L’investimento per la realizzazione di un nuovo impianto frutticolo ha raggiunto livelli molto più elevati rispetto al passato; infatti, oggi, oltre al costo per l’acquisto delle piante, occorre tener conto dell’impegno economico relativo alle strutture per la protezione dagli agenti meteorici (grandine ed eventualmente il gelo) e a fornire l’apporto idrico necessario. Nel caso del melo, ad esempio, si prevede una spesa che può superare i 35 mila euro ad ettaro. Prima della realizzazione di un nuovo impianto, pertanto, diventa fondamentale ponderare tutti gli aspetti dell’operazione, sia quelli inerenti al mercato che quelli propriamente tecnici.
La scelta più difficile è indubbiamente quella della specie da impiantare: non si può prescindere da un’attenta valutazione della vocazionalità dell’area di coltivazione e delle prospettive di mercato, pena un elevato rischio d’insuccesso.
Una volta chiariti questi aspetti, si potrà affrontare un discorso prettamente tecnico.
Forme di allevamento
Dopo aver scelto la varietà, si dovrà tener conto delle sue caratteristiche, in particolare vigore e portamento naturale, in modo da abbinare un portinnesto idoneo.
A questo punto si può definire la corretta distanza d’impianto.
Lo schema della figura in basso a sinistra illustra proprio le fasi da intraprendere per una corretta progettazione di un impianto frutticolo.
La scelta della forma di allevamento va valutata caso per caso sulla base della cultivar, del portinnesto e delle caratteristiche pedologiche del terreno.
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Coordinamento di Giorgio Setti e Marisa Fontana
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