rossa contro la diffusione del virus

cinghiali
Installate reti di contenimento anticinghiali in alcune zone di Roma

Scoperti a Roma altri due casi sospetti di Psa (Peste suina africana) nella stessa zona dove è stato scoperto il primo caso confermato in un cinghiale nel parco urbano dell'Insugherata (vedi qui). Lo ha reso noto l'assessorato alla Sanità della Regione Lazio dando il via libera agli abbattimenti selettivi chiesti anche dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, delegato nei giorni scorso dal ministro, Roberto Speranza, a gestire l’emergenza Psa. Il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha anche firmato l’ordinanza che istituisce una zona rossa nella capitale per contenere la peste suina.

I due nuovi casi sospetti sono stati individuati, su sedici campioni, nella zona rossa, dove è partita l’installazione di reti metalliche per contenere la discesa degli ungulati nei quartieri più urbanizzati di Roma nord. I campioni sospetti verranno inviati all’Istituto zooprofilattico di Perugia per la definitiva conferma.

A Roma trovate 14 carcasse di cinghiali morti

Intanto nell'area di Roma, come ha spiegato il commissario straordinario per la peste suina, Angelo Ferrari, nominato per gestire i casi in Piemonte e Liguria alcuni mesi fa, «sono state trovate 14 carcasse» di cinghiali morti «spero non al di là del Grande raccordo anulare»  –perché semplificherebbe le attività – «spero negative» al virus della peste suina. E in merito all' origine della malattia in base ai dati epidemiologici finora raccolti Ferrari ha ipotizzato un’origine diversa dai casi di Liguria e Piemonte, come quella alimentare dovuta ai rifiuti.

Il Commissario straordinario Ferrari sta lavorando ora assieme il sottosegretario Costa per contrastare la diffusione del virus ad altri esemplari selvatici e scongiurare il rischio di un salto agli allevamenti di suini. Nei giorni scorsi si era riunita anche l'Unità di crisi con il Commissario Ferrari, gli esperti del ministero della Salute e i rappresentanti delle Istituzioni locali.

Costa sta affrontando la questione della Psa in costante raccordo con il Segretariato generale e le direzioni generali del ministero della Salute interessate, con il supporto tecnico e amministrativo della direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari.

«Con il Commissario Ferrari  – aveva spiegato Costa nei giorni scorsi – siamo già al lavoro per attuare azioni e misure opportune ed efficaci per contenere la diffusione del virus. Ciò è reso possibile anche grazie al fondamentale e prezioso contributo dei nostri Istituti zooprofilattici sperimentali».

Intervistato a Mi Manda Rai Tre sull'emergenza Psa, il sottosegretario Costa aveva ricordato  lo stanziamento di 35 milioni di euro nel decreto Sostegni. «E chi ha subito danni – aveva detto  deve rivolgersi ai rispettivi assessorati regionali per il ristoro. È un primo finanziamento, nella consapevolezza che la Psa sta danneggiando un comparto che va sostenuto».

Accordo sul depopolamento dei cinghiali

 Costa aveva fatto sapere nei giorni scorsi che avrebbe preso in considerazione un piano selezione dei cinghiali anche se, aveva precisato «rispetto la  sensibilità degli animalisti». D’accordo nell’attuare azioni di depopolamento dei cinghiali, anche Ferrari, sempre intervenuto alla stessa trasmissione Tv.

Come ha sottolineato Ferrari, il virus della Psa «è estremamente resistente, rimane per mesi sulle nostre scarpe e lungo i sentieri. Questo però dipende molto dalla temperatura esterna e speriamo che col rialzo delle temperature estive diminuisca la sua capacità virale. Peraltro - ha detto - è un virus che persiste ancora di più negli alimenti a base di suino».

Psa non rischiosa per l’uomo che però può diffondere la malattia

 Secondo Ferrari sarà necessario comprendere «l'ampiezza della diffusione della malattia», che non è trasmissibile all'uomo ma è letale per gli animali che la incontrano. «Dovrà essere fatta una indagine molto attenta per stabilire se la malattia è passata oltre il Grande raccordo anulare. In tal caso la cosa sarebbe molto più complessa».

Ferrari  ha ricordato anche che il virus  non è rischioso per l'uomo che però può diffondere la malattia  nel territorio». Verranno quindi prese misure ad hoc. «Non credo che si chiuderanno i parchi - dice Ferrari - ma dovrà essere posta grande attenzione a dove si cammina, come si cammina e arrivare anche alla disinfezione delle scarpe. È un virus che perdura molto nel tempo e bisogna prendere provvedimenti».

Il Commissario ha ricordato anche che per la Psa non è possibile contare su un vaccino, come per l'influenza aviaria e che la malattia ha un tasso di mortalità sulle specie animali interessate (cinghiali e maiali) altissima.

Grande preoccupazione in tutte le associazioni di categoria

Flavio Pezzoli, presidente dell'Ordine degli Agronomi di Roma e Provincia, ha chiesto «segnali a difesa dell'intero settore», mentre Stefano Tiozzo della Cia di Roma ha sollecitato un tavolo crisi in Regione Lazio.

Per l’industria di lavorazione delle carni e dei salumi rappresentata da Assica il caso di Roma «è un altro scossone dopo che la presenza di Psa sul territorio italiano da gennaio ha portato alla perdita di circa 20 milioni di euro al mese».

Cillis, M5S: «Servono più risorse per gli indennizzi»

 «Invitiamo il Governo ad adottare qualsiasi utile iniziativa - ha detto Luciano Cillis, esponente M5S in commissione Agricoltura, intervenuto a Montecitorio sulla mozione per l’emergenza peste suina - che possa permetterci di fronteggiare con ulteriori risorse uno scenario sempre più preoccupante e che si va via via allargando sul territorio italiano. Serve sostenere la suinicoltura italiana stanziando indennizzi per gli operatori colpiti, colpiti dalle restrizioni alla commercializzazione dei prodotti derivati”.

Cillis ha chiesto più risorse a disposizione per il commissario straordinario che attualmente, dispone di appena 10 milioni di euro e ha chiesto l’adozione di misure per  il ristoro ad hoc di attività economiche, professionali e turistico-ricettive, nonché per risarcire le aziende agricole e zootecniche dei danni causati dal proliferare incontrollato della fauna selvatica. Cillis ha anche sollecitato l’avvio di iniziative diplomatiche per limitare il blocco alle esportazioni.

Emergenza Psa a Roma, al via gli abbattimenti selettivi di cinghiali - Ultima modifica: 2022-05-09T22:59:58+02:00 da Francesca Baccino

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