La comprensione dei meccanismi che portano all’innesco delle infezioni ascosporiche di oidio della vite sta dando più chance per prevenirne gli attacchi nel periodo più delicato, a inizio primavera.
Il corretto timing a inizio stagione
La corretta individuazione del timing d’intervento grazie a strumenti come il DSS (sistema di supporto alle decisioni) vite.net messo a punto da Horta consente di massimizzare l’efficacia dei prodotti disponibili. «Oggi i viticoltori – afferma Vanes Rubboli di BASF – si trovano ad affrontare sfide sempre più difficili legate al ruolo che ricoprono come soggetto economico, ambientale e sociale». Responsabilità che possono essere assolte solo grazie a robuste dosi di innovazione.
«Sercadis – spiega Rubboli – è ad esempio il nuovo fungicida BASF, a base del principio attivo Xemium (fluxapyroxad), in grado di esercitare un eccellente controllo preventivo alle dosi d’impiego più basse all’interno dei fungicidi SDHI».
Doppia struttura idrofila e lipofila
Su vite Sercadis è in grado di offrire un’elevata efficacia su oidio e una rilevante azione collaterale su black rot; può essere impiegato dall’inizio della stagione e fino a 35 giorni dalla raccolta. Per sfruttarne al meglio le caratteristiche si consiglia di utilizzarlo per la prevenzione delle infezioni primarie a inizio stagione per impedire lo sviluppo iniziale di oidio.
Una delle caratteristiche più innovative di Xemium, sostanza attiva di Sercadis, è la capacità di attraversare facilmente sia le barriere lipofile sia le barriere idrofile, grazie alle sue due possibili conformazioni molecolari, entrambe energeticamente stabili, che differiscono per due diverse polarità. Per poter arrivare ad agire sui siti bersaglio, presenti all’interno delle cellule del fungo, infatti, Xemium deve attraversare una numerosa serie di barriere di composizione diversa, sia di natura idrofila sia lipofila.
Il record della dose più bassa
Queste caratteristiche conferiscono a Sercadis la possibilità di poter essere impiegato a dosi molto basse per ettaro, conferendogli il primato, all’interno dei fungicidi SDHI, della dose di impiego minore, a parità di efficacia. Il fungicida, dopo l’applicazione, non solo aderisce tenacemente alle superfici vegetali ma, se viene reidratato e riattivato da fenomeni piovosi o anche solo dalla rugiada mattutina, si distribuisce nuovamente sulla superficie formando un vero e proprio scudo protettivo. Questo fenomeno, detto re-wetting, è chiaramente molto efficace sulla vegetazione già presente al momento del trattamento, potenziando così la forte azione preventiva del formulato sulle infezioni fungine che si svilupperanno dopo l’applicazione.