La frutticoltura è in caduta libera, continua a perdere superfici coltivate: in poco meno di vent’anni è scesa da 66.000 a 44.000 ettari in Emilia-Romagna. Solo nell’ultimo anno le pesche hanno subito una contrazione del 6,5%, le nettarine del 3,6%, le albicocche del 3,3% e le pere addirittura del 7,8% (Rapporto Agroalimentare 2022 di Regione e Unioncamere).
Confagricoltura Emilia-Romagna dà il via alla mobilitazione degli associati, chiediamo segnali concreti, l’incremento dei costi di produzione è ormai insostenibile.
Più efficacia nei sistemi di difesa
«Il comparto frutticolo - contesta Marcello Bonvicini, presidente regionale dell’organizzazione agricola - non può sfidare il cambiamento climatico senza avere validi sistemi di difesa attiva e passiva».
«Siccità e caldo torrido, gelo e grandine, alluvioni e dissesti: auspichiamo un piano di ripresa e rilancio della frutticoltura».
«Servono risorse per reimpiantare dove alluvioni e maltempo hanno spazzato via gli impianti frutticoli e dove le coltivazioni non sono più rispondenti alle esigenze del mercato, bisogna accelerare sulla ricerca di nuove varietà resilienti».
Agricat non basta
Confagricoltura regionale (ri)mette nero su bianco le azioni improrogabili sotto il profilo della difesa passiva. «Non c’è – spiega Bonvicini - uno strumento efficace di protezione dal rischio climatico: Agricat dovrà avere le risorse adeguate per fronteggiare i risarcimenti del danno causato dalle gelate primaverili».
«Occorre rendere meno costose le polizze assicurative, agendo sui valori dei parametri oggi definiti dal Piano nazionale per la gestione del rischio. Programmare un progetto di riconversione varietale, dando un contributo agli agricoltori che espiantano, per favorire l’introduzione di varietà più resistenti al climate change. E ancora, la moratoria sui mutui e strumenti di sostegno creditizio che garantiscano alle aziende la liquidità necessaria».
Impianti anti-gelo e anti-grandine
Nell’ambito della difesa attiva, secondo Confagricoltura Emilia Romagna, è necessario incentivare la realizzazione di impianti anti-gelo e anti-grandine, sostenere gli investimenti in tecniche innovative per migliorare le fasi di conservazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti.
Da ultimo, ma ugualmente prioritario, è applicare alle aziende agricole le aliquote contributive previste per le zone svantaggiate.