Nella Puglia centrale il batterio Xylella fastidiosa subsp. pauca ceppo ST53, agente patogeno della malattia chiamata Disseccamento rapido dell’olivo o, in inglese, Olive quick decline syndrome (Oqds), ha rallentato la sua azione. Per quanto sia sempre attivo, continui a infettare e ad ampliare l’area in cui è presente e mostri un lento ma continuo spostamento verso ovest, cioè in direzione della Basilicata, come dimostrano i dati del monitoraggio realizzato dall’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali (Arif) per conto della Regione Puglia e del Servizio fitosanitario regionale, il batterio non avanza più (almeno attualmente) al ritmo incalzante che teneva negli anni scorsi nel Salento. Tanto è vero che la conformazione dell’area delimitata (zona infetta, zona di contenimento, zona cuscinetto, zona indenne) è la stessa e non muta da quasi due anni (giugno 2018).
Zone contenimento e cuscinetto in territorio a rischio Xylella più basso
«Registriamo in effetti un oggettivo rallentamento – sottolineo che si tratta di un rallentamento, non di un blocco – dell’avanzata dell’epidemia causata da Xylella per diverse ragioni – conferma Donato Boscia, Responsabile UOS di Bari del CNR - Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp) –. La prima è che le attuali zona di contenimento e zona cuscinetto si trovano in un territorio che i modellisti classificano, per le caratteristiche climatiche, a rischio Xylella più basso rispetto al Salento meridionale (si vedano in proposito per esempio le mappe di rischio alle pagg. 34 e 35, figg. 12 e 13, della “Update of the Scientific Opinion on the risks to plant health posed by Xylella fastidiosa in the EU territory” pubblicato dalla European food safety authority – Efsa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) a maggio 2019: https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.2903/j.efsa.2019.5665); ciò vuol dire che le caratteristiche climatiche degli attuali territori di frontiera sembrano meno ottimali per il batterio rispetto a quelle del focolaio iniziale».
Nella Puglia centrale una gestione degli oliveti più regolare
La seconda ragione, prosegue Boscia, è che «la gestione degli oliveti della Puglia centrale spesso differisce da quella del Salento meridionale per una maggiore regolarità di arature, potature, ecc., con inevitabili ripercussioni anche sull’abbondanza della popolazione degli insetti vettori del batterio».
In zone contenimento e cuscinetto azioni obbligatorie di contenimento
Infine, come terza ragione, non meno importante, Boscia ricorda che «rispetto agli anni precedenti nella zona di contenimento e nella zona cuscinetto sono in atto con maggiore impegno azioni obbligatorie di contenimento sia del batterio sia dei suoi vettori (cioè l’abbattimento delle piante infette, le lavorazioni del terreno fra marzo e aprile, i due trattamenti insetticidi effettuati fra maggio e giugno) che hanno proprio l’obiettivo di fermare o rallentare l’ulteriore avanzata dell’epidemia. Guai se non si verificasse un rallentamento, significherebbe registrare l’inefficacia di queste misure. Il fatto, invece, che si registri un rallentamento indica che, in attesa di disporre di cure risolutive, la strada che si sta percorrendo è quella giusta e che non ci si deve permettere di abbassare la guardia».
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