La Pac 2023-2027 prevede un plafond annuo dei pagamenti diretti di 3,496 miliardi di euro, suddivisi in 2.971,77 milioni per i pagamenti disaccoppiati (base, ecoschemi, ridistributivo, giovani agricoltori) e 524,43 milioni per i pagamenti accoppiati.
Le risorse per il sostegno accoppiato sono ripartite tra diversi comparti produttivi, in molti casi assicurando una continuità con il recente passato: alla zootecnia va il 41,6% delle risorse, alle colture vegetali il 58,4%.
I pagamenti accoppiati destinati alla zootecnia confermano gli stessi settori della programmazione 2015-2022 e sono destinati al settore bovino da latte, bufalino da latte, bovino da carne e ovicaprino, per un importo annuo di 218,17 milioni di euro, leggermente inferiore rispetto alla precedente programmazione, quando era di 224 milioni di euro l’anno.
Il sostegno accoppiato alla zootecnia
La zootecnia è di fondamentale importanza, sia per il suo contributo alla sicurezza alimentare del Paese e dell’Unione europea, sia per l’apporto alla formazione dei prezzi di base della produzione agricola. Il settore vale il 32,2% dell’economia agricola italiana (oltre 16 miliardi di euro), senza considerare il valore legato alle produzioni trasformate (lattiero-caseari, carni e salumi).
La zootecnia assume, inoltre, un notevole valore dal punto di vista sociale e ambientale in alcuni contesti territoriali, poiché consente di presidiare aree marginali (zone di montagna e altri territori svantaggiati), nei quali non sarebbe possibile realizzare altre attività economiche e produttive.
La zootecnia nazionale si appresta ad affrontare nuove sfide; il sostegno accoppiato per questo settore ha lo scopo di supportare le aziende nel processo di transizione verso un sistema più sostenibile ed etico, aiutandolo a superare tutte le difficoltà riguardanti la competitività, la sostenibilità ambientale, economica e sociale.
La strategia messa a punto per incentivare questa transizione sostenibile della zootecnia prevede un pagamento unitario accoppiato che possa far fronte alle difficoltà del settore e introduce l’obbligo di utilizzare il sistema informativo ClassyFarm (soprattutto per bovini da latte di aziende localizzate al di fuori delle zone montane, bufalini da latte e capi bovini da macello). Questo sistema consente un miglior monitoraggio dell’allevamento e rappresenta un valido alleato per l’adempimento degli obblighi previsti dal regolamento Ue 2016/429 e dal relativo decreto legislativo n. 136 del 5 agosto 2022 (soprattutto per quanto concerne l’assistenza tecnica, la gestione del farmaco veterinario e la sanità animale).
Le dotazioni finanziarie
La ripartizione della dotazione si articola in tre gruppi di misure:
1. per il settore lattiero-caseario (42,4%);
2. per il settore carne bovina (51,6%);
3. per il settore ovi-caprino (6,0%).
Per quanto riguarda la forma di concessione del sostegno, questo viene erogato agli agricoltori attivi, tramite un pagamento a capo per gli animali che rispettano i requisiti di identificazione individuale e registrazione nella Banca dati nazionale dell’anagrafe zootecnica (Bdn).
Per ogni capo ritenuto ammissibile è previsto un pagamento unitario (tab. 1). Gli importi unitari effettivi sono determinati per tutti gli anni di domanda dall’organismo di coordinamento in relazione al numero dei capi ammissibili al sostegno nell’anno considerato, nel rispetto degli importi unitari massimi.
Per beneficiare del sostegno accoppiato al reddito è necessario presentare la domanda Unica.
Per i bovini da latte, da carne e macellati, per ciascun capo richiesto a premio, le condizioni di ammissibilità si considerano soddisfatte se gli obblighi di identificazione e registrazione sono adempiuti entro i termini di seguito indicati:
a) il primo giorno del periodo di detenzione nell’azienda del richiedente, nel caso in cui sia applicato un periodo di detenzione;
b) entro il giorno in cui si verifica l’evento che dà diritto al sostegno, nel caso in cui non sia applicato alcun periodo di detenzione.
tab. 1 Pac 2023-2027: sostegno accoppiato alle produzioni animali |
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SETTORE LATTE | % | AMMONTARE (€) | € a capo (stima) |
Vacche da latte - latte bovino | 31% | 68.492.933 | 67,15 |
Vacche da latte appartenenti ad allevamenti di qualità siti in zone montane - latte montagna | 10% | 20.864.417 | 122,93 |
Bufale da latte - latte di bufala | 1% | 3.174.967 | 32,70 |
Totale accoppiato settore latte | 42% | 92.532.317 | |
SETTORE CARNE BOVINA | % | AMMONTARE (€) | € a capo (stima) |
Vacche nutrici da carne e a duplice attitudine iscritte ai libri genealogici o registro anagrafico | 17% | 37.192.248 | 118,12 |
Vacche nutrici non iscritte nei Libri genealogici o nel registro anagrafico e appartenenti ad allevamenti non iscritti nella Bdn come allevamenti da latte | 4% | 7.710.450 | 70,67 |
Capi bovini macellati, età 12 - 24 mesi, allevati per almeno sei mesi | 1% | 3.175.116 | 38,98 |
Capi bovini macellati, età 12 - 24 mesi, allevati per almeno sei mesi e aderenti a sistemi di etichettatura o Igp o allevati per almeno dodici mesi | 30% | 64.408.440 | 57,51 |
Totale accoppiato settore carne bovina | 52% | 112.486.254 | |
SETTORE CARNE OVINA | % | AMMONTARE (€) | € a capo (stima) |
Agnelle da rimonta | 4% | 7.709.335 | 23,09 |
Capi ovini e caprini macellati Ig | 2% | 5.444.688 | 5,91 |
Totale accoppiato settore ovini | 6% | 13.154.023 | |
Totale pagamento accoppiato zootecnia | 100% | 218.172.595 |
Latte bovino
Le stalle da latte sono in calo da oltre un decennio. Infatti, secondo i dati dell’anagrafe zootecnica, il numero degli allevamenti è calato del 15% tra il 2015 e il 2020 e il numero dei capi dell’1%.
Per il settore del latte bovino l’obiettivo del sostegno accoppiato è di contribuire alla resilienza dei produttori di latte, fornendo loro gli strumenti per affrontare la marcata fluttuazione del prezzo del latte e dei costi di produzione. I produttori sono incentivati a preservare un determinato livello qualitativo del prodotto, che consenta di avere standard adeguati alla trasformazione in prodotti lattiero-caseari che possano essere apprezzati sul mercato dal consumatore finale.
Queste sono le motivazioni per cui la quota del 19,7% dell’importo annuo destinato al finanziamento del sostegno accoppiato è assegnata per premi alle vacche da latte di età superiore ai venti mesi che partoriscono nell’anno e i cui vitelli sono identificati e registrati in Bdn (banca dati delle anagrafi zootecniche).
Il premio è differenziato in due livelli, non cumulabili tra loro né con i premi reddito per il settore carne bovina.
Il primo livello (stimato a 67,15 €/capo) spetta agli allevamenti detentori delle vacche al momento del parto correttamente identificate e registrate in Bdn e associate a un codice di allevamento che nell’anno di presentazione della domanda:
● risultino iscritti nel sistema Classyfarm;
rispettino almeno due dei seguenti requisiti qualitativi e igienico sanitari:
- tenore di cellule somatiche (per ml) inferiore a 300.000;
- tenore di carica batterica a 30° (per ml) inferiore a 40.000;
- contenuto di proteina superiore a 3,35 grammi per 100 ml.
Nel caso in cui solo due dei parametri sopra elencati siano in regola, il terzo deve comunque rispettare i seguenti limiti:
- tenore di cellule somatiche (per ml) inferiore a 400.000;
- tenore di carica batterica a 30° (per ml) inferiore a 100.000;
- contenuto di proteina superiore a 3,20 grammi per 100 ml.
In deroga a quanto stabilito sopra, i capi degli allevamenti inseriti in circuiti produttivi di formaggi Dop o Igp o dei regimi di qualità certificati, devono rispettare, fatti salvi i parametri di legge, solo uno dei parametri qualitativi e igienico-sanitari.
Il secondo livello (stimato a 122,93 €/capo) spetta al detentore della vacca al momento del parto, correttamente identificata e registrata nella banca dati delle anagrafi zootecniche (Bdn) e associata per almeno sei mesi a un codice di allevamento situato in zone montane e che, nell’anno di presentazione della domanda rispetta, fatti salvi i parametri di legge, rispetti almeno uno dei parametri qualitativi ed igienico sanitari:
- tenore di cellule somatiche (per ml) inferiore a 300.000;
- tenore di carica batterica a 30° (per ml) inferiore a 40.000;
- contenuto di proteina superiore a 3,35 grammi per 100 ml.
Latte bufalino
Nel settore latte è prevista anche una quota dello 0,70% destinata al finanziamento del sostegno accoppiato per premi alle bufale di età superiore ai trenta mesi che partoriscono nell’anno e i cui vitelli sono identificati e registrati secondo le modalità e i termini previsti dal Decreto Legislativo n. 134 del 5 agosto 2022.
Il premio alle bufale da latte (stimato a 32,70 €/capo) è, quindi, finalizzato a mantenere gli attuali livelli produttivi ed evitare rischi di abbandono degli allevamenti, mantenendo il legame con il territorio.
Bovini da carne
Il settore della carne bovina ha subito una forte contrazione; infatti, secondo i dati Eurostat, il numero di vacche nutrici in Italia è calato del 4,7% tra il 2010 e il 2020, rendendo così il numero di capi presenti in Italia notevolmente inferiore rispetto agli altri paesi europei.
È stato perciò deciso un doppio livello di premialità, il quale consente di aumentare il grado di competitività degli allevamenti nazionali attraverso un’adeguata valorizzazione sul mercato, una maggiore riconoscibilità da parte dei consumatori finali e favorire l’aggregazione del settore.
Vacche nutrici
La quota pari all’9,9% dell’importo annuo destinato al finanziamento del sostegno accoppiato, è assegnata per premi vacche nutrici di età superiore ai venti mesi che partoriscono nell’anno e i cui vitelli sono identificati e registrati secondo le modalità e i termini previsti dalla Banca dati nazionale dell’anagrafe zootecnica. Il premio è differenziato in due livelli non cumulabili tra loro né con i premi per il settore latte né per i premi per i bovini macellati in età compresa tra 12 e 24 mesi.
La linea di intervento prevede un premio alle vacche nutrici, finalizzato al miglioramento della biodiversità e al presidio territoriale e occupazionale nelle aree marginale attraverso il contributo dei sistemi estensivi e semi-estensivi (linea vacca-vitello, razze autoctone), con un’articolazione a due livelli:
1. Livello 1:
- vacche nutrici da carne e a duplice attitudine iscritte ai Libri Genealogici o registro anagrafico (premio stimato a 118,12 €/capo);
- spetta al detentore della vacca al momento del parto correttamente identificata e registrata nella banca dati delle anagrafi zootecniche (Bdn) ed iscritta nei Libri genealogici o nel registro anagrafico delle razze individuate da carne o a duplice attitudine. Ai fini dell’ammissibilità al premio, sono incluse, dalla data della loro iscrizione, le vacche iscritte nei Libri genealogici o nel registro anagrafico delle razze bovine nell’anno di riferimento;
2. Livello 2:
- vacche nutrici da carne e a duplice attitudine non iscritte nei Libri Genealogici o nel registro anagrafico e appartenenti ad allevamenti non classificati come allevamenti da latte nella Bdn (premio stimato a 70,57 €/capo);
- spetta al detentore della vacca al momento del parto correttamente identificata e registrata nella banca dati delle anagrafi zootecniche (Bdn) non iscritta nei Libri genealogici o nel registro anagrafico e appartenente ad allevamenti non iscritti come allevamenti da latte nella Bdn.
Inoltre, si applicano i suddetti limiti temporali ai dati dei capi desunti dalla Bdn:
- limite di 20 mesi di vita della vacca al di sotto del quale non possono essere considerate nascite di vitelli;
- limite di 18 anni d’età della vacca oltre al quale non è possibile considerare nascite di vitelli;
- periodo minimo di 270 giorni dell’intervallo di interparto.
Bovini macellati
Una quota pari al 14,9% dell’importo annuo destinato al finanziamento del sostegno accoppiato è assegnata per premi ai bovini macellati in età compresa tra 12 e 24 mesi e allevati dal richiedente per un periodo non inferiore a sei mesi prima della macellazione e associati a codici di allevamento che aderiscono a ClassyFarm. Il premio è differenziato in due livelli non cumulabili tra loro né con i premi per il settore latte né con quelli destinati alle vacche nutrici:
1. Livello 1: spetta per i capi allevati dal richiedente per un periodo non inferiore a sei mesi prima della macellazione (premio stimato a 38,98 €/capo);
2. Livello 2: spetta per i capi allevati dal richiedente per almeno sei mesi prima della macellazione (premio stimato a 57,51 €/capo) e che rispettino una delle seguenti condizioni:
a) certificati Dop/Igp;
b) aderenti a Sqn (sistemi di qualità nazionale) o sistemi di etichettatura volontaria riconosciuti;
c) allevati in aziende aderenti a Op riconosciute del settore dei bovini da carne;
d) allevati in azienda per almeno 12 mesi prima della macellazione.
L’adesione a ClassyFarm non è richiesta per gli allevamenti situati in zone montane.
I premi spettano per i capi correttamente identificati e registrati nella banca dati delle anagrafi zootecniche (Bdn) al momento dell’inizio del periodo di detenzione utile per accedere ai rispettivi premi.
Ovicaprini
Anche il settore ovicaprino ha uno specifico sostegno accoppiato. Gli ovicaprini svolgono un ruolo fondamentale ecosistemico nei luoghi in cui sono situate le aziende, ma gli allevamenti appartenenti a questo settore sono particolarmente esposti alle fluttuazioni del mercato. Inoltre, la dismissione di alcuni tipi specifici di allevamento, come quello ovicaprino, avrebbe ripercussioni negative sia sociali, che paesaggistiche e ambientali, andando ad intaccare la presenza dei pascoli permanenti in quota. Risulta, quindi, molto importante implementarne la competitività e la sostenibilità, difendendoli anche dalla minaccia della diffusione della encefalopatia spongiforme scrapie.
Il premio previsto è destinato alle agnelle da rimonta e ai capi macellati Dop o Igp identificati e registrati.
Un primo intervento per il settore ovicaprino prevede un plafond dell’1,7% del sostegno accoppiato ed è destinato alle agnelle, identificate e registrate entro il 31 dicembre dell’anno di domanda (premio stimato a 23,09 €/capo).
Beneficiano del premio le agnelle da rimonta nell’anno che fanno parte di greggi che aderiscono ai piani regionali di selezione per la resistenza all’encefalopatia spongiforme scrapie e nei quali sono esclusi dalla riproduzione gli arieti omozigoti sensibili alla malattia. La quota di agnelle da rimonta ammissibili a finanziamento per ciascun gregge è determinata come segue:
a) il 75% delle agnelle destinate alla riproduzione, considerato un valore massimo della quota di rimonta del 20% sul totale dei soggetti adulti in riproduzione per gli allevamenti ove l’obiettivo del piano di risanamento risulta non raggiunto;
b) il 35% delle agnelle destinate alla riproduzione, considerato un valore massimo della quota di rimonta del 20% sul totale dei soggetti adulti in riproduzione per gli allevamenti ove l’obiettivo del piano di risanamento risulta raggiunto (allevamenti dichiarati indenni).
L’obiettivo di risanamento è considerato raggiunto nel caso di greggi composte unicamente da capi con genotipo Arr/Arr o nelle quali per la monta siano stati impiegati, da almeno 10 anni, esclusivamente arieti di genotipo Arr/Arr. Sono esclusi dal premio gli allevamenti che, avendo raggiunto l’obiettivo di risanamento nell’anno precedente a quello di domanda, scendono di livello.
Un plafond dell’1,2% del sostegno accoppiato è assegnato ai premi a capi ovicaprini, prima di essere inviati al macello e le cui carni sono certificate Dop o Igp (premio stimato a 5,91 €/capo). Ciascun capo ovicaprino può essere oggetto di una sola domanda di aiuto e il periodo di riferimento per l’applicazione delle misure previste dal presente articolo coincide con l’anno solare.