Una pagina di giornale per chiedere al governo italiano di decidere in merito alla questione del rinnovo dell'autorizzazione all'utilizzo del glifosate basandosi sui dati e sugli studi scientifici e non su posizioni ideologiche e tesi non supportate dalla ricerca. È quella apparsa lo scorso fine settimana sul quotidiano Il Giornale su iniziativa di Compag (Federazione nazionale commercianti prodotti per l'agricoltura), Apima Ancona (Associazione provinciale delle imprese di meccanizzazione ed agricole della provincia di Ancona), Aigacos (Associazione italiana agricoltura conservativa), Consorzio agrario di Ancona e Terra di Marche (Associazione Tecnologie e ricerca per rispettare l’ambiente), con in calce i nomi di 81 agricoltori che in questi anni si sono impegnati ad adottare tecniche di coltivazione sostenibili come l'agricoltura conservativa e che senza più poter utilizzare il glifosate vedrebbero crescere notevolmente i costi agronomici di queste pratiche, trovandosi di fatto costretti ad abbandonarle.
"Nell’ambito dell’utilizzo degli agrofarmaci in agricoltura - si legge nel messaggio delle associazioni - occorre impegnarsi sulla tutela del principio di rispetto delle decisioni prese dalle istituzioni preposte, fondate su fatti e dati scientifici, al di là di argomentazioni basate su posizioni ideologiche e tesi non supportate scientificamente. La chimica e gli agrofarmaci rappresentano un elemento molto importante per l’agricoltura in Italia: il dibattito oggi ha come protagonista il glifosate, sostanza attiva ampiamente usata negli erbicidi per il controllo delle infestanti in tutti i contesti agricoli. Nel panorama nazionale ed europeo, il glifosate è un elemento cruciale nella strategia di preparazione del terreno prima delle usuali operazioni agronomiche e di pulizia totale dalle malerbe. Secondo la normativa, il voto sul rinnovo dell’uso del glifosate in sede di Commissione Europea dovrà essere espresso da parte degli Stati Membri entro il 31 dicembre 2017".
Gli agricoltori chiedono all'esecutivo Gentiloni, e in particolare al ministro Maurizio Martina, di esprimere un voto favorevole al rinnovo del glifosate, considerando che:
> Il glifosate, come ogni sostanza attiva autorizzata in Europa, è soggetto a periodica revisione da parte dalle autorità europee per tenere conto degli avanzamenti scientifici e tecnologici a tutela dei consumatori, degli operatori e dell’ambiente;
> Echa (Agenzia europea per le sostanze chimiche) a giugno 2017 ha pubblicato il parere finale concludendo che il glifosate non è classificabile come cancerogeno, mutageno e non ha effetti sull’apparato riproduttivo. Questa valutazione conferma gli studi condotti finora da altri autorevoli istituti: Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità)/ Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), Bfr (Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi) ed Efsa (Agenzie Europea per la Sicurezza Alimentare, ente preposto a fornire alla Commissione Europea i risultati finali per la valutazione del rinnovo);
> Efsa il 17 agosto 2017 ha confermato che il glifosate non presenta alcun rischio per la salute umana, a seguito delle valutazioni su potenziali effetti della molecola quale interferente endocrino.
"È bene anche ricordare che in assenza di glifosate, le pratiche di agricoltura conservativa scomparirebbero - fanno notare i firmatari del documento - dal momento che verrebbe perso uno strumento fondamentale per ridurre tempi e costi di lavorazione, contenere le risorse impiegate e aumentare la biodiversità terricola".
Inoltre, l’agricoltura conservativa contribuisce anche a ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera, ed è in grado di adempire al 20% degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni inquinanti; l’Italia potrebbe ridurre di circa 11 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 entro il 2030 (pari alla chiusura di circa 3 centrali carboelettriche).**
"Se non dovesse essere confermata l’autorizzazione sul glifosate - lamentano gli agricoltori - le aziende agricole italiane verrebbero private di un importante strumento per il loro lavoro, rendendole meno competitive rispetto alle aziende di Paesi extra Ue, dove la sostanza resterebbe comunque ammessa".
Gli estensori dell'appello stimano che in assenza di glifosate le aziende agricole italiane subirebbero un grave danno economico* per poter continuare a gestire il controllo delle delle infestanti, pari a 263 euro/ettaro di costi in più in caso di diserbo completamente meccanico e di 125 euro/ettaro in caso di diserbo chimico senza glifosate.
*Studio realizzato da Istituto di ricerca Agri2000, aprile 2017. Costo calcolato considerando un tempo di distribuzione di 75 minuti per ettaro e un costo di 34,5 €/ora comprensivo di manodopera + quota reintegrazione trattrice e
barra + quota spese assicurazione trattrice + spese per riparazioni e manutenzione + spese per gasolio.
**Studio “Agricoltura conservativa: rendere tangibile la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici”, luglio 2017 – a cura di Ecaf (Federazione Europea per l’Agricoltura Conservativa).