È un appello a far squadra per fronteggiare l'emergenza Xylella fastidiosa quello lanciato dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova nella riunione di coordinamento, svoltasi al Parlamentino del dicastero di via XX Settembre, con la partecipazione anche del sottosegretario Giuseppe L'Abbate e dei rappresentanti delle associazioni agricole e del settore olivicolo, che hanno sostanzialmente approvato l'approccio della neo ministra sul dossier Xylella. Con Coldiretti che ha sottolineato, numeri alla mano, come i reimpianti nella zona colpita dal virus procedano a rilento e l'Ordine degli agronomi che hanno ribadito come a oggi non ci sia che l'eradicazione delle piante infette per combattere la malattia.
Bellanova: accelerare investimenti e ricerca
«Dobbiamo trovare soluzioni condivise, puntando ad accelerare gli investimenti per rilanciare le aree colpite - ha detto Bellanova Dobbiamo mettere alle spalle le polemiche per superare il problema. Ricucire un paesaggio così colpito - ha sottolineato Bellanova - è vitale, ma dobbiamo anche assicurare serietà nel contenimento della fitopatologia. Il tema non è solo italiano, ma europeo. Mi farò perciò promotrice di un dialogo continuativo con Bruxelles. E ricerca e innovazione saranno al centro dell'impegno politico». La ministra ha ribadito la volontà di iniziare a spendere dal primo gennaio 2020 i 300 milioni messi a disposizione dal Decreto Emergenze.
Italia Olivicola: approccio positivo
«L'approccio alla questione Xylella del ministro e del sottosegretario è decisamente positivo, è arrivato il momento di chiudere il buon lavoro di questi mesi convogliando le risorse stanziate in pochi ma decisivi interventi che possano consentire alle aziende olivicole salentine e ai frantoi di riprendere a lavorare e a produrre reddito». Così il presidente di Italia Olivicola, la più grande organizzazione della produzione olivicola italiana, Gennaro Sicolo, al termine del vertice.
«I 300 milioni già stanziati devono essere destinati a sostenere i costi di espianti e reimpianti con varietà resistenti, oltre a coprire il mancato reddito degli agricoltori e delle aziende per i primi anni - ha sottolineato Sicolo - allo stesso tempo è necessario investire nella ricerca, eliminare completamente qualsiasi vincolo tecnico e burocratico che impedisca alle aziende di ripartire e stanziare fondi anche per gli agricoltori della piana degli ulivi monumentali per consentire di innestare da subito le piante millenarie che rischiano di essere colpite dal batterio». Sicolo ha consegnato a Bellanova il piano di ristrutturazione dell'olivicoltura salentina preparato da Italia Olivicola.
Unaprol, priorità agli indennizzi per le aziende colpite
Per il presidente di Unaprol Consorzio olivicolo italiano David Granieri bisogna dare priorità agli indennizzi per le aziende agricole colpite dal batterio e definire un piano pluriennale per ristorare il mancato reddito ai frantoi.
«Sarà fondamentale – ha dichiarato Granieri – semplificare i molti vincoli che impediscono i reimpianti e facilitare gli investimenti per riprendere velocemente le attività economiche nell’area del Salento».
Agronomi: scacco alla Xylella in cinque mosse
Un documento con cinque proposte d'azione per contrastare la diffusione della Xylella fastidiosa e l'estensione del danno oltre quello già subito. L'Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali (Conaf) lo ha consegnato alla ministra delle Politiche agricole in occasione del tavolo. Il presidente del Conaf, Sabrina Diamanti, ha ribadito che al momento «non esiste alternativa alle misure di eradicazione per eliminare la malattia», proponendo al governo l'avvio di una programmazione strategica che coinvolga il fronte aziendale-produttivo e quello territoriale-paesaggistico.
In particolare l'Ordine, partendo dalla ricerca, propone di concentrare le risorse in pochi e professionali centri sotto un'unica attività di coordinamento; ridefinire il sistema di controlli; sviluppare un laboratorio di pianificazione territoriale per accompagnare l'imprenditore nella ristrutturazione e sviluppo della propria azienda; programmare le politiche a sostegno dell'agricoltura; ricorrere infine al sovrainnesto di cultivar resistenti alla Xylella come il Leccino per quanto riguardo gli olivi monumentali.
Coldiretti, in Puglia solo 300 ettari rigenerati
Procedono col contagocce i reimpianti in provincia di Lecce, nell'area infetta da Xylella fastidiosa. Secondo un'analisi di Coldiretti Puglia, presentata alla riunione di coordinamento al ministero "sono stati reimpiantati solo 300 ettari con circa 120mila piante resistenti, di cui il 45% di varietà Leccino e il 55% di Favolosa».
L'avanzata della fitopatologia ha lasciato 21 milioni di ulivi secchi dietro di sé, molti dei quali monumentali, man mano che la Xylella avanzava sul territorio spostandosi verso Nord a una velocità di più 2 chilometri al mese con conseguenze economiche, produttive, occupazionali e sociali con un danno stimato di 1,2 miliardi di euro. Per il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia «tempo e determinazione sono i due imperativi assoluti perché anni di errori, incertezze e scaricabarile hanno creato in provincia di Lecce il disastro colposo sotto gli occhi di tutti. Se non si interviene subito, non ci sarà scampo per agricoltori e frantoiani, destinati a cambiare lavoro».
Incontrovertibile lo scenario della filiera olivicola a Lecce - denuncia Coldiretti Puglia - dove si stima nella campagna olearia 2019-2020 il crollo del 90% di olio rispetto alle medie storiche, perché la produzione di olive Cellina e Ogliarola è azzerata e risultano produttive solo le piante di Leccino, con il prevedibile effetto a catena su oltre 100 frantoi che lasceranno i battenti serrati.
Confagricoltura, creare struttura per gestire i fondi in modo veloce
Occorre dare priorità alle imprese agricole per le indennità e gestire in modo efficace ed efficiente i 300 milioni stanziati per il piano di rigenerazione dell'olivicoltura pugliese. È quanto ha ribadito al tavolo sulla Xylella, Confagricoltura con una delegazione guidata dal presidente della Puglia Luca Lazzàro e dal presidente della Federazione Nazionale Olivicola Pantaleo Greco. «Per far partire al più presto le risorse stanziate con il decreto emergenze - ha spiegato Lazzàro - occorre creare una struttura specifica e una procedura straordinaria che consentano di gestire in modo efficace ed efficiente le risorse stanziate».
Copagri, far arrivare sui territori i fondi stanziati
Fondi per il rilancio dell'olivicoltura salentina sulla carta presenti, ma mai arrivati sul territorio. Questo il lamento del presidente della Copagri Franco Verrascina intervenendo alla riunione programmatica sul Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia. «È prioritario continuare a lavorare per far sì che le risorse stanziate dal Governo per far fronte all'emergenza arrivino al più presto sul territorio - ha detto Verrascina - tali fondi vanno inoltre indirizzati in maniera prioritaria alle attività legate all'espianto e al reimpianto, che interessano oltre 10 milioni di alberi».
Alleanza Cooperative, destinare risorse a ricerca
«Prevedere specifiche risorse nell'ambito del prossimo quadro finanziario europeo che supportino la ricerca e che sostengano gli operatori della filiera olivicola pesantemente danneggiati dal diffondersi del batterio attraverso piani di riconversione produttiva delle zone colpite». È quanto chiesto dal presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Gianpaolo Buonfiglio al tavolo sulla Xylella. Alleanza delle Cooperative ha evidenziato anche come per favorire il rilancio e l'innovazione dell'agricoltura salentina, insieme al forte sostegno per la ricerca e l'assistenza tecnica, sia indispensabile un piano di interventi strutturali per superare storici limiti, primo fra tutti la disponibilità di acqua per l'irrigazione.
Florovivaisti, Xylella danno grave per reputazione settore
L’emergenza Xylella non è limitata alla Puglia e riguarda tutto il settore florovivaistico nazionale. All’estero l’allarme viene, infatti, strumentalizzato a danno dei nostri produttori e ha alimentato la paura di importare piante italiane. Questa la denuncia dell'associazione dei Florovivaisti Italiani, nell’incontro al Mipaaft per fronteggiare la crisi.
«La disastrosa gestione dell’epidemia e la disinformazione stanno minando la reputazione di uno dei comparti principali dell’agricoltura italiana - si legge in una nota - i moltiplicano i casi di carichi di piante ornamentali indirizzati all’estero che ricevono divieto di importazione».