Sos acqua, Centro-Sud a secco: «Realizzare nuovi invasi»

All'interno dell'articolo video interviste a Prandini e Vincenzi

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La sollecitazione dei presidenti Prandini (Coldiretti) e Vincenzi (Anbi), in occasione della premiazione del concorso fotografico “Obiettivo Acqua"

I primi quattro mesi del 2024 si classificano come i più caldi di sempre con +1,84° rispetto alla media storica. Lo scorso anno si è perso in Italia un litro d’acqua su cinque con un calo della disponibilità idrica del 18% che pesa su coltivazioni e stalle, in cui mancano foraggio e acqua per gli animali.

«Contro la siccità l’Italia ha bisogno di un tempestivo piano invasi». È questo il messaggio ribadito dal presidente Coldiretti Ettore Prandini in occasione della premiazione del concorso fotografico “Obiettivo Acqua”, tenutasi a Palazzo Rospigliosi e organizzata da Anbi, Coldiretti e Fondazione Univerde.

«Obiettivo: raddoppiare la raccolta di acqua piovana»

«Servono investimenti di lungo periodo per la realizzazione di nuovi invasi che siano in grado di trattenere una maggiore quantità di acqua per poi renderla disponibile al bisogno – ha proseguito Prandini –. Sono necessari, inoltre, investimenti sulla manutenzione delle dighe esistenti, che da troppi anni non viene effettuata. Le due cose favorirebbero anche l’incremento della capacità produttiva della filiera agricola, oggi fortemente in crisi per via dei cambiamenti climatici».

Salutate positivamente dal presidente Coldiretti le prime risposte nell’ultimo Dl Agricoltura su un piano invasi con pompaggio: «Si tratta di un progetto immediatamente cantierabile per una rete di bacini di accumulo. I laghetti per raccogliere la pioggia e utilizzarla in caso di necessità – ha spiegato – sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati.

L’obiettivo è raddoppiare la raccolta di acqua piovana – ha incalzato Prandini – garantendone la disponibilità per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, contribuendo anche alla regimazione delle piogge in eccesso e prevenendo il rischio di esondazioni».

Con intelligenza artificiale 40% in meno di consumo di acqua

Prandini ha quindi ricordato che dinanzi agli effetti sempre più dirompenti dei cambiamenti climatici occorre anche «sviluppare soluzioni di agricoltura 4.0, dagli strumenti di precisione all’intelligenza artificiale, che solo per l’irrigazione consentono una riduzione del consumo di acqua stimata tra il 30% e il 40%».

Prandini, le misure positive per il settore nel Dl Agricoltura

Prandini ha poi fatto il punto sul alcune misure presenti nel Dl Agricoltura: «Bene il superamento del de minimis, quindi tutti i vincoli che venivano posti a livello europeo per l'erogazione di contribuzione sulle filiere che sono state fortemente danneggiate e colpite. Bene anche la moratoria per i debiti delle aziende per i prossimi dodici mesi. Col Dl Agricoltura - ha concluso Prandini - si pone fine anche a tutto il tema della speculazione dei pannelli fotovoltaici a terra e si apre la possibilità, invece, di preservare il suolo agricolo per essere coltivato».

Vincenzi: «In Italia manca la cultura della risorsa idrica»

«Con la quinta edizione del concorso fotografico “Obiettivo Acqua” vogliamo continuare a sensibilizzare la cultura della risorsa idrica, che in Italia manca, coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni. L’acqua – ha affermato il presidente Anbi Francesco Vincenzi – è indispensabile per la crescita economica, ambientale e culturale del nostro Paese. Abbiamo bisogno di continuare a investire risorse importanti per aumentare la resilienza del comparto rispetto ai cambiamenti climatici».

«Dichiarare lo stato di calamità non risolve il problema»

«Grazie agli investimenti del Pnrr risparmieremo oltre un miliardo di metri cubi d'acqua. Ma questo non è sufficiente, abbiamo bisogno di continuare ad investire, in particolare su un piano invasi che ci permetta di trattenere maggiore quantità di acqua, specialmente durante gli eventi calamitosi quando ne abbiamo in abbondanza, per poi ridistribuirla durante i periodi di siccità, che sono una condanna per la nostra agricoltura e il nostro territorio. Dichiarare lo stato di calamità non risolve il problema, crea solamente aspettative».

In Sicilia agricoltori in ginocchio

Situazione allarmante al Sud dove si registrano ingenti danni causati dalla mancanza d’acqua alle coltivazioni e nelle stalle: gli allevatori sono sempre più in difficoltà a garantire l’alimentazione degli animali, con i pascoli bruciati e i pozzi secchi per l’assenza di pioggia.

In Sicilia il governo ha decretato lo stato di emergenza.
Secondo analisi Coldiretti, negli invasi siciliani mancano complessivamente circa 670 milioni di metri cubi d’acqua (-68%), ma soprattutto si è ben 145 milioni sotto al precedente record negativo, registrato nel siccitoso 2017. Ci sono aree dell’isola dove dall’autunno scorso è caduto il 70% in meno di pioggia rispetto alla media storica secondo dati del Servizio informativo agrometeorologico siciliano (Sias). «Ad essere in difficoltà sono tutti i comparti, ma a soffrire di più sono gli allevamenti. Nelle zone interne – ha puntualizzato Prandini – non si riesce più a garantire l’alimentazione delle vacche e delle pecore, c’è una carenza totale di fieno a disposizione dei nostri allevatori. Mangiatoie e abbeveratoi vuoti mettono a rischio un lavoro trentennale sul patrimonio genetico e sulla biodiversità. Su tutto questo la programmazione può fare la differenza».

Dopo i danni alla raccolta delle arance, la siccità sta devastando anche il grano, con cali in alcune zone che arrivano al 70% del raccolto.

Pozzi a secco anche in Puglia

Pozzi artesiani a secco anche in Puglia. Sul grano si stima un calo tra il 20% e il 30% con la situazione più difficile che si registra in provincia di Foggia. Un problema per l’intera produzione nazionale considerato che la Puglia rappresenta tradizionalmente il Granaio d’Italia. Secondo l’analisi Coldiretti la mancanza di pioggia ha comportato una perdita di acqua per gli invasi pari a 118 milioni di metri cubi di acqua. La Puglia ha il triste primato nazionale di essere la regione in cui piove meno e quando piove l'acqua non viene raccolta per la mancanza di invasi.

In sofferenza anche Basilicata e Sardegna

Gravi danni anche in Basilicata e Sardegna. In Basilicata il persistere della mancanza di pioggia ha colpito le coltivazioni di cereali, durante la fase di fine accestimento, levata, botticella, spigatura, fioritura e le coltivazioni foraggere. Il 16 è stato convocato un tavolo dalla Regione per contrastare una situazione drammatica.

In Sardegna le zone più colpite dalla siccità sono la Baronia, la bassa Gallura e l'Ogliastra e l’intero Sud dell’isola. Oltre ai danni alle coltivazioni di cereali, frutta e ortaggi. Allevatori in difficoltà ad abbeverare gli animali con gli invasi gravemente in deficit. In tutte le regioni interessate, rende noto Coldiretti, la crisi idrica ha determinato un calo drastico nelle rese di foraggio verde nei pascoli con l’aggravio dei costi per l’acquisto di mangimi, già in rialzo anche a causa dell’attuale crisi per i conflitti in Ucraina e in Israele.

Sos acqua, Centro-Sud a secco: «Realizzare nuovi invasi» - Ultima modifica: 2024-05-14T16:31:23+02:00 da Laura Saggio

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