Scenario di mercato favorevole e buone prospettive per il kiwi, ma a patto che i produttori non raccolgano i frutti in anticipo. Questo in estrema sintesi il messaggio lanciato dalla 38esima Convention dell'International Kiwi Organization - Iko, che si è svolta a Torino.
In Italia produzione in calo del 10% rispetto al 2018
La stagione del kiwi nell'Emisfero Sud volge al termine, seguendo un andamento commerciale regolare, con il Cile che chiude in questi giorni gli imbarchi verso mete oltreoceano e la Nuova Zelanda che si presta a concludere le spedizioni tra qualche settimana. Per quanto riguarda l'Emisfero Nord, Iko prevede per il 2019 una produzione equilibrata, non eccedentaria e di buona qualità. Alla sostanziale stabilità dei quantitativi in Grecia e Francia si affiancherà una contrazione nell'ordine del 10% del raccolto italiano.
Kiwi, è la qualità a fare la differenza
Con un quadro generale come questo, i 38 delegati Iko riuniti attorno al tavolo torinese sono decisi nello schierarsi a difesa della qualità e della corretta valorizzazione del prodotto. A tale scopo ribadiscono che va assolutamente scongiurato il rischio di raccolte anticipate, una tentazione per alcuni produttori ancor più forte in una situazione come quella attuale. Le conseguenze sarebbero pesanti e potrebbero incidere negativamente sulla stagione sin dalle sue battute iniziali non solo per gli operatori della filiera ma anche per i distributori che potrebbero vedere pregiudicata la loro redditività nel medio lungo termine a causa di un giudizio falsato del consumatore sulla qualità generale proposta.
Una raccomandazione, quella di evitare le raccolte anticipate, che viene fatta ogni anno ma che puntualmente viene disattesa dai frutticoltori.