Compost e ammendanti, il percorso virtuoso del riciclo

Digestato equiparato, essiccato, da sottoprodotti agroalimentari: le regole in arrivo

Digestato da rifiuti organici: rimuovere gli ostacoli normativi per liberare vere risorse per la fertilità e la sostenibilità. Dal convegno organizzato da Fondazione Fratelli Navarra con Herambiente e Ecomondo l’incontro tra il mondo dei “rifiuti” e l’agricoltura per chiudere il circolo virtuoso dell'economia circolare

Sostanza organica sotto i riflettori.

Compost e digestati, prodotti ottenuti dal riciclo di “rifiuti” e sottoprodotti di origine agroalimentare, diventano risorse preziose anche per la dialettica politica. Tanto da meritare un ruolo di primo piano nelle azioni intraprese dal Governo nel recente Dl sulla “crisi Ucraina” (v. riquadro) contro la fiammata inflazionistica e il boom dei costi, in particolare di combustibili e fertilizzanti.

Articolo pubblicato su Terra e Vita 12/2022

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Una sperimentazione tempestiva

Nicola Gherardi Presidente Fondazione Fratelli Navarra

La Fondazione per l’Agricoltura Fratelli Navarra ha organizzato, in maniera assolutamente tempestiva, un convegno a Gualdo (Fe), moderato da Terra e Vita, in occasione della conclusione di una sperimentazione quadriennale svolta assieme a Herambiente, Enomondo e il dipartimento Distal dell’Università di Bologna.

«La sostanza organica – afferma Nicola Gherardi Ravalli Modoni, presidente della Fondazione – è il baricentro sostenibile tra suolo, produzioni e tecnologie innovative per le aziende agricole».

L’approccio con cui si affrontano queste matrici, è la raccomandazione di Gherardi, deve però essere assolutamente science based per rappresentare un vero vantaggio sinergico per produzioni agricole chiamate a fare i conti con la forte diminuzione di risorse per contrastare l’abbassamento della sostanza organica dei suoli agricoli e penalizzate dall’effetto dei cambiamenti climatici e delle tensioni internazionali.

Due mondi che si incontrano

Filippo Brandolini Presidente Herambiente e Enomondo

«Dall’incontro– evidenzia Filippo Brandolini, presidente di Herambiente e Enomondo – tra il mondo dei sottoprodotti e dei “rifiuti” e l’agricoltura derivano concrete opportunità per realizzare modelli virtuosi di economia circolare».

Per cogliere appieno queste opportunità occorre però rimuovere una miriade di ostacoli burocratici che non consentono ancora di valorizzare nel nostro Paese il potenziale energetico e di nutrizione del suolo che deriva dal corretto trattamento di queste matrici. «Se la raccolta differenziata – continua Brandolini – e la corretta selezione e trattamento dei rifiuti organici di provenienza urbana funzionasse bene in tutta Italia, si potrebbero ricavare fino a 800 milioni di m3 di biometano e 2-2,5 milioni di compost per incrementare la sostanza organica dei suoli agricoli».

Compost ottenuto da sostanza organica di provenienza urbana

Opportunità per ora vanificate anche da una diffidenza sociale da “non nel mio giardino” riguardo agli impianti di compostaggio. L’Emilia – Romagna in questo senso continua ad essere un’isola felice, grazie ad una normativa rigorosa in grado di garantire la qualità di queste matrici e di evitare fenomeni illeciti con un rigoroso piano di controlli.

Suoli a rischio desertificazione

Claudio Ciavatta Università di Bologna

«Il contenuto di carbonio organico – stigmatizza Claudio Ciavatta dell’Università di Bologna – è in pericolosa flessione in molti topsoil italiani, anche in aree ritenute fertili e a prova di erosione come la pianura padana, dove si registrano invece contenuti inferiori all’1%, ritenuta soglia di desertificazione».

Un pessimo affare perché la sostanza organica aumenta la fertilità, biodiversità dei suoli, contrasta l’erosione e il suo incremento costituisce una risorsa per mitigare i cambiamenti climatici aumentando lo stock di carbonio dei terreni.

Passare a una logica di riutilizzo

Il letame è una risorsa non più disponibile nei molti areali italiani in cui non si può più, purtroppo, contare su una zootecnia competitiva.

Marco Grigatti, Università di Bologna

«Occorre cambiare atteggiamento- raccomanda Ciavatta- passando da una logica “prendi, fai, usa e getta” a una di riutilizzo». Anche perché ammendanti e correttivi a base organica ottenuti dal recupero di materiali biodegradabili hanno una forte potenzialità agronomica. Lo confermano le prove di campo gestite da Marco Grigatti del dip. Distal, Università di Bologna.

Sostituire i concimi chimici

I prodotti testati, prodotti da Herambiente e Enomondo sono stati: ammendante compostato misto; ammendante compostato da fanghi agroalimentari, gesso di defecazione da fanghi “biosolfato”, gesso di defecazione da fanghi “granfondo”.

Le prove, con diversi approcci di gestione e distribuzione, hanno messo in evidenza che i prodotti testati possono essere ottimi sostitutivi dei fertilizzanti minerali, con effetti sulle dotazioni azotate anche negli anni successivi alla prima applicazione. L’utilizzo del fosforo da parte delle colture si è rilevato più regolare nella gestione mista con fertilizzanti di origine chimica. Assolutamente vincente la gestione del carbonio, con una forte tendenza all’incremento delle dotazioni dei suoli messa in evidenza anche dai rilevamenti satellitari.

Compost di qualità

«Si tratta di risultati – commenta Pier Paolo Ricci Piccari di Herambiente – che sottolineano il valore di questi fertilizzanti, il cui utilizzo va incentivato e non limitato»

Ammendanti conformi ai dettami del D.lgs 75/2010 e garantiti dal marchio “compost di qualità”, disponibili in formulazioni sempre più efficaci e facili da distribuire (Herambiente sta mettendo a punto la formulazione granulare del biofosfato).

La sfida di Enomondo

Il prossimo via libera ai compost da sostanza organica di origine agroalimentare (v. riquadro in basso) offrirà poi ulteriori chance per chiudere il cerchio dell’economia circolare «riportando nei campi – dice Giovanni Ferrucci di Enomondo – quello che vi è stato prodotto». Enomondo è infatti una joint venture compartecipata da Caviro e Herambiente per la produzione di compost che derivano dagli scarti dell’industria vinicola e alimentare e dagli sfalci e potature dei parchi e giardini urbani.

Risorse per favorire una transizione ad una fertilizzazione organica con vantaggi positivi per la gestione colturale, come confermano le esperienze degli agricoltori.

Sostanza organica nei suoli, le esperienze degli agricoltori

Mario Guidi – Soc. agr. Guidi

Lo conferma Mario Guidi, proprietario dell’omonima azienda a Codigoro (Fe) ed ex presidente di Confagricoltura. Che grazie all’impiego di ammendanti compostati misti ha risolto i problemi di uniformità di produzione dei appezzamenti ottenendo maggiore uniformità nella sostanza organica dei suoli.

Per Lorenzo Boldrini, titolare di un’azienda frutticola e cerealicola biologica e vicepresidente della Fondazione Navarra, il ricorso ad ammendanti compostati per vent’anni ha significato passare da un contenuto del 1,2% di sostanza organica nei suoi suoli sabbiosi-limosi di origine fluviale ad una quota del 3% di tutto rispetto. Risultati analoghi a quelli di Sebastiano Tundo di La Romagna Bio.

Roberto Guidotti - Ufficio Tecnico CAI Agromecc

Un entusiasmo che non può essere del tutto condiviso da Roberto Guidotti di Cai agromeccanici. «Si tratta di risorse preziose per risolvere i problemi di fertilità di molti suoli agricoli della pianura padana. Ma per un contoterzista c’è la complicazione di dover tenere conto delle numerose diverse interpretazioni legislative regionali riguardo a questi fertilizzanti, occorrerebbe maggiore uniformità».


Digestati, qualcosa si muove

Digestato essiccato. È un concime organico, con azoto e fosforo, liberamente commercializzabile come, ad esempio, il letame essiccato. Il decreto per il digestato essiccato è stato firmato lo scorso 1° marzo ed è in via di registrazione da parte dei competenti organi di controllo contabile e di legittimità, in attesa di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Digestato equiparato. È un prodotto che può essere utilizzato agronomicamente all’interno di prescrizioni ben definite. Secondo quanto previsto dal recente decreto legge ‘crisi Ucraina’ del 21 marzo 2022 n. 21, il digestato può essere equiparato ai fertilizzanti di origine chimica quando è ottenuto dalla digestione anaerobica di sostanze e materiali da soli o in miscela tra loro, impiegato secondo modalità a bassa emissività e ad alta efficienza di riciclo dei nutrienti. Tale digestato è equiparato ai fertilizzanti solo se rispetta determinate caratteristiche (che saranno dettagliate in un decreto ministeriale specifico). Il decreto attuativo del digestato equiparato è in capo al Mite (ministero della Transizione ecologica).

Il decreto per il digestato essicato e la norma sul digestato equiparato mirano a favorire il raggiungimento di una autonomia italiana nel settore dei fertilizzanti. A tal riguardo, lo scorso 8 aprile in Comagri è stato approvato un emendamento, a firma di Gianpaolo Cassese, volto a superare le incongruenze tra i sottoprodotti di origine agroindustriale ammessi negli impianti agricoli di biogas che fanno parte del ciclo produttivo di una impresa agricola e quelli ammessi per l’uso agronomico del digestato come sottoprodotto.

Compost e ammendanti, il percorso virtuoso del riciclo - Ultima modifica: 2022-04-19T22:21:39+02:00 da Lorenzo Tosi

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