Il linguaggio burocratico particolarmente ridondante è stato sempre contraddistinto con il termine “burocratese” per indicare il suo criptismo, ma da qualche tempo a questa parte le circolari dell’Agea hanno superato questo limite del linguaggio burocratico per cui si deve parlare, a pieno titolo di “linguaggio Agese”.
L’ultimo esempio ci viene dalla circolare dell’Agea che ha per oggetto “nota tecnica per la risoluzione delle anomalie di ricognizione preventiva – calcolo titoli pac 2015 -2020”.
La prima sorpresa è data dal fatto che la “risoluzione” riguarda i titoli assegnati nel 2015 con particolare riferimento alle anomalie tutt’ora presenti concernenti le movimentazioni registrate nella fase di ricognizione preventiva.
La seconda sorpresa è data dal fatto che le casistiche di anomalie da risolvere, descritte nella circolare, richiedono interventi correttivi a sistema da parte dei Caa e degli organismi pagatori regionali che dovranno poi trasmettere i file informatici con le relative correzioni all’Agea.
Anomalie del sistema?
Viene quindi da pensar male, ma forse non a torto, che le anomalie sono state generate dallo stesso sistema informatico risultato incapace di gestire, all’epoca, le movimentazioni e la relativa ricognizione dei titoli con riferimento all’anno 2015.
La descrizione delle possibili anomalie da risolvere e le tecniche informatiche da utilizzare viene fatta, poi in un linguaggio che si deve definire solo “Agese” in quanto comprensibile, forse, solo agli estensori della circolare perché è difficile immaginare che possa essere compreso dalle migliaia di operatori degli sportelli Caa d’Italia e dagli organismi pagatori che sono gli unici interlocutori con Agea.
La risoluzione si preannuncia irrisolutiva per molti casi per cui gli agricoltori che non vedranno riconosciuti i titoli cui hanno diritto, si troveranno di fronte ad una nuova anomalia questa volta di secondo grado.
L’Agea si rende anche conto che le poche casistiche segnalate che devono essere risolte, non possono considerarsi esaustive per cui chiede che gli organismi pagatori segnalino tali nuove situazione per suggerire le correzioni da effettuare.
Se l’anomalia permane si va in tribunale
La circolare però conclude con un pensiero monitorio per non dire minaccioso, rivolto agli agricoltori che potrebbero vantare, a pieno “titolo” qualche diritto per la mancata risoluzione delle anomalie e dei conseguenti pagamenti degli aiuti. Se l’anomalia non si risolve ora perdete ogni speranza poiché “la presente circolare vale a tutti gli effetti quale provvedimento di conclusione di tutti i procedimenti amministrativi caricati nel Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) nella fase di ricognizione preventiva 2015. Pertanto, le posizioni per le quali continueranno a permanere anomalie successivamente alla conclusione delle attività di correttiva devono intendersi definitivamente improduttive di effetti, fatta salva la gestione di contenziosi amministrativi/giudiziari”.
Avanti con i ricorsi anche in Tribunale tanto l’Agea sa come difendersi: il tempo le da spesso ragione ma per getto della spugna da parte dei contestatori!