La produzione italiana di mele, non ancora inclusiva dei dati finali delle varietà più tardive, raggiunge al momento 2.175.827 tonnellate, in crescita del 3% rispetto al 2022. Lo comunica Assomela. A livello regionale, l’Alto Adige si porta a 1.005.617 t., in incremento del 16% rispetto al 2022, mentre il Trentino rimane stabile a 485.951 t., aumentando solo leggermente rispetto alla produzione dell’anno precedente. In Piemonte la situazione è positiva con una produzione stabile del 2% sul 2022 e, pur colpite da alcune grandinate, le mele piemontesi ben protette da reti antigrandine hanno avuto danni contenuti.
In Emilia e Veneto raccolti in calo per la grandine
Il Veneto risulta la regione più interessata da diffusi danni da gelate e da grandine, che hanno portato a contrazione della produzione del 29% sul 2022 e una disponibilità di mele da mercato fresco che arriva solo al 43% del totale.
Anche in Emilia-Romagna si segnano danni da grandine, oltre a danni da vento con una produzione in riduzione del 10%. I danni derivati dall’alluvione dello scorso maggio per il settore melicolo si sono confermati meno impattanti rispetto alle prime impressioni. Friuli e in Lombardia sono stabili con un consuntivo rispettivamente del 5% in aumento e dell'1% in calo sul 2022.
Europa stabile, in calo le mele bio
Il contesto europeo di orienta ormai nettamente verso un volume di prodotto attorno a 11.000.000 tonnellate, in riduzione di circa il 4% rispetto alle previsioni estive ed equilibrato rispetto alle capacità di assorbimento del mercato.
Per tutte le varietà si conferma una generale ottima qualità del prodotto, con calibri superiori alla media favoriti da condizioni climatiche molto favorevoli nella seconda metà della stagione per le varietà medio-tardive. La quantità di merce destinata al mercato fresco si assesta in totale a 1,88 milioni di t, con un aumento del 4% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.
Il prodotto biologico, che arriva a 167.681 t di produzione per l’Italia, cala del 13% rispetto al 2022, soprattutto a causa di una riduzione importante nel Veneto.
Vendite, mercato ricettivo
Per le vendite di mele dall’inizio stagione si conferma un mercato ricettivo, con un decumulo regolare per maggior parte delle varietà. In particolare, per la Red delicious le giacenze sono inferiori del 32% rispetto alla stagione precedente, con vendite superiori del 22% sul 2022 nel Trentino-Alto Adige.
L’export verso i mercati Ue ed extra U è partito in maniera fluida, con dati che indicano un rialzo in valore del circa 10% per l’Italia in particolare verso i Paesi terzi.
Tra i fattori che possono influenzare l’andamento delle vendite si segnalano le previsioni per prodotti come le arance, con una generale riduzione della produzione nella Ue, che arriva a un -25% per la Spagna e potrebbe influenzare positivamente il mercato fresco delle mele, così come la limitata disponibilità di pere, pesantemente interessate da fattori fitosanitari e climatici.
In conclusione, per la nuova campagna commerciale si rileva un certo ottimismo per una stagione dove le mele italiane si contraddistinguono per l’elevata qualità, che in un contesto produttivo europeo equilibrato possono trovare condizioni favorevoli per una buona valorizzazione, in recupero rispetto alle stagioni procedenti, a tutela di una equilibrata remuneratività per i produttori di mele italiani.