Pomodoro da industria, parte la campagna del rilancio

Maurizio Gardini
Conserve Italia festeggia i 50 anni dello stabilimento di Albinia, ripartito di slancio dopo i danni dell’alluvione di sei anni fa. Qualità, made in Italy, sostenibilità: i punti di forza che assicurano nuove occasioni di business ed effetti positivi sull’ambiente e sul territorio

Pomodoro da industria, parte una campagna di trasformazione che sarà più lunga, più scarsa, ma di maggiore qualità. Il punto lo ha fatto Conserve Italia il 2 agosto ad Albinia di Orbetello (Grosseto) in una giornata in cui sono stati festeggiati i 50 anni dello storico stabilimento toscano, ricostruito e ristrutturato dopo i gravi danni dell’alluvione del 2012.

Da sinistra Enzo Rossi e Maurizio Gardini. Sul tavolo alcuni dei prodotti lavorati ad Albinia

Fine dei surplus produttivi

«Dopo due anni – afferma Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia – di surplus produttivi a livello mondiale che hanno causato una pesante crisi di prezzo, la diminuzione della produzione prevista non solo in Italia ma in tutti i principali bacini produttivi internazionali - a parte la California - non è una notizia negativa». Le previsioni –molto preliminari – del presidente sono di una produzione italiana di circa 4,6 -4,7 milioni di tonnellate, con un calo rispetto alla campagna 2017 tra l’8 e il 10%. «Un calo che può riequilibrare il mercato, portando ossigeno a chi ancora accusa il peso di pesanti stock di magazzino e premiando gli sforzi di chi ha continuato a investire sulla qualità e sulla sostenibilità del prodotto veramente made in Italy». Come Conserve Italia che ad Albinia non ha mai smesso di puntare su produzioni top quality “made in Maremma”.

Le linee di confezionamento del brand Pomodorissimo Santa Rosa

Un milione di investimenti ogni anno

«Dopo l’alluvione di sei anni fa – testimonia Enzo Rossi, direttore dello stabilimento – siamo ripartiti da zero. Abbiamo impiegato subito 10 milioni di euro per la ricostruzione, riuscendo ad arrivare puntuali per la lavorazione del pomodoro dell’annata successiva. Ma poi abbiamo continuato a investire (da 800mila a un milione di euro ogni anno) per migliorare le performance ambientali e di qualità dell’impianto, collezionando “bollini” per tutti i mercati stranieri che raggiungiamo, compresa la certificazione bio e quella ambientale EMAS». Esempi significativi di questi investimenti sono le tecnologie che permettono il controllo radiografico di ogni confezione, di vetro o di metallo, che esce da Albinia, assicurando l’assoluta assenza di corpi estranei. Il potenziamento delle linee di ricevimento e cernita per riuscire a lavorare il prodotto entro 12 ore dalla consegna, assicurando un deciso innalzamento del livello qualitativo. Il potenziamento dei magazzini di stoccaggio, oggi in grado di stoccare 119 tanks da 70 t l’uno (pari a circa 25mila t di pomodoro fresco). E, soprattutto, l’investimento in sostenibilità e in risparmio idrico.

Consumi idrici ridotti del 30%

«L’evento traumatico del 12 novembre 2012 – ricorda Rossi – quando in una sola mezz’ora è stato sommerso il lavoro di un’intera annata, ha lasciato il segno anche nelle nostre coscienze. Oggi tutto il pomodoro coltivato nel nostro bacino di riferimento (dall’alto Lazio alla provincia di Arezzo) viene tutto irrigato a goccia, migliorando notevolmente le performance riguardo alla water footprint. E anche nello stabilimento di Albinia gli investimenti nel riciclo e riuso della risorsa acqua hanno consentito di ridurre in 5 anni gli emungimenti idrici del 30%, abbattendo anche le possibili fonti di inquinamento». Meno acqua si utilizza e meno reflui occorre infatti bonificare: un equazione virtuosa con effetti benefici per tutto il bacino del fiume Albegna e della riviera a nord dell’Argentario. «Del pomodoro poi – specifica Rossi – oggi si utilizza tutto: da semi e buccette, una volta considerati scarti, oggi invece si ricava un insilato di qualità per gli allevamenti della zona». Un’attenzione alla qualità dell’ambiente che non solo mette Albinia al centro di un circuito virtuoso di economia circolare, ma che assicura nuove opportunità di business.

Annata disturbata dalle piogge

Il clima particolarmente piovoso della scorsa primavera e dell’inizio dell’estate hanno creato quest’anno difficoltà soprattutto in Toscana, con ritardi dei trapianti che determineranno un allungamento della campagna di trasformazione a tutto il mese di settembre (in genere termina al massimo a metà mese).

350mila tonnellate da lavorare in 5 stabilimenti

La campagna di trasformazione 2018 è comunque ora entrata nel vivo in tutti e cinque gli stabilimenti dedicati al pomodoro conferito dai soci di Conserve Italia. Quello di Pomposa (Fe), il più grande di Europa, detiene il record produttivo (metà del totale), Ravarino (MO) è specializzato nel pomodoro bio, Mesagne (Br) nella lavorazione del pomodoro allungato, Albinia (Gr) nelle produzioni top quality. Quest’anno il grande gruppo cooperativo punta a lavorare 350mila t di pomodoro, di cui 67 mila in Toscana. Dove ai tradizionali brand Cirio e Valfrutta, campioni di vendite in Italia (dove i consumi stanno flettendo del 5%) e anche all’estero (Conserve Italia mira ad approfondire ulteriormente la sua presenza in particolare negli States) si affianca da quest’anno “Pomodorissimo – Santa Rosa”, marchio in concessione da Valsoia, lavorato ad Albinia con accorgimenti e know-how in grado di esaltarne l’aroma di fresco.

«Cinquanta anni di storia agro-industriale – chiosa Gardini – sono un capitale da preservare da ogni tentativo di aggressione e speculazione. In questi 50 anni lo stabilmento di Albinia non ha mai smesso di creare occupazione e reddito (7 milioni di euro calcolando solo stipendi, tasse, contributi e indotto)».

Le sfide sui mercati esteri e sugli scaffali della gdo

Uno stabilimento a cui Conserve Italia è particolarmente legata anche in virtù di un antico patto. «Quando abbiamo rilevato lo stabilimento, a inizio anni ’90, in seguito ad una pesante crisi strutturale, Albinia faceva parte di un comprensorio con un impianto gemello a Tarquinia, che allora fece una scelta diversa dalla cooperazione, chiudendo dopo pochi anni».

Il destino diverso dei due stabilimenti “gemelli” non fa che aumentare la responsabilità in carico del grande gruppo cooperativo. Per questo Gardini ha concluso l’evento maremmano traguardando le sfide da vincere per il pomodoro da industria italiano. «Sul fronte internazionale abbiamo sofferto la concorrenza di competitor agguerriti come Cina, Spagna, Turchia e Iran; ma su mercati evoluti come gli Stati Uniti il valore del made in Italy e di brand affermati come Cirio continua a fare la differenza. Sul fronte del mercato interno invece occorre sostenere iniziative come quella contro le pratiche sleali. Il peso dei rapporti di filiera è stato negli ultimi anni sempre più sbilanciato verso la Gdo a causa di pratiche scorrette come le aste al ribasso. È ora di introdurre maggiore fair play».


Le cifre di Conserve Italia

  • Coop di secondo grado che associa 50 realtà con oltre 14mila produttori ortofrutticoli italiani
  • Il 90% della materia prima proviene dai soci
  • 500mila tonnellate di materia prima lavorata (frutta, pomodoro, vegetali, ecc)
  • 9 siti produttivi in Italia più 2 in Franca (Conserves France) e una in Spagna (Juver alimentaciòn)
  • 3300 dipendenti
  • Linee di prodotto: nettari, succhi e bevande alla frutta (60% della produzione italiana); pelati, passate polpe, salse sughi di pomodoro; conserve di legumi e mais dolce; specialità etniche, composte, ecc
  • Brand: Valfrutta, Yoga, Derby blu, Cirio, Juver, jolly Colombani, Mon Jardin, Barbier Dauphin, Dea
  • Distribuzione in oltre 80 paesi mondiali, in Italia coperti tutti i canali distributivi (retail, horeca, foodservice, vending, scambi industriali).

Lo stabilimento di Albinia

  • Capacità di trasformazione: 85 mila t di pomodoro
  • Trasformazione prevista 2018: 67mila t
  • Impatto economico suil territorio: 7 milioni di euro
  • Dipendenti:384
  • Marchi: Valfrutta, Cirio, Pomodorissimo-Santa Rosa
Pomodoro da industria, parte la campagna del rilancio - Ultima modifica: 2018-08-02T18:39:29+02:00 da Lorenzo Tosi

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