Maculatura fogliare del melo. Aumentano i casi di glomerella

Caratteriste necrosi fogliari in stato avanzato causate da Glomerella fructicola su melo cv Red Baron. Più precoce è l’attacco maggiore sarà la conseguente filloptosi. Mediamente fra l’infezione e la prima comparsa dei sintomi possono trascorrer fino a 8 settimane
Glomerella fructicola è un nuovo agente di antracnosi in grado di provocare, oltre ai marciumi sui frutti, anche una caratteristica maculatura necrotica fogliare. In attesa di una precisa definizione delle strategie di difesa, conviene attuare un'efficace prevenzione

L’antracnosi causata da funghi appartenenti al complesso delle specie di Colletotricum spp. è una grave malattia fungina del melo.

Nei nostri ambienti gli agenti causali di antracnosi sono: Colletotrichum acutatum e C. gloeosporioides. Negli ultimi due anni è stata rilevata anche la presenza di Glomerella fructicola in grado di provocare, oltre ai marciumi sui frutti, anche una caratteristica maculatura necrotica fogliare che, a seguito di condizioni climatiche particolarmente calde e umide, può portare a precoci ed intense filloptosi. Studi sono ancora in corso a livello tassonomico in quanto la determinazione della specie in ambito molecolare risulta complessa.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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I sintomi

Nel comprensorio melicolo del nord Italia si sta assistendo a un aumento delle aziende interessate dalla malattia, per lo più su varietà Gala e Granny Smith.

I sintomi iniziali della maculatura fogliare della malattia prendono avvio come maculature violacee di pochi millimetri o granelli sulla pagina superiore. In assenza di applicazioni fungicide, le macchie tendono ad espandersi rapidamente in macchie fogliari necrotiche, di colore nocciola a contorno violaceo che, nei casi più gravi, possono superare il 70% della superficie fogliare. Le porzioni di tessuto necrotico fogliare più vecchio tendono ad assumere una colorazione color panna e successivamente si possono rendere visibili dei corpiccioli nerastri del fungo (acervuli), dai quali si producono i conidi in grado in causare infezioni secondarie.

Più avanti, le foglie diventano clorotiche, ingialliscono e cadono prematuramente. Generalmente i primi sintomi compaiono a partire da metà giugno all’interno della chioma e a partire dalla porzione più bassa della pianta. Sui frutti, i sintomi iniziali di marciume appaiono come piccole lesioni infossate e di colore nocciola su frutti immaturi o maturi e generalmente incentrati su una lenticella. La lesione può espandersi prima o anche dopo la raccolta e può evolvere in un marciume completo. Sulle cultivar a buccia gialla al momento della raccolta, si può osservare un alone rosso che circonda la lesione della lenticella.

Sanitazione del frutteto

La germinazione delle spore e l’infezione sono favorite da una prolungata bagnatura delle foglie e da temperature superiori a 20 °C (i valori ottimali di 27-30 °C). Sopra 35 °C la capacità del fungo di causare infezione diminuisce. Una volta che si osservano i sintomi nel frutteto, la progressione epidemica della malattia sia sulle foglie che sui frutti può a quel punto essere difficile da controllare. La gestione, quindi, dovrebbe essere focalizzata sulla prevenzione e consistere in una combinazione di interventi agronomici che chimici. Nel primo caso è necessario attuare una accorta sanitazione del frutteto attraverso:

- potatura e rimozione dei germogli colpiti da fuoco batterico, legno morto, legno con presenza di cancri e frutti mummificati;

- con la potatura aumentare la circolazione dell’aria all’interno della vegetazione per ridurre la bagnatura fogliare e l’umidità relativa al suo interno;

- Applicazione post-raccolta di urea per ridurre l’inoculo svernante;

- Evitare l’irrigazione sopra chioma.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Poche esperienze di difesa chimica

Visto la troppo recente comparsa di Glomerella fructicola in Italia, esperienze dirette sui fungicidi più efficaci in Italia non ve ne sono e le informazioni derivano da esperienze americane. In basi a recenti studi i fungicidi maggiormente efficaci nel contenimento di questa malattia sembrano essere i ditiocarbammati metiram e ziram, captano, l’abbinamento di pyraclostrobin e fluxapyroxad, fludioxonil, fluazinam, mefentrinfluconazolo e difenconazolo.

Il rischio infettivo ha inizio generalmente dalla fine fioritura in poi in funzione delle condizioni climatiche predisponenti caratterizzate da alta frequenza di piogge e dalla prolungata bagnatura fogliare unito a temperatura sopra i 20 °C. I trattamenti dovrebbero pertanto essere eseguiti come prosecuzione degli interventi eseguiti per la ticchiolatura del melo, seguendo l’andamento pluviometrico con cadenze non superiori a 10 giorni. Per una corretta gestione della resistenza, è sempre buona norma di applicare fungicidi a meccanismo d’azione monosito con un fungicida di copertura multisito.

Maculatura fogliare del melo. Aumentano i casi di glomerella - Ultima modifica: 2023-09-22T08:36:57+02:00 da Roberta Ponci

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