Il disseccamento del rachide è un problema fisiologico complesso che si manifesta in certe annate e colpisce in modo particolare alcuni appezzamenti o particolari zone del vigneto e certe cultivar.
Sintomi primari e secondari
I sintomi primari possono manifestarsi già all’invaiatura; a volte si susseguono più “ondate” finché l’uva non matura. I sintomi primari consistono in lesioni necrotiche ben delimitate, di forma ed estensione molto variabile, spesso localizzate al punto d’inserzione del rachide sul tralcio. I sintomi secondari si verificano principalmente quando la necrosi circonda il rachide e interrompe il flusso di acqua e sostanze nutritive a tutto o parte del grappolo. In questo caso il normale processo di maturazione delle parti interessate viene interrotto. Le bacche appassiscono gradualmente e rimangono povere di zuccheri, composti azotati e ricche di acidi organici.
La perdita di qualità dipende molto dall’intensità dell’attacco e dal momento in cui interviene. Con tempo umido possono insediarsi sulle lesioni infezioni secondarie causate, in particolare, dalla botrite, che aggravano il danno provocando la caduta parziale o totale dei grappoli. Nei casi di gravità bassa o media, solo la “punta” e le “ali” del grappolo sono interessate dai sintomi. Gli attacchi che si verificano tardivamente (da 10 a 14 giorni prima del raccolto) non hanno, in genere, gravi conseguenze negative per la qualità.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Possibile confondere i sintomi
È possibile che i sintomi possano essere confusi con altre anomalie, sia di origine biotica sia abiotica: “colpo di sole”, disidratazione degli acini, Berry shrivel, marciume nero da Guignardia bidwellii, escoriosi, Collectotrichum spp.
I disturbi da Berry shrivel differiscono per il periodo di comparsa dei sintomi e per la diversa eziopatogenesi. La malattia è caratterizzata dall’improvvisa disidratazione e dall’avvizzimento delle bacche. Gli acini raggrinziti si presentano più piccoli, poco colorati, amari, con pochi zuccheri, acquosi; sezionando l’acino si notano imbrunimenti sotto-cuticolari o dell’intera polpa. In alcuni casi è possibile osservare anche la fuoriuscita di gocce di mosto dall’acino dopo il distacco del pedicello.
La perdita di turgore e il successivo avvizzimento degli acini sono dovuti alla progressiva perdita di vitalità delle cellule del mesocarpo; il sistema linfatico del raspo risulterebbe, invece, intatto. Il rachide, a esclusione del peduncolo, tende ad avvizzire ma non si spacca e non presenta necrosi; solo in caso di danni accentuati, e tardivamente, si può osservare raspo e pedicelli degli acini che diventano bruni, avvizziscono e tendono a seccare favorendo la “sgranatura” degli acini. Generalmente l’apparato fogliare non presenta sintomi di stress. La sintomatologia compare quasi sempre dopo l’invaiatura, con danni più accentuati in maturazione.
Genesi del disseccamento
Sull’origine vi sono diverse ipotesi: squilibrio nel tenore di magnesio e/o calcio; disequilibri ormonali tra la bacca e i centri di crescita vegetativi; alterazioni nell’assorbimento dell’azoto e nella sintesi di composti idrocarbonati; squilibrio osmotico; eccessive produzioni; sensibilità varietale ecc.
In periodi poco favorevoli alla fotosintesi possono mancare gli assimilati per trasformare i nitrati in amminoacidi. L’eccesso di nitrati nella linfa grezza può essere una causa del disseccamento del rachide. In condizioni di eccessi di vigoria delle piante la sintesi delle auxine è maggiore negli apici rispetto alle bacche; questa situazione, non fisiologica, può causare delle zone di abscissione provocate dalla lisi enzimatica delle protopectine delle lamelle mediane delle cellule. Questa degenerazione delle pareti cellulari provoca la disorganizzazione del plasma con ossidazione dei polifenoli (Gärtel).
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Quando si manifesta è troppo tardi
Data la complessità della fisiopatia e le scarse conoscenze sulle cause appare non completamente esaustivo, dal punto di vista pratico, il consiglio di una semplice terapia con formulati a base di magnesio. La gestione del disseccamento del rachide richiede, innanzitutto, un giusto carico produttivo della pianta e un regolare equilibrio vegetazione-produzione. Eventuali interventi con formulati a base di calcio-magnesio devono essere effettuati precocemente, anche in anticipo rispetto all’epoca dell’inizio invaiatura, indicata, generalmente, come il momento in cui iniziare i trattamenti.