Nel melone è possibile riscontrare tre diverse tipologie di appassimenti/seccumi, che possono essere genericamente identificati come: “collasso fisiopatico” del melone, “seccume fisiologico” del melone, “appassimento” per brusca caduta del pH della soluzione circolante del terreno.
Tutte queste forme di appassimento hanno, alla base, problematiche fisiologiche. La coltura necessità di temperature ottimali per la crescita di 28-30 °C durante il giorno e 18-22 °C durante la notte. Ingiallimenti e vitrescenza dei frutti si verificano quando la temperatura raggiunge 35-40 °C.
Per ottenere una crescita regolare le radici devono svilupparsi a temperature comprese fra 18 e 30 °C, con un optimum intorno a 22 °C. Temperature superiori a 35 °C aumentano la traspirazione e favoriscono la caduta dei fiori e frutticini appena allegati.
Tratto da L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati o accedi all’edicola digitale
Sintomi molto simili
Il “seccume fisiologico” del melone si manifesta con chiazze clorotiche che diventano rapidamente necrotiche; segue il disseccamento dell’intera lamina e della pianta. La distruzione dell’apparato fogliare espone i frutti alle scottature solari, rendendoli successivamente non commerciabili. Sono stati osservati anche danni alle radici.
Nel “collasso fisiopatico” si ha l’appassimento dell’apparato fogliare con conseguente collasso dell’intera pianta. Appassimenti e disseccamenti si possono avere anche durante la maturazione a seguito di un abbassamento brusco del pH (liberazione di H+) del terreno per compensare le elevate esigenze di potassio della pianta in questo periodo.
Il collasso fisiopatico si manifesta maggiormente in giornate molto assolate e con venti caldi; i sintomi sono tanto più rapidi e gravi quanto più la pianta presenta un’abbondante produzione e i frutti sono vicini alla maturazione. In genere questi fenomeni sono più frequenti in coincidenza di particolari andamenti stagionali (basse T°, terreni umidi, anossia ecc.) che riducono l’attività delle radici; questo comporta uno squilibrio fra assorbimento radicale e la traspirazione fogliare. Possibili confusioni con il collasso di origine patologica da funghi.
Tratto da L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati o accedi all’edicola digitale
Cosa è possibile fare
Utilizzare, quando possibile, cultivar dotate di tolleranza/resistenza genetica.
Per il “seccume fisiologico” risulta molto importante regolare l’equilibrio vegeto-riproduttivo delle piante. Utili le applicazioni fogliari di formulati a base di calcio e magnesio per rinforzare le pareti cellulari.
È fondamentale monitorare il pH della soluzione circolante del terreno durante la maturazione per evitare appassimenti e disseccamenti legati a repentine diminuzioni del valore per compensare i forti assorbimenti del potassio. Il momento esatto varia con l’ambiente, le condizioni climatiche le cultivar sensibili.
Le cause
- Scarso sviluppo dell’apparato radicale per trapianti precoci e terreni freddi;
- Abbondante allegagione;
- Basse temperature nelle prime settimane dal trapianto;
- Eccessiva vigoria;
- Alte temperature e bassa umidità relativa in fase di maturazione;
- Terreni con pH non ottimali;
- Irrigazioni insufficienti o mal ripartite nelle fasi di ingrossamento dei frutti;
- Sovradosaggio di sostanza organica nella fertilizzazione di impianto;
- Utilizzo in fertirrigazione di dosi eccessive di azoto ammoniacale e/o ureico;
- Piogge e irrigazioni eccessive nei primi stadi di sviluppo delle piante;
- Cultivar produttive a maturazione concentrata che tendono ad accumulare zuccheri nel frutto pochi giorni prima della maturazione;
- Terreni ricchi di calcare e ad elevata salinità;
- Trattamenti fogliari con biostimolanti e/o fitoregolatori in vicinanza della maturazione dei frutti.
