Dopo un ottobre insolitamente caldo e siccitoso, con qualche eccezione sul versante tirrenico dove non sono mancate piogge di forte intensità, i primi giorni di novembre continuano ad avere temperature superiori alla media stagionale anche se il tempo è instabile. In questo periodo proseguono i trapianti delle colture ortive a ciclo autunno-invernale su terreni che non dovrebbero aver avuto particolari problemi di lavorazione per la preparazione del letto di trapianto e sui quali l’irrigazione e il clima mite dovrebbero aver favorito il superamento della crisi di trapianto.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Prevenire le avversità abiotiche
Per prevenire le avversità biotiche che possono risiedere nel terreno la strategia migliore è fare ampie rotazioni ed evitare di impiantare in terreni contaminati ma non sempre è possibile per ovvie ragioni di organizzazione aziendale né è possibile fumigare o trattare con prodotti chimici pensando di poter risanare il terreno.
Per questo spesso ci si “accontenta” di salvaguardare la rizosfera delle piantine, almeno nelle prime fasi di sviluppo, ricorrendo all’uso di preparati a base di microrganismi antagonisti interrati durante le lavorazioni di preparazione del terreno o in fase di trapianto o distribuiti successivamente mediante le manichette per l’irrigazione.
Le sclerotinie nel terreno
Le sclerotinie (Sclerotinia sclerotiorum, S. minor) sono presenti dove la coltivazione è intensiva e sono particolarmente dannose per tutte le colture “carnose” (lattuga, indivia, brassicacee, finocchio). In presenza di inoculo nel terreno e con temperature non particolarmente rigide ed elevata umidità, le sclerotinie possono rapidamente colonizzare le parti ipogee delle piante. Spesso i sintomi si evidenziano verso la fine del ciclo colturale, con aspecifici marciumi molli e la comparsa dei caratteristici sclerozi nerastri immersi in un feltro miceliale biancastro.
Nel caso della lattuga, superata la crisi di trapianto e prima della chiusura del cespo, se non si è già intervenuti preventivamente con preparati a base di microrganismi antagonisti (es. Coniothyrium minitans o Trichoderma spp.) è consigliabile effettuare un intervento con formulati specifici (biologici a base di Bacillus subtilis, B. amyloliquefaciens, Pythium oligandrum, olii essenziali di geranio, cerevisane o chimici a base di pyrimetanil, ciprodinil, fludioxonil, boscalid, piraclostrobin, fenexamid, azoxistrobin, difenoconazolo, penthiopirad), avendo cura di raggiungere bene la base del cespo. Diversi dei prodotti citati per le sclerotinie possono agire anche per frenare il marciume del colletto da Rhizoctonia solani.
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Peronospora con clima umido
Su lattuga, con un decorso climatico caldo-umido, sono possibili attacchi di peronospora (Bremia lactucae) che si manifesta soprattutto sulle foglie più esterne, con macchie decolorate di forma poligonale delimitate dalle nervature principali. Sulla pagine inferiore, in corrispondenza delle macchie è osservabile una muffetta farinosa e biancastra.
Prima della chiusura del cespo delle varietà tipo iceberg andrà effettuato un trattamento scegliendo tra i numerosi prodotti specifici (dai biologici B. amyloliquefaciens, laminarina, cerevisane, olio essenziale di arancio dolce e rameici, ai mezzi chimici a base di fosetil Al, metalaxil-M, cimoxanil, metiram, azoxystrobin, propamocarb, mandipropamide, pyraclostrobin, dimetomorf, ametoctradina, difenconazolo, flupicolide, amisulbrom ecc.).
La disponibilità delle sostanze attive disponibili, singole o variamente combinate tra loro, è ampia e consente di impostare corrette strategie antiresistenza che prevedono di alternare prodotti con diverso meccanismo di azione.